di maio conte salvini siri

SEPARATI IN CASA – TROVATA LA SOLUZIONE DEL CASO SIRI: POTREBBE ESSERE CONTE CON UN ATTO PERSONALE A REVOCARE IL SOTTOSEGRETARIO INDAGATO E SALVINI POTRÀ CONTINUARE A DIFENDERLO – IL GOVERNO SI ASPETTA UNA BOCCIATURA SUL DEBITO DA BRUXELLES MA SE NE FREGA: FINO ALLE EUROPEE NON CAMBIA NIENTE, NEPPURE NEI RAPPORTI INTERNI TRA LEGA E M5S. E INFATTI SALVINI E DI MAIO CONTINUANO A NON PARLARSI E ATTACCARSI. ALMENO FINO AL 26 MAGGIO...

1 – SALVINI, SU IVA NIENTE DIKTAT DA EUROPA

(ANSA) - "L'Europa ci chiede di aumentare l'Iva? L'Europa non ci può dire cosa fare". Così il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ad Aversa (Caserta). Salvini, per manifestare la sua contrarietà alla richiesta europea, ha usato un termine colorito, molto applaudito: "Col...
    che faremo quello che ci dice" ha detto. "Non andremo con il cappello in mano come Monti e Renzi" conclude il vice-premier.

 

2 – GOVERNO, SIRI: TROVATA LA SOLUZIONE. REVOCA DIRETTA DA PARTE DEL PREMIER

Alberto Maggi per www.affaritaliani.it

 

SIRI CONTE

Revoca diretta del sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Sarebbe questa, secondo quanto ha appreso Affaritaliani.it da fonti parlamentari leghiste, la soluzione trovata per uscire dall'impasse sul padre della flat tax indagato per corruzione e nelle ultime ore al centro della bufera per il servizio di Report sull'acquisto di una palazzina da 600mila euro vicino a Milano con la Procura che ha anche aperto un'inchiesta.

 

ARMANDO SIRI

Matteo Salvini è finito in un angolo: o faceva dimettere Siri venti giorni fa (per senso di opportunità politica continuando comunque a difendere il senatore del Carroccio) - quando è scoppiato il caso - oppure alla vigilia del Consiglio dei ministri decisivo non ha più alcun senso e sarebbe di fatto un'ulteriore clamorosa sconfitta e una totale capitolazione al Movimento 5 Stelle e a Luigi Di Maio, che hanno tenuto il punto fin dall'inizio. Arrivare alla conta in Cdm sarebbe un passaggio doloroso per l'esecutivo: verrebbero messe in piazza le lacerazioni profonde della maggioranza, con i pentastellati che in ogni caso hanno la maggioranza assoluta.

giuseppe conte armando siri

 

E, quindi, non c'è partita. Ecco dunque la soluzione che sta maturando: scaricare tutto sul premier che, con un suo atto personale e non collegiale del governo, revoca il sottosegretario leghista. In questo modo Salvini potrà continuare a difendere Siri nelle piazze affermando che i processi si fanno in tribunale e non sui giornali addossando al presidente del Consiglio la responsabilità della decisione del siluramento.

siri salvini

 

 Ad ogni modo, come Affaritaliani.it ha scritto fin dal primo giorno, l'esecutivo non cade sul caso Siri e non potrebbe essere altrimenti. La Lega non può certo permettersi di mandare all'aria l'esecutivo del Cambiamento che tante speranze aveva creato negli italiani dopo il 4 marzo 2018 per una poltrona da sottosegretario e per un caso di presunta corruzione.

 

siri salvini

Ben diversi, spiegano sempre fonti parlamentari del Carroccio, sono i due temi politici chiave per il ministro dell'Interno: l'autonomia regionale e la flat tax. "Qui sì che il governo rischia di cadere, altro che Siri", spiega a microfono spento un big leghista. Salvini ha spostato a Natale il limite entro il quale far entrare in vigore il trasferimento di competenze e risorse a Veneto e Lombardia ma oltre non può certo andare, anche perché il prossimo anno Luca Zaia va al voto, senza dimenticare che il M5S pone dubbi e interrogativi anche nel merito del federalismo e non solo sui tempi. Va bene la Lega sovranista e nazionale, alleata in Europa di Vox e della Le Pen, ma l'autonomia e il regionalismo sono pur sempre nel dna del Carroccio e su questo punto Salvini non può abdicare, pena una rivolta della base di duri e puri padani già in fibrillazione (non solo in Veneto).

 

ARMANDO SIRI GIUSEPPE CONTE

C'è poi il tema della tassa piatta, proprio quella di Siri, che il responsabile del Viminale ha fortemente rilanciato mettendola in contrapposizione al reddito di cittadinanza e sulla quale il M5S ha sempre frenato ponendo limiti e soprattutto ricordando che non dovrà comportare l'aumento dell'Iva dal primo gennaio 2020. Salvini punta tutto sulla nuova Europa che dovrà nascere dopo il 26 maggio, ma se a Bruxelles non arrivasse una svolta in tema di austerity e di vincoli di bilancio (e su questo i sovranisti europei sono perfino più duri di Juncker e Moscovici) far quadrare i conti sarà quasi impossibile, tra rifinanziamento di quota 100 e del reddito di cittadinanza, disinnesco delle clausole di salvaguardia e avvio della flat tax. "Se non troveremo la quadra, difficile, salta tutto in autunno", si lascia andare un altro esponente di peso del Carroccio. Ovviamente molto dipenderà anche dal risultato delle elezioni europee e da quanto i sondaggi verranno confermati. Più sarà ampio il vantaggio della Lega sui 5 Stelle e più Salvini alzerà la voce su autonomia e fisco, facendo così riesplodere le tensioni nella maggioranza.

ARMANDO SIRI

 

3 – IL GOVERNO DIVISO, MA SPERA IN NUOVI EQUILIBRI A BRUXELLES

Marco Conti per “il Messaggero”

 

Se l' aspettano, ma fanno spallucce. Per ora. Le previsioni economiche di Bruxelles sull' Italia e gli altri paesi dell' eurozona, difficilmente cambieranno i toni di una campagna elettorale dove i due vicepremier continuano a duellare su tutto, tranne che su conti pubblici, crescita e lavoro.

 

L' euro-rampogna, prevista per domani, è quindi messa nel conto e solo in parte mitigata dalla situazione di incertezza che avvolge anche paesi importanti, Germania in testa. Ma ciò che domani - numeri alla mano - tornerà nuovamente evidente è che lo 0,2% di crescita dell' Italia rappresenta il fanalino di coda dell' Unione e che se un record abbiamo migliorato è quello del debito pubblico.

jean claude juncker giuseppe conte 3

 

QUALCHE SETTIMANA

Le imminenti elezioni, il cambio della Commissione atteso per fine anno - salvo proroghe causa Brexit - i nuovi equilibri che si potrebbero determinare dopo il voto nell' europarlamento e il cambio alla guida della Bce, lasciano al governo ancora qualche settimana di tempo per evitare di dover assumere provvedimenti prima del voto. Ovvio che qualunque cosa accada il 26 maggio, il ministro Tria tornerà nelle attenzione dei due vice. Ieri sera Di Maio in tv lo ha già detto: noi e la Lega stiamo trattando meglio Tria «solo perchè concentrati su Siri». Come dire che finita la sceneggiata ad uso elettorale, torneranno i problemi veri.

 

tria di maio salvini conte

È convinzione del presidente del Consiglio Conte che l' uscita dalla recessione tecnica, celebrata con una certa enfasi pochi giorni fa, sia il primo passo per arrivare a fine anno sopra la previsione di crescita indicata nel Def, ma restano i problemi legati all' eccesso di debito cumulato anche quest' anno grazie a Quota100 e Reddito. Sia Conte che i due vicepremier Di Maio e Salvini, sinora hanno addebitato la scarsa crescita del Paese «all' Europa che non cresce», ma i dati di domani diranno che non è del tutto vero.

GIUSEPPE CONTE PINOCCHIO IN MEZZO AL GATTO (LUIGI DI MAIO) E LA VOLPE (MATTEO SALVINI) MURALE BY TVBOY

Lo sblocca-cantieri, per stessa ammissione del presidente del Consiglio, è fermo, mentre i provvedimenti del decreto crescita devono ancora prendere il largo.

 

Dopo il voto del 26 maggio si comprenderà meglio, fuori dalla propaganda, come il governo intenda affrontare la questione dell' Iva che dovrebbe scattare se non si troveranno i 23 miliardi messi a copertura e i 5 che mancano ancora dallo scorso anno. Il ministro dell' Economia Giovanni Tria, in mancanza di proposte alternative, sembra dare per scontato l' aumento. Di Maio e Salvini sinora lo hanno escluso, ma senza proporre soluzioni.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO COME BUD SPENCER E TERENCE HILL

Non solo. Saranno le piazze e il clima di questi giorni, ma cominciano a emergere da M5S e Lega una nuova serie di proposte che per ora hanno come unico pregio quello di spaventare investitori e imprenditori. Salvini continua infatti a sostenere che la flat-tax va inserita nella prossima manovra, mentre il premier Conte frena e Di Maio sventola la bandiera del salario minimo. Per sapere quali promesse finiranno nella manovra occorrerà attendere il risultato delle Europee.

 

MATTEO SALVINI LUIGI DI MAIO INNAMORATI

Malgrado il clima da separati in casa nessuno dei due vicepremier, tantomeno Conte, evoca crisi di governo e elezioni anticipate. Una verifica la ritengono però inevitabile tutti anche se Di Maio ha già messo le mani avanti escludendo rimpasti. Qualora però il voto - come sostengono i sondaggi - dovesse ribaltare i rapporti di forza, sarà difficile per i grillini non fare un passo indietro. Un nuovo braccio di ferro, in stile maggio 2018 è quindi prevedibile. Con la Lega che vuole incassare subito il dividendo elettorale e il M5S che potranno sempre contare su un Salvini che, sulla carta e a certe condizioni, è ovvio che preferisca affrontare la manovra di bilancio con il M5S piuttosto che con il vecchio centrodestra.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…