matteo salvini

LO SBORONE SUL CIGLIO DEL BURRONE DAL DESIDERIO DI DISCONTINUITÀ ("BISOGNA CAMBIARE") CHE MONTA NEL CARROCCIO, SALVINI HA TRATTO L'AMARA CONSTATAZIONE CHE L'UNICA OPZIONE PLAUSIBILE SONO LE SUE DIMISSIONI: "SE MI CHIEDETE DI CAMBIARE, DI DIVENTARE UN ALTRO, L'UNICA POSSIBILITÀ CHE HO È FARMI DA PARTE". MA CHI POSSIEDE IL CARISMA POPOLARE PER PRENDERE IL POSTO DEL ‘’TOSSICO DEL PAPEETE”? - A DARE LA SVEGLIA AL "CAPITONE", CI SI È MESSA GIORGIA MELONI: AL GOVERNO PRENDI SOLO SCHIAFFI, DRAGHI VA PER LA SUA STRADA E TI SNOBBA, FORZA ITALIA È SU POSIZIONI ULTRA-EUROPEISTE, LÌ COSA CI STAI A FARE? 

luca bernardo con matteo salvini 2

DAGONEWS

I catastrofici risultati alle Amministrative - nonostante l'auto-consolazione di Salvini ("Abbiamo più sindaci di cinque anni fa"), il “pistolero tatuato” Bernardo candidato a Milano grida vergogna - hanno scosso profondamente la Lega e gli equilibri interni al partito. 

 

"Bisogna cambiare", è il mantra ostinato con cui i dirigenti del Carroccio commentano a bassa voce la scoppola. Matteo Salvini, che sarà anche "Truce" ma non è fesso, ha capito che il cerchio intorno alla sua leadership è diventato stretto, quasi asfissiante. Il desiderio di discontinuità che monta nel Carroccio porta a una inevitabile conseguenza: le sue dimissioni. E davanti ai suggerimenti dell'entourage, Salvini ha tratto l'amara constatazione che l'unica opzione plausibile sono le sue dimissioni: "Se mi chiedete di diventare un altro, di cambiare, l'unica possibilità che ho è farmi da parte". 

salvini orban

 

D'altronde dopo le sue posizioni euro-scettiche, le critiche orbaniane a Bruxelles, gli ammiccamenti no vax e no pass, gli attacchi a Lamorgese e l'antagonismo al governo dalla stessa maggioranza, come fa a cambiare dalla sera alla mattina? Anche se il suo talento camaleontico, con cui è passato dalle magliette "Padania is not Italy" alle felpe con su scritto "Roma", "Napoli" e "Sicilia", glielo permetterebbe anche. 

 

Ma come potrebbero gli elettori che, da Trento a Caltanissetta, si sono eccitati per le sue mattane e i furori propagandistici sparsi dalla "Bestia" di Morisi a riconoscersi in un "Capitano" moderato, responsabile, europeista e di governo? 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 2

 

Quasi sempre cambiare spartito per un partito coincide con la rottamazione del leader. Ma la Lega ne ha uno di riserva? Chi possiede il carisma popolare per prendere il posto di Salvini? Il Carroccio, a differenza di Fratelli d'Italia con Giorgia one-woman-show, ha una classe strutturata: governa regioni, amministra grandi comuni. Avrebbe un "serbatoio" da cui pescare eppure manca il frontman con il quid. 

 

Come ha sintetizzato bene Giuliano Urbani, "Giorgetti e Garavaglia sono bravi ma restano un po' a mezza strada: né dei veri capipopolo né dei premi Nobel". Al "tossico del Papeete" (copyright Giuliano Ferrara), per ora, una concreta alternativa è ancora pallida e si chiama Fedriga. 

 

matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 10

A dare la sveglia al "Capitone", ci si è messa Giorgia Meloni. Gli ha fatto capire, papale papale, che la sua presenza in maggioranza è incomprensibile. Della serie: al governo prendi solo schiaffi, Draghi va per la sua strada e ti snobba, Forza Italia è su posizioni ultra-europeiste, lì cosa ci stai a fare? 

 

Ecco perché il segretario della Lega è in confusione, da qualche mese è particolarmente nervoso. Chissà se ha compreso di aver commesso un errore nel rimandare la creazione della federazione di centrodestra con Forza Italia…Dal canto suo Silvio Berlusconi, rivitalizzato dal ruolo di padre federatore e euro-garante delle destre italiane, ora arriccia il naso. 

 

È rimasto deluso dalla tragicomica scelta dei candidati di Roma e Milano (ma Bernardo è farina anche della sua Licia Ronzulli) e coltiva le sue perplessità sulla capacità di Salvini e Meloni di raccogliere la sua eredità politica: li vede come due capipopolo, ostinati e testardi. Come ha rivelato Gianfranco Rotondi sono due "che non ascoltano". 

 

SALVINI MELONI BERLUSCONI

L'incontro di oggi tra il Cav, il Capitone e la Ducetta cosa ha prodotto? Una generica promessa di procedere compatti per l'elezione del presidente della Repubblica e il no a una legge elettorale proporzionale. Ma l'idea che pulsa nei neuroni di Berlusconi è sempre la stessa: "Basta indugiare. O avviamo questo progetto del partito unico di centrodestra oppure è troppo tardi ed ognuno va per sé…"

 

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…