salvini tav

SALVINI GIOCA CON IL FUOCO DEI POSTI DI LAVORO - LA CRISI DI GOVERNO RISCHIA DI METTERE IN MUTANDE GLI OPERAI: IN 240 MILA RISCHIANO DI RESTARE A CASA - DA ILVA A WHIRLPOOL, DA BEKAERT A EMBRACO, IL CAOS SCATENATO DAL LEGHISTA LASCIA IRRISOLTE CENTINAIA DI EMERGENZE INDUSTRIALI - APPELLO DEI SINDACATI: “LAVORATORI DIMENTICATI COME I MIGRANTI IN MARE” - A RISCHIO GLI AMMORTIZZATORI SOCIALI…

Marco Patucchi per “la Repubblica”

 

salvini tav

«Da quando è iniziata la crisi di governo è come se operai e immigrati fossero scomparsi. Nessuno parla più delle persone, che siano lavoratori o gente disperata in mare». Francesca Re David guida il sindacato dei metalmeccanici della Fiom e prova a strappare il canovaccio dell' attualità politica trasformatosi in poche ore in un coacervo di alchimie parlamentari. E se per i migranti c' è Richard Gere a riaccendere un minimo di attenzione, per gli operai coinvolti nelle crisi industriali uscire dal cono d' ombra sembra quasi impossibile.

luigi di maio davanti al mise dopo l'incontro con i vertici whirpool 1

 

Eppure in ballo tra esuberi, delocalizzazioni e ammortizzatori sociali scaduti o in scadenza, c' è il reddito delle famiglie, di intere comunità territoriali. I tavoli di crisi aperti al ministero dello Sviluppo Economico sono 158, i lavoratori coinvolti oltre 240 mila, le ore di cassa integrazione autorizzate in giugno erano 27,6 milioni aumentate del 42,6% sul 2018 (in crescita addirittura del 99,8% le ore di Cassa straordinaria e del 451,7% quelle in deroga).

 

Appena due mesi fa Luigi Di Maio regalava cioccolatini ai giornalisti nella conferenza stampa per il salvataggio della Pernigotti (100 dipendenti nello stabilimento di Novi Ligure), ma quella rimane una delle poche crisi avviate a soluzione dal ministro e vicepremier pentastellato. Tutte le altre erano in salita anche prima dello strappo di Matteo Salvini, e ora rischiano l' implosione con il crollo del governo gialloverde.

whirlpool

 

L' emblema di questo limbo è il decreto varato dal Consiglio dei ministri il 6 agosto che sblocca 3,5 milioni per le emergenze industriali in Sardegna (Portovesme con la ex-Alcoa e Porto Torres); 30 per la Sicilia (Termini Imerese con Blutec in primis); 17 per la Whirlpool di Napoli; un milione per Isernia; introduce agevolazioni tariffarie per le industrie energivore (di nuovo la ex-Alcoa); fa un primo passo sui diritti dei rider; ripristina tutele legali "a scadenza" per i manager di ArcelorMittal che guidano l' Ilva, disinnescando così il rischio di chiusura dell' acciaieria.

 

whirlpool

Tutte norme, però, scritte sull' acqua: il decreto, infatti, è stato varato "salvo intese", dunque non è in Gazzetta Ufficiale e andrà eventualmente convertito in piena crisi di governo. Una precarietà assoluta che allontana gli investimenti, le multinazionali e che, in queste ore, ha spiazzato anche Giorgio Sorial, collocato da Di Maio alla guida della task force del Mise sulle crisi industriali.

 

«Quel decreto oltretutto è solo una goccia nel mare - sottolinea Re David - . Va assolutamente confermato e, se possibile, ampliato. Non si parli di ordinaria amministrazione, qualsiasi tipo di governo ci sarà nei prossimi giorni dovrà mettere in sicurezza i lavoratori ». Appello lanciato anche da Marco Bentivogli, leader della Fim-Cisl, sulle pagine de La Stampa : «L' industria italiana rischia davvero il colpo di grazia».

 

luigi di maio annuncia l'accordo per lo stabilimento pernigotti 7

Nel "mare" evocato da Re David nuotano, a fatica, pesci grandi e meno grandi. L' Ilva (14 mila dipendenti, di cui 1.400 in cassa) che senza il ripristino dell' immunità penale per i manager, il 6 settembre potrebbe essere abbandonata da ArcelorMittal. La Blutec (ex-Fiat) di Termini Imerese, guidata da un commissario dopo i guai giudiziari della proprietà: in ballo il futuro di 700 operai senza salario da giugno e a cui il governo aveva promesso la proroga della cassa prevista per le aree di crisi complessa.

 

L' Industria Italiana Autobus che, tra Avellino (dove gli ammortizzatori finiscono a dicembre) e Bologna, occupa 450 persone, e che era in attesa del partner industriale da affiancare a Invitalia, Leonardo e Karsan, promesso dal governo ma mai trovato. La ex-Alcoa (alluminio), ora SiderAlloys, nel Sulcis con i suoi 700 operai in attesa degli sconti sull' energia e della proroga della cassa in scadenza a fine agosto. La Embraco di Riva di Chieri (400 operai) in vana attesa da un anno della partenza del piano di rilancio dei nuovi proprietari (Ventures).

ARCELOR MITTAL

 

La Whirlpool di Napoli, con la multinazionale Usa che continua a puntare alla dismissione della fabbrica di lavatrici (412 dipendenti), nonostante i 17 milioni promessi da Di Maio. La Bekaert di Figline Valdarno (fili di ferro, 318 addetti) che, dopo la "fuga" della multinazionale belga, ha ottenuto dal governo il ripristino della cassa per cessazione, ma non la proposta di una nuova proprietà.

 

FIAT POMIGLIANO

La Piaggio Aero (1.000 operai in Cigs con scadenza a dicembre) guidata da un commissario straordinario e in attesa di contratti da 700 milioni assicurati dal governo. E, dulcis in fundo (si fa per dire), la Fca di Pomigliano: per la fabbrica è stata chiesta la cassa integrazione da settembre, ma il governo non ha ancora dato una risposta.

 

«Il vento gelido che arriva dalla Germania non lascia prevedere nulla di buono per il settore auto», avverte Michele De Palma che segue l' automotive per la Fiom. In linea con l' allarme lanciato dalla nota unitaria di Cgil, Cisl e Uil: «Occorre che le forze politiche parlamentari pongano al centro gli interessi generali del Paese e del lavoro e non l' interesse particolare di breve respiro ».

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?