mario draghi silvio berlusconi christine lagarde ursula von der leyen matteo salvini giorgia meloni valdis dombrovskis

SEGNATEVI QUESTA DATA: 24 AGOSTO - DRAGHI PARTECIPERÀ AL MEETING DI RIMINI DI “COMUNIONE E LIBERAZIONE”: FARA’ UN INTERVENTO MOLTO POLITICIZZATO, FONDAMENTALE ANCHE IN VISTA DEL VOTO – IL MESSAGGIO SARA' UNO SCHIAFFO PER LA TRIADE SALVINI-MELONI-BERLUSCONI: SE SI CAMBIA, IL PNRR SI SFASCIA. E VA RICONTRATTATO CON UN’EUROPA OSTILE AL CENTRODESTRA PUTINIAN-ORBANIANO – IL DEEP STATE SOGNA PANETTA MINISTRO O PREMIER PER SEDARE I MERCATI E BRUXELLES – DRAGHI VOLA NEI SONDAGGI E INFATTI BERLUSCONI LO ALLISCIA: “SPERO CONTINUI A SVOLGERE UN RUOLO IMPORTANTE PER L’ITALIA” - IL CAVALIER POMPETTA SA BENE CHE NON SI GOVERNA “CONTRO” L’EUROPA MA “CON” ESSA, ALTRIMENTI VIENI TRITURATO, COME AVVENNE A LUI NEL 2011 (LO HA SPIEGATO ALLA DUCETTA E AL TRUCE?)

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN

DAGOREPORT

 

Segnatevi questa data: 24 agosto. Mario Draghi parteciperà al tradizionale meeting di Rimini organizzato da “Comunione e Liberazione”. Si preannuncia un intervento molto politicizzato da parte del premier uscente, fondamentale anche in vista del voto del 25 settembre (che da Washington seguono con grande attenzione). Sarà una sorta di testamento politico prima di lasciare la guida del governo.

SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI

 

Il discorso di Mariopio sarà improntato al realismo e alla concretezza, ben lontano da posizioni ideologiche. Rimarcherà i provvedimenti che sono stati attuati e quelli che dovranno essere fatti. Ricorderà che il nostro Paese è ultra-indebitato, esposto ai tumulti dei mercati, dipendente dalla Bce e dai soldi dell’Europa.

 

Il succo distillato del monito sarà cristallino: chi andrà al governo dopo il voto dovrà ponderare attentamente ogni decisione. Se il Centrodestra a guida Meloni si ritroverà alla guida del Paese dovrà prendere una decisione importante: continuità o discontinuità rispetto al Pnrr e agli accordi che Draghi ha siglato con l’Europa?

 

paolo gentiloni valdis dombrovskis

Nel programma elettorale della coalizione si parla chiaramente di “rinegoziare il Pnrr in funzione delle mutate condizioni, necessità e priorità".

 

Ma tra rinegoziare e sfasciare il confine non è solo lessicale. Finora le proposte elettorali, soprattutto di Salvini e Berlusconi, vanno in direzione opposta a quella “Agenda Draghi” (sposata da Pd, Calenda e Renzi) che altro non è che il piano di riforme concordato da Draghi e la Commissione europea per dare legittimità ai 209 miliardi che Bruxelles ha stanziato per l’Italia.

 

BERLUSCONI SALVINI MELONI

Lega e Forza Italia straparlano di Flat Tax (Salvini la vuole al 15%, Berlusconi al 23%, la Meloni sui guadagni aggiuntivi) quando c’è una riforma fiscale, concordata con l’Europa, da portare a termine. Bisogna approvare il Ddl Concorrenza e invece la Lega intende candidare un esponente dei balneari (chiaro segno sarà rimbalzato ogni tentativo di riordino del settore).

 

La riforma della Giustizia by Cartabia ha scontentato tutti e già si annunciato “ritocchi”. Idem per il piano del ministro Giovannini sulle Infrastrutture e i trasporti (con la nazionalizzazione della compagnia aerea Ita). Infine si ipotizza di finanziare maggiormente le infrastrutture energetiche, anche a costo di rallentare la transizione verde.

 

giorgia meloni mario draghi

Draghi farà capire che non si può modificare il Pnrr in modo unilaterale e che ogni cambiamento avrà dei costi enormi, politici e finanziari. Se il Centrodestra vuole sfasciare quanto concordato con l’Ue, Giorgia Meloni sarà costretta a rinegoziare il piano. E dovrà farlo con un’Europa ostile: da Ursula von der Leyen (che pendeva dalle labbra di Mariopio) al falco lettone Dombrovskis e al commissario per l’economia il piddino Paolo Gentiloni, passando per il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese Macron, sono tutti insofferenti verso il centrodestra italiano putinian-orbaniano.

 

URSULA VON DER LEYEN OLAF SCHOLZ MARIO DRAGHI

Le elezioni italiane hanno scombussolato il percorso europeo e Bruxelles  non è predisposta ad accordare a un governo “anti-Sistema” modifiche e “discontinuità” rispetto all’azione di Draghi.

 

Come ricorda “Repubblica”: “Sono 55 gli obiettivi da raggiungere entro il 31 dicembre per ottenere 21,8 miliardi dall’Ue, 27 entro il 30 giugno 2023 per incassare altri 18,4 miliardi, ben 69 nella seconda metà del prossimo anno per 20,7 miliardi. E così via, di semestre in semestre, fino a fine 2026. Il Pnrr è in gran parte ancora da conquistare: incluso l’anticipo, finora Bruxelles ha staccato assegni per 66,9 miliardi su 191,5”.

 

SILVIO BERLUSCONI MATTEO SALVINI

Se si tocca, il Pnrr si sfascia. Non a caso l’erogazione dei fondi Pnrr è stata prevista in tranche, in modo da monitorare lo sviluppo delle riforme di ogni Paese e tenerlo sotto controllo.

 

In casa Fratelli d’Italia sono però bene attenti a dire che non è loro intenzione “buttare tutto al macero”. Si vogliono aggiustare le riforme, non bloccarle. Rivedere gli investimenti. “Niente di eversivo – ha spiegato una delle eminenze grigie della Ducetta, Raffaele Fitto - la proposta lanciata da Meloni si basa sui regolamenti europei, sull’articolo 21”, che permette di presentare alla Commissione richiesta motivata di modificare o sostituire gli obiettivi del piano.

 

ursula von der leyen consegna a mario draghi la pagella di bruxelles al recovery plan italiano 1

Ma chi garantisce che la Commissione abbia intenzione di sedersi al tavolo e rinegoziare il Pnrr, dando l’ok a modifiche magari non gradite? Anche perché gli alti funzionari europei sospettano che la riottosità del Centrodestra a dare seguito all’Agenda Draghi nasca sostanzialmente dal rifiuto di fondo del sostegno europeo, con la volontà di arrivare prima o poi a una rottura per poi attribuire a Bruxelles tutti i futuri problemi.

 

Al di là degli annunci, c’è una montagna da scalare, altro che ciance da campagna elettorale. E c’è dell’altro. Meloni, Salvini e Berlusconi si dovranno misurare su un territorio inesplorato con la Bce della Lagarde, tanto cara a Macron, pronta a chiudere i rubinetti quando i nostri Btp andranno a scadenza.

il banchiere fabio panetta

 

Anche il nuovo scudo anti-spread della Bce, infatti, è condizionato al rispetto della road map del Pnrr. Chi rifinanzierà il nostro debito pubblico con una Banca centrale meno accomodante? Chi andrà a trattare sui tavoli che contano, da una posizione di evidente debolezza visto il debito pubblico italiano, per spuntare qualche margine d’azione?

 

Ecco perché gli “addetti ai livori”, che ben conoscono la macchina dello Stato e i suoi gangli vitali (ergo, Deep State), ragionano sull’ipotesi meno dannosa: l’economista ‘’di destra’’ Fabio Panetta, membro del board della Bce, come ministro dell’Economia o, addirittura, come presidente del Consiglio di un futuro governo di Centrodestra. Sarebbe l’uomo “di Sistema” in grado di tenere buoni mercati e Commissione Ue, garantire la messa a terra del Pnrr come concordato con Draghi. (Panetta, comunque, ha smentito ogni suo coinvolgimento: “Resto alla Bce”).

draghi berlusconi

 

Ps: nelle rilevazioni dei sondaggisti delle ultime settimane è cresciuto il gradimento e il consenso per Draghi. In vista di un autunno durissimo dal punto di vista energetico e economico, agli italiani avrebbe fatto comodo avere uno “scudo” con Mariopio in Europa…

ANGELA MERKEL SILVIO BERLUSCONI

 

Ps-bis: nell’intervista a “il Foglio” Berlusconi, che ha capito che con un’Europa ostile non si va da nessuna parte e non si governa, ha teso una mano a Draghi (e quindi a Bruxelles): “Sono stato io a volerlo alla guida di Bankitalia e poi della Bce, superando la resistenza della signora Merkel. Sono stato ancora io il primo a indicarlo alla guida del governo di unità nazionale. Ovviamente non posso che essere favorevole al fatto che continui a svolgere un ruolo importante per l’Italia, anche dopo le elezioni. E in generale ho detto più volte che non disperderemo quanto di buono ha fatto il governo Draghi, anche nella scelta delle persone, naturalmente”. Il Cav, che dagli Euro-poteri e dai mercati fu triturato nel 2011 con la crisi dello spread, ha capito che non si governa “contro” l’Europa ma “con” essa. Lo avrà spiegato a Salvini?

angela merkel silvio berlusconifabio panetta

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?