tomaso montanari mattia santori

SARDINE SOTT’ODIO – MATTIA SANTORI & FRIENDS SI FANNO FRIGGERE DA TOMASINO MONTANARI: “PERCHÉ UN GRUPPO DI GIOVANI QUANDO HA L’OPPORTUNITÀ DI CHIEDERE AL GOVERNO COSA CAMBIARE TIRA FUORI UNA SCIOCCHEZZA, O MEGLIO UNA POCHEZZA COME QUELLA DELL’ERASMUS TRA NORD E SUD? LA PROPOSTA È LUNARE PERCHÉ, IMPLICANDO UNA PARITÀ CHE NON ESISTE, PARTE DA...” - LE SUPERCAZZOLE E LA SFIDA CON IL M5S: I PESCIOLINI DOVE LI COLLOCO?

MATTIA SANTORI E LE ALTRE SARDINE A ROMA PER INCONTRARE PROVENZANO

1 – TRA SLOGAN PER IL SUD E ALTOLÀ AL M5S COSÌ LE SARDINE CERCANO UN'IDENTITÀ

Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”

 

Apartitici, ma con le pinne rivolte a sinistra. Favorevoli all' intesa tra Pd e 5 Stelle, eppure lontani mille miglia marine dalle parole d' ordine di Beppe Grillo e compagni. A tre mesi dal primo tuffo in mare aperto, il 14 novembre a Bologna, le Sardine nuotano verso il congresso fondativo di Scampia, in agenda il 14 e 15 marzo. E dopo la clamorosa affermazione in Emilia-Romagna cercano di darsi una struttura organizzativa e un' identità politica.

 

le sardine con luciano benetton e oliviero toscani

Lo scatto con Luciano Benetton ha imposto una breve pausa di riflessione. Ma l'«errore di strategia», per dirla con la franchezza dei debuttanti, non sembra aver tolto slancio al giovane movimento, che ha ammesso lo scivolone e si è rimesso in viaggio.

 

Mattia Santori e gli altri capibranco hanno fatto tappa a Roma per incontrare i ministri Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia e ora puntano al premier Conte. «Non abbiamo ancora una data», fa il vago Santori, senza però rivelare che con il capo del governo lui ha già parlato al telefono.

il flash mob flop delle sardine a scampia 3

Al di là dei temi trattati, la ricerca di un dialogo con i palazzi romani segna la differenza sostanziale dai 5 Stelle.

 

I pesciolini controcorrente non si riconoscono nella politica del «Vaffa», non sono populisti, non intonano slogan anti-casta e il loro antagonismo ha avuto, fino al 26 gennaio, un solo bersaglio: Salvini. Il sì al processo sulla Gregoretti li trova d' accordo: «È caduto il velo» ha commentato Santori. Ecco, il grande interrogativo è questo. Riusciranno le Sardine a costruirsi un' identità che prescinda dalla sfida di piazza con il leader della Lega?

 

IL MEZZOGIORNO: DOPO IL CASO ERASMUS LA SFIDA CON LA LEGA

Le sardine incontrano Oliviero Toscani e Luciano Benetton a Fabrica

Con i ministri Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia le Sardine hanno parlato di mafie, scuola, ambiente, infrastrutture, lavoro. E hanno lanciato una proposta che ha fatto discutere: «Perché non ripristinare una sorta di Erasmus tra regioni del Sud e del Nord? Perché un napoletano non può farsi sei mesi al Politecnico di Torino e un torinese sei mesi a Napoli o a Palermo?».

 

Sui social sono piovute le proteste, perché «la questione meridionale non si risolve così». Ma le Sardine non si scoraggiano, non invertono la rotta e puntano dritto al Sud. Lunedì 17 febbraio faranno un' assemblea pubblica in vista del congresso di Scampia e il 18 saranno a Napoli, con la speranza di umiliare Matteo Salvini. «La Lega proverà a prendere i voti della nostra gente dopo averci insultati. Noi li oscureremo, saremo molti più di loro». E la sfida continua.

 

MATTIA SANTORI E LE ALTRE SARDINE A ROMA PER INCONTRARE PROVENZANO

RAPPORTI CON IL MOVIMENTO: ORA CON I 5 STELLE È LITE «PRIMA CI CERCAVANO»

«Abbiamo scoperto un grande problema di gelosia nel mondo della sinistra», ha affermato con finto candore Mattia Santori. E chissà se il rimbrotto era rivolto solo al Pd o in parte anche ai 5 Stelle, che mal sopportano la concorrenza con i nuovi arrivati. «M5S ci attacca perché rappresentiamo qualcosa che loro non sono più», ha commentato il leader delle Sardine.

 

GIORGIA MELONI INSULTATA DALLE SARDINEMATTIA SANTORI MANGIA SARDINE A UN GIORNO DA PECORA 1

L' idea che una forza di governo scenda in piazza sabato a Roma in difesa dei vitalizi li fa sorridere: «È molto strumentale». I 5 Stelle ricambiano bollandoli come «il vuoto che avanza» e Santori si vendica: «Diversi esponenti 5 Stelle hanno cercato un coinvolgimento, non dico chi». Domenica parte il mini-tour tra Roma, Taranto, Napoli e Lecce. Si inizia da piazza Santi Apostoli, la stessa che i 5 Stelle presidieranno sabato. La competizione (a suon di numeri) sarà inevitabile.

 

LE URNE DI PRIMAVERA: IN CAMPO PER IL VOTO, MA SENZA CANDIDARSI

MATTIA SANTORI E LE ALTRE SARDINE A ROMA PER INCONTRARE PROVENZANO

Nessuna lista, niente candidature alle prossime Regionali. Le Sardine (per ora) provano a restare fedeli all' impegno di non mutarsi in partito. Ma in vista delle elezioni in Liguria, Veneto, Marche, Toscana, Campania e Puglia le Sardine saranno in campo. «Faremo una grande manifestazione in ogni regione», annunciano. I quattro fondatori Mattia Santori, Giulia Trappoloni, Andrea Garreffi, Roberto Morotti (e non solo loro) sono al lavoro per mobilitare più gente possibile contro il populismo sovranista e a sostegno dei «loro» candidati. No a Enzo De Luca in Campania, sì a Eugenio Giani in Toscana.

 

Anche Michele Emiliano potrà beneficiare del soccorso colorato delle Sardine. In Veneto, dove Luca Zaia sembra imbattibile, la campagna di primavera è già partita. A Padova tre giorni fa c' erano 2.500 persone. E le Sardine incrociano le pinne.

 

tomaso montanari

2 – "PROPOSTA LUNARE: GIÀ AVVIENE E NON È UNA LIBERA SCELTA"

Tomaso Montanari per “il Fatto quotidiano”

 

"Sono decenni che gli studenti del Sud fanno l' Erasmus al Nord: ma si chiama emigrazione interna, e non è una libera scelta": è in sostanza questa la risposta che dal Mezzogiorno è subito arrivata, sulla rete, alla prima proposta concreta avanzata dalle Sardine al governo. Ed è una risposta giusta, inevitabile. Chiunque conosca la sperequazione di finanziamento che colpisce gli atenei meridionali non può che trovare lunare quella proposta: perché essa, implicando una parità che non esiste, parte da una completa ignoranza dello stato delle cose.

sardine in piazza a bibbiano 2

 

E anche perché, diciamolo con le parole di Christopher Lasch, scaturisce da una "visione turistica della democrazia": da una visione, cioè, che non contempla conflitti, ignora fratture secolari (la questione meridionale, per esempio) e pensa in termini di ottimismo, buoni sentimenti e comunicazione positiva.

jasmine cristallo 3

 

Ancora peggiori gli esempi con cui le Sardine hanno spiegato la proposta: "Perché un napoletano non può farsi sei mesi al Politecnico di Torino e un torinese sei mesi a Napoli o a Palermo per studiare archeologia, arte, cultura o diritto?".

 

Peggiori perché implicano l' accettazione e la perpetuazione dei peggiori stereotipi, ormai in parte falsi e comunque da ribaltare ove siano veri: e cioè una dicotomia tra il Nord votato all' innovazione tecnologica e un Sud destinato a occuparsi della sua bellezza o a formare avvocati e pubblici funzionari.

 

Tomaso Montanari

Ma la domanda che mi faccio è più radicale: perché un gruppo di giovani evidentemente svegli (alcuni dei quali - come la, peraltro meridionale, Jasmine Cristallo - vanno dicendo cose spesso assai giuste) quando ha l' opportunità di chiedere al governo cosa cambiare di questo Paese orrendo (e orrendo soprattutto verso le loro generazioni), tira fuori una simile sciocchezza, o meglio una simile pochezza? La risposta sta forse nella affascinante risposta che le Sardine toscane (elettoralmente schierate con il peggio dello stato delle cose) hanno dato a un giornalista di Repubblica che ha chiesto loro come si ponessero sul tema cruciale delle Grandi Opere: "Non ci spaccheremo sui temi, non siamo nati per questo, saremo rispettosi. La posizione del movimento è non avere una posizione sui punti divisivi".

 

mattia santori

Ora, se non vuoi prendere posizione sui 'temi' (ecco già il politichese), cioè sulle cose concrete - cose urgenti come la giustizia sociale, l' eguaglianza, il diritto allo studio, la difesa dell' ambiente, la sostenibilità - è difficile cambiare alcunché: ed è anche difficile fare una qualunque proposta al governo che non sia un pensierino edificante che, siccome non vuol dire nulla, non dà noia a nessuno. Non è un caso se le Sardine piacciono così tanto al sistema, all' establishment: perché ce l' hanno (a ragione) con chi da destra vorrebbe prendere il potere in questo sistema, ma non dicono nulla sulle ragioni per cui la destra ha tutto questo consenso.

MATTIA SANTORI MANGIA SARDINE A UN GIORNO DA PECORA

 

Dire che l' università è stata uccisa dall' autonomia fatta in questo modo, dalla riforma Berlinguer, e poi dalla Moratti e dalla Gelmini con le loro privatizzazioni e aziendalizzazioni; e ancora dire che se i meridionali devono andare a studiare fuori è a causa di scelte fatte a tavolino da chi ormai il Sud lo dava per morto: ecco, dire queste e le altre cose vere che si devono dire, è terribilmente divisivo, perché mostrerebbe a tutti le responsabilità del mondo che oggi plaude alle Sardine, cioè quello del vecchio centrosinistra di governo con il suo apparato mediatico. Care Sardine, non abbiate paura di dire le cose come stanno: come ha detto un grande rivoluzionario, "la verità vi farà liberi".

sardine a. bologna LE SARDINE A PIAZZA SAN GIOVANNI jasmine cristallosardinemattia santori a fake sul novesardine a bologna sardine a genova 4sardine a roma 17TOMASO MONTANARI 2

Ultimi Dagoreport

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...