mollicone saviano salvini muti

IL SANREMONE SOTTO ATTACCO – FRATELLI D’ITALIA SI SCAGLIA CONTRO LA DECISIONE DI FAR COMMEMORARE A ROBERTO SAVIANO I 30 ANNI DALLA STRAGE DI CAPACI E CHIEDE L'ESCLUSIONE DELLO SCRITTORE DAL FESTIVAL: "NON POSSIAMO PERMETTERE CHE SI TRASFORMI NELLA KERMESSE DELLA TELEPREDICA PROGRESSISTA" - SALVINI INSORGE CONTRO LA PRESA DI POSIZIONE DI ORNELLA MUTI SULLA MARIJUANA TERAPEUTICA...

ANTONIO BRAVETTI per la Stampa

 

federico mollicone giorgia meloni foto di bacco (3)

Altro che federazioni di centrodestra o alleanze da rifondare sotto il vessillo di Giorgia Meloni. La sfida all'O.K. Corral tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio? Può attendere anche quella. Archiviato il Quirinale, per la politica non c'è nulla di meglio del festival di Sanremo. Un riflesso pavloviano che ogni anno, all'aprirsi del sipario del Teatro Ariston, fa scattare la vis polemica di leader e peones.

 

Saviano vuol parlare di Falcone e Borsellino? Al deputato parte automatico il comunicato, meglio del martelletto sul ginocchio. Impossibile resistere alla polemica. Il partito di Giorgia Meloni chiede addirittura «l'esclusione» di Saviano dal Festival.

 

roberto saviano

«La sua presenza per parlare dei 30 anni dalla strage di Capaci è un oltraggio al tema stesso- s' inalbera Federico Mollicone, deputato di Fdi e membro della commissione di Vigilanza Rai, che annuncia un'interrogazione - Sanremo è un festival nazionalpopolare che tutti amiamo, non possiamo permettere che si trasformi nel Festival della telepredica progressista». Replica dei 5 stelle: «Scioccante che si veda una minaccia in uno scrittore e giornalista che ha saputo raccontare a tutti gli italiani la realtà e l'orrore delle mafie». Pari e patta? Neanche per sogno.

 

Antonio Vullo, l'unico agente di scorta sopravvissuto alla strage di via D'Amelio, si domanda: «Perché dare voce a Saviano? Io avrei preferito che a parlarne fosse il presidente Mattarella». Che giovedì, giorno di Saviano, ha già un impegno: deve giurare in Parlamento. C'è un'interrogazione parlamentare pronta anche per Ornella Muti, rea di aver sponsorizzato la cannabis. Per dire: mentre Pd e Leu ne presentano una alla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese sulle manganellate agli studenti, c'è chi ne prepara una sull'attrice. Il peccato? Ostentare, insieme alla figlia Naike, una collana decorata con foglie di cannabis.

federico mollicone giorgia meloni foto di bacco (1)

 

L'interrogazione porta la firma di Mollicone. Sempre lui, in trance agonistica: «Depositerò oggi stesso un quesito in commissione di Vigilanza Rai» contro «il lancio di messaggi impropri che possano riguardare la cannabis e l'uso di sostanze stupefacenti che possano fuorviare il pubblico». Meglio di due interrogazioni in un giorno c'è solo il test anti-droga per conduttori e musicisti. «Chiedo ai vertici Rai se non ritengano necessario sottoporre all'esame tossicologico i conduttori e gli artisti che si esibiranno».

 

Sex, drugs & Mollicone. A settembre, val la pena sottolineare, Ornella Muti e figlia hanno lanciato una no profit, Ornella Muti Hemp Club, che commercia prodotti a base di cannabis. Viene il dubbio che forse si tratti di pubblicità. Ma per Matteo Salvini l'argomento è serio, il gioiello a forma di cannabis è pericolosissimo: «La droga è morte, e sempre e comunque la combatterò», grida sui social. In teoria negli stessi minuti in cui sbotta su Facebook, il segretario della Lega è impegnato, a Milano, in un importante consiglio federale. Deve convincere i suoi, e gli alleati, a dar vita a una federazione di centrodestra. Non un'impresa facile.

matteo salvini

 

Ma vuoi mettere? Lo sanno tutti: tira più una foglia di cannabis che una polemica con Toti o «i governatori del nord-est», altra categoria dello spirito che, nei giorni di Sanremo, potrebbe benissimo essere il nome di una boy band. A Maurizio Gasparri, invece, non gliela si fa: «L'attrice va esclusa da Sanremo subito, soprattutto per il possibile uso a scopo commerciale del Festival».

 

Poi, con eleganza, aggiunge: «Siccome siamo garantisti non estendiamo le polemiche nei confronti di sua sorella Claudia, coinvolta in una maxiretata relativa a sostanze stupefacenti». Dall'interrogazione all'esposto. «Monitorerò con attenzione e sono pronto a un esposto se Muti promuove la cannabis in diretta. Lo farei per i minori» annuncia l'ex parlamentare Carlo Giovanardi, quello del cuscino rosso di Federico Aldovrandi («Mica è sangue») e di Stefano Cucchi «morto per droga».

 

ornella mutiroberto savianoornella muti e la figliaornella muti

Neanche il governo tace. Muti «stimola una discussione meno bacchettona e meno bigotta», si sbilancia il ministro Andrea Orlando. «Grazie Ornella Muti», dice il radicale Riccardo Magi. Enrico Aimi, senatore di Fi, prova col calembour: «Dalla Muti parole 'stupefacenti'», con tanto di apici, magari qualcuno non cogliesse il gioco di parole. Intanto si fa sera, tutti davanti alla tv.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…