MATTEO SALVINI LUCA ZAIA LORENZO FONTANA
Marcello Sorgi per “la Stampa”
L'ipotesi di un congresso della Lega che proceda alla sostituzione del segretario si è riaffacciata in occasione di due eventi, uno emotivo e uno politico. Quello emotivo è stata la morte di Maroni, figura simbolica del Carroccio accanto a Bossi per i primi oltre vent' anni di storia del partito, di cui si celebrano oggi a Varese i funerali che Salvini, pur essendo stato in vita Maroni un suo avversario dichiarato, vuol trasformare in una sorta di happening leghista, per riunire tutte le anime interne attorno al feretro del leader più amato dopo il Senatur.
LUCA ZAIA MATTEO SALVINI ATTILIO FONTANA
Quello politico è l'uscita del libro del governatore del Veneto Zaia in cui molti hanno letto una sorta di manifesto politico anti-Salvini, anche se l'autore continua a ripetere che non ha alcuna voglia di tornare a cimentarsi nell'agone nazionale e intende dedicarsi a tempo pieno al Veneto fino a fine mandato. Ma Zaia non è l'unico candidato possibile.
A premere sulla pancia della Lega sono i risultati dei sondaggi che continuano a tendere verso il basso, delineando un sorpasso all'indietro sul Terzo Polo di Calenda e Renzi, a fronte di Fratelli d'Italia che con l'approdo di Meloni a Palazzo Chigi ha stabilmente superato il 30 per cento. In altre parole il partito della premier, sia pure nelle rilevazioni, ha quattro volte le dimensioni di quello del Capitano, che continua a calare settimana dopo settimana.
Salvini fin qui ha reagito sostenendo che la Lega sta ancora pagando il conto - carissimo - del sostegno al governo Draghi. E per questo i conti veri andranno fatti a fine legislatura, tra cinque anni, quando gli elettori saranno in grado di giudicare il contributo leghista al ritorno di un governo politico di centrodestra. Va detto che sostituire Salvini al vertice del Carroccio non è affatto un'operazione semplice.
Il partito attuale è infatti una specie di "new company" rispetto alla vecchia Lega, rimasta come contenitore dei guai giudiziari e finanziari dell'epoca Bossi. Nell'attuale comitato federale, l'organo dirigente del partito, il Capitano ha, più che la maggioranza, una quasi unanimità. E questa è la ragione per cui le fibrillazioni continuano, ma tutte le volte che il leader ha riunito il Comitato è riuscito sempre a metterle a tacere.