zingaretti cesa di maio

SE ZINGA VIENE INDAGATO, NON VALE - NELLE STESSE ORE IN CUI DI MAIO DICHIARAVA LA ROTTURA DEI RAPPORTI CON L'UDC PER L'AVVISO DI GARANZIA AL SEGRETARIO (DIMISSIONARIO), LORENZO CESA, ANCHE ZINGARETTI FINIVA IN UNA INCHIESTA GIUDIZIARIA - SULLA GRATICOLA PER LE NOMINE ASL, ANCHE L'ASSESSORE ALLA SALUTE DEL LAZIO, ALESSIO D'AMATO E ALMENO ALTRI SETTE BIG DELLA SANITÀ LAZIALE - SALVINI: “I GUAI DEL LEADER PD COMPLICANO IL RECLUTAMENTO DI VOLTAGABBANA O PER IL MOVIMENTO 5 STELLE I POLITICI INDAGATI NON SONO PIÙ UN PROBLEMA?”

Fabio Amendolara e Giuseppe China per “La Verità”

 

Nicola Zingaretti Luigi Di Maio Giuseppe Conte

Abuso d'ufficio, falsità commessa da pubblico ufficiale e rifiuto d' atti d' ufficio. Secondo alcune fonti di stampa, sono questi i reati contestati nell' ambito dell' inchiesta che tiene Nicola Zingaretti, l' assessore alla Salute del Lazio, Alessio D' Amato e almeno altri sette big della sanità laziale, sulla graticola.

 

E che ruota attorno ad alcune nomine strategiche effettuate nel 2019. Quasi come una nemesi, nelle stesse ore in cui un Lugi Di Maio più giustizialista del solito dichiarava la rottura dei rapporti con l' Udc per l' avviso di garanzia al segretario (dimissionario), Lorenzo Cesa, un alleato di peso del M5s finiva anche lui in una inchiesta giudiziaria.

 

L' ipotesi di reato per Zinga e co. è assai meno grave di quella di Cesa, ma il cortocircuito politico è evidente, considerando le parole del ministro degli Esteri su Facebook: «Ciò che andrebbe riconosciuto al Movimento (oltre ai provvedimenti portati a casa che durante questa pandemia si sono rivelati lungimiranti) è aver chiuso ogni spazio di manovra a chi credeva che la politica fosse un salvacondotto dai problemi giudiziari. Di fronte ad ogni più piccolo sospetto (di altri, ricorderete il caso Siri) abbiamo agito garantendo pulizia a tutto il sistema».

cesa rosario

 

A rimarcare l' incongruenza, memore forse proprio del caso Siri, è stato il segretario della Lega, Matteo Salvini: «Prorogate le indagini che coinvolgono il governatore Zingaretti per le nomine nelle Asl del Lazio. I cittadini meritano chiarezza e rapidità, anche per le eventuali ricadute sul governo nazionale: i guai del leader Pd complicano il reclutamento di voltagabbana o per il Movimento 5 stelle i politici indagati non sono più un problema?».

LUIGI DI MAIO NICOLA ZINGARETTI BY EDOARDOBARALDI

 

La vicenda nasce nel 2019 da un esposto di un consigliere di opposizione alla Pisana, Antonello Aurigemma, che aveva presentato una serie di interrogazioni sulle nomine dei vertici delle Asl, avvenute anche attraverso una modifica dei requisiti richiesti.

 

Infatti, con la «Determinazione 25 ottobre 2019, n. G14590», scritta in conseguenza di una delibera di giunta del giorno precedente, dai parametri per la selezione degli idonei da cui attingere per la nomina di direttore amministrativo, erano spariti i cinque anni di esperienza in «strutture sanitarie pubbliche o private», trasformati in un più semplice «svolgimento di qualificata attività di direzione tecnica o amministrativa, con diretta responsabilità delle risorse umane, finanziarie e strumentali».

cesa

 

Il 31 ottobre di quell' anno Aurigemma presenta un' interrogazione a risposta immediata, la 272, denunciando che le modifiche al bando «risultano nulle in quanto in contrasto con una norma di rango superiore quale il decreto legislativo 502 del 1992 o la stessa legge regionale della Regione Lazio numero 18 del 1994» e chiedendo quindi il ritiro del provvedimento.

 

ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO

Ma nella sua risposta in aula, il 6 novembre, l' assessore alla Sanità era stato irremovibile: «No, non è intenzione dell' amministrazione regionale ritirare il provvedimento, un provvedimento pienamente legittimo all' interno del quadro nazionale. Peraltro, voglio dire al consigliere Aurigemma che la gran parte delle Regioni italiane ha adottato un' analoga metodologia, sia Regioni governate dal centrodestra, e può verificare, qui vi è l' ultima delibera fatta dell' Albo dei direttori amministrativi nella seduta del 24 settembre di Regione Lombardia, sia Regioni governate dal centrosinistra, come la Regione Toscana, la Regione Umbria, che adesso è passata a un nuovo governo, ed altre ancora.

 

alessio d'amato nicola zingaretti

Vi è stata un' interpretazione estensiva per dar modo a un' ampia platea di professionisti di partecipare all' Albo dei direttori amministrativi, per poi eventualmente essere presi da quest' Albo. Per cui, nessuna volontà di ritiro perché il provvedimento è legittimo».

 

Due giorni dopo Aurigemma, che nelle settimane successive approderà al gruppo consiliare di Fratelli d' Italia, presenta una nuova interrogazione a riposta immediata, la 283, con un oggetto che lascia pochi dubbi sulla posizione del consigliere: «Errore nella risposta immediata a interrogazione 272 concernente Legittimità previsioni normative Dgr 786 del 24 ottobre 2019 inerenti la modifica e l' integrazione delle Dgr 680/2019 e 681/2019, criteri per la formazione dell' elenco degli idonei alla nomina di direttore amministrativo delle aziende e degli enti del Servizio sanitario regionale», chiedendo di nuovo la revoca del provvedimento.

alessio d'amato

 

Ancora nulla da fare, per D' Amato sulle nomine «la Regione Lazio si sta comportando, per quanto riguarda i bandi dei direttori generali, in analogia con molte altre Regioni italiane secondo i requisiti del decreto 502». Da qui l' esposto e le iscrizioni sul registro degli indagati che hanno ricevuto la richiesta di proroga delle indagini.

 

Flori Degrassi, direttore generale della Asl Roma 2, si è affrettata a dichiarare: «Operando questa azienda nel rispetto delle normative vigenti, confida nell' operato della Procura». Ma a dirimere la vicenda, mettendo la parola fine all' inchiesta, potrebbe essere la riforma del reato di abuso d' ufficio varata dal governo giallorosso con il decreto Semplificazioni, che era stata oggetto di accese polemiche.

 

DI MAIO ZINGARETTI E LE REGIONALI IN UMBRIA

Fonti qualificate della Procura riferiscono che all' interno del pool che si occupa dei reati contro la pubblica amministrazione sarebbe in corso un confronto riguardo alle inchieste per abuso d' ufficio, alla luce delle modifiche al reato apportate nel luglio scorso con il decreto semplificazioni. Al momento, però, l' inchiesta va avanti e la grana giudiziaria per Zinga, l' assessore e i sette Golem della sanità laziale potrebbe trasformarsi in una nuova pesante tegola sulle trattative per tenere in piedi Giuseppe Conte.

zingaretti di maioGOVERNO CONTE BIS BY TERRE IMPERVIEPAPEETE COCKTAIL: LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE NICOLA ZINGARETTI BY GIANBOYzingaretti di maio

Ultimi Dagoreport

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)