joe biden donald trump

UNA SETTIMANA DA DIO PER TRUMP - PRIMA HA STRAVINTO IL DIBATTITO TELEVISIVO CONTRO L'81ENNE BIDEN, ORA "THE DONALD" HA RICEVUTO DALLA CORTE SUPREMA L’IMMUNITÀ PER GLI ATTI UFFICIALI QUANDO ERA ALLA CASA BIANCA - QUEL VOLPONE DI TRUMP ASPETTA AD ANNUNCIARE IL SUO VICE: VUOLE LASCIARE IL PIÙ POSSIBILE SULLA PRIMA PAGINA DEI GIORNALI LA FIGURACCIA DI BIDEN - L'EX PRESIDENTE È PRONTO A OFFRIRE A PUTIN LO STOP A KIEV NELLA NATO E...

1.TRUMP STA A GUARDARE E RIMANDA LA SCELTA DEL VICE

Estratto dell’articolo di Andrea Marinelli per il “Corriere della Sera”

 

donald trump al dibattito con biden

Per Donald Trump è stata una settimana perfetta. Prima ha stravinto il dibattito di giovedì senza neanche andare all’attacco, per manifesta confusione dell’avversario. Poi ha ricevuto l’immunità per tutti gli atti ufficiali compiuti nei quattro anni di presidenza, e con i suoi legali è già riuscito a rimandare a dopo la convention la sentenza del processo newyorkese, l’unico dei quattro procedimenti penali arrivati giudizio, nonostante riguardi fatti avvenuti prima del suo arrivo alla Casa Bianca.

 

E ora guarda la candidatura di Joe Biden naufragare fra le pressioni dei democratici e i dubbi che stanno scalfendo l’iniziale, apparente determinazione del presidente degli Stati Uniti ad andare avanti.

 

joe biden donald trump

I sondaggi ormai vanno a gonfie vele, Trump ha un vantaggio di due punti a livello nazionale secondo l’ultimo rilevamento della Cbs, che conta poco e non è cambiato granché da prima del dibattito: la media di tutti quelli usciti finora è di 2,4 punti. È però negli Stati in bilico — quelli che ogni quattro anni decidono le elezioni, spesso per poche migliaia di voti — che Donald Trump ha preso il largo.

 

Secondo la Cbs il vantaggio di Trump negli Stati in bilico è di 3 punti: in questo momento, probabilmente, per Biden non basterebbe neanche tenere in quelli in cui il distacco è entro il margine di errore.

joe biden

 

A fare la differenza, sostiene il sondaggio della rete televisiva americana, è la motivazione degli elettori: i democratici non sono più così convinti di andare a votare per il presidente, mentre l’esito del dibattito ha dato slancio all’entusiasmo dei conservatori. Sentono il profumo della vittoria. [...]

 

La sua squadra era arrivata al confronto televisivo con grande fiducia, ma non si aspettava un disastro tale da parte di Biden. Questo ha cambiato un po’ i piani: ora il team Trump sostiene che il presidente non si ritirerà, è convinto di poter vincere, ma intanto ha cominciato a mandare in onda spot televisivi che attaccano Kamala Harris e farà lo stesso con chiunque entrerà nella contesa.

 

bidenica video di donald trump 1

«Non c’è minaccia peggiore per la democrazia di cambiare il candidato dopo le primarie», ha detto l’aspirante vice J.D. Vance. Finché si continuerà a parlare delle difficoltà di Biden, finché continueranno ad arrivare le richieste di fare un passo indietro da parte dei suoi stessi colleghi democratici, l’ex presidente eviterà però anche di annunciare il nome del candidato che lo accompagnerà nella corsa verso la Casa Bianca: inizialmente sembrava volesse farlo prima del dibattito, poi ha aspettato, ora non ha nessuna intenzione di regalare un diversivo al rivale.

 

donald trump joe biden dibattito presidenziale cnn

Nelle prime ore dopo il confronto di Atlanta, quando i media lo avevano praticamente ignorato, era diventato chiaro che la sua strategia migliore sarebbe passata attraverso un relativo silenzio, e l’attesa, senza dare ai giornali titoli che avrebbero potuto oscurare la figuraccia di Biden: deve tenere un basso profilo ed è quasi un paradosso per un uomo che, per tutta la vita, ha cercato la luce dei riflettori, che usava uno pseudonimo — John Barron, nome che poi ha dato all’ultimo figlio — per parlare con i tabloid e fare gossip su sé stesso.

 

joe biden durante il dibattito con trump alla cnn

E quindi aspetta. Questa settimana — in America è la festa del 4 luglio, quella dell’Indipendenza — non ha alcun evento pubblico già programmato, ma non potrà allungare troppo i tempi del suo annuncio: Trump ha al massimo due settimane per rivelare quale nome comparirà dopo il suo nel ticket presidenziale, visto che l’intervento del futuro vice è previsto per il 17 luglio alla convention di Milwaukee. [...]

 

2.TRUMP PRONTO A OFFRIRE A PUTIN LO STOP A KIEV NELLA NATO

Benedetta Guerrera per l’ANSA

 

Donald Trump sarebbe disposto a concedere a Vladimir Putin il veto sull'ingresso dell'Ucraina nella Nato in cambio della pace. Lo sostiene Politico in una lunga analisi su dove andrebbe l'Alleanza Atlantica nel caso di un ritorno del tycoon alla Casa Bianca. Non solo, The Donald sarebbe anche pronto a concordare con il Cremlino quali territori Kiev debba cedere alla Russia per mettere fine al conflitto.

 

donald trump joe biden dibattito presidenziale cnn 1

E di piano di pace è tornato a parlare anche il presidente turco Recep Tayyip Erdogan che si è offerto di "gettare le basi per un accordo che ponga fine alla guerra tra Russia e Ucraina" con un cessate il fuoco prima e poi con una soluzione "giusta" che soddisfi sia Mosca che Kiev. Il leader lo avrebbe detto direttamente a Putin in occasione del vertice dell'Organizzazione per la cooperazione di Shanghai.

 

Ma mentre Erdogan non è entrato nel dettaglio Trump, che ha più volte dichiarato che sarebbe in grado di fermare la guerra in Ucraina in un solo giorno, sembra avere un piano. La proposta non ha tuttavia riscosso l'entusiasmo di Mosca che ha praticamente snobbato il tycoon "La Russia non dialoga con Trump sulle condizioni per raggiungere la pace in Ucraina", ha dichiarato senza troppi giri di parole il portavoce del Cremlino Dmitrij Peskov.

Trump e Putin

 

E la reazione del governo ucraino è stata chiaramente durissima. "Non scenderemo a compromessi con la Russia e e non rinunceremo ad alcun territorio per porre fine alla guerra", ha dichiarato secco il capo dell'ufficio presidenziali Andriy Yermak in queste ore in visita a Washington. "Ascolteremo tutti i consigli per raggiungere una pace giusta. Ma non siamo pronti a scendere a compromessi su cose e valori molto importanti... indipendenza, libertà, democrazia, integrità territoriale, sovranità", ha sottolineato. In un'intervista a Bloomberg tv Volodymyr Zelensky ha espresso la sua preoccupazione che dopo il 5 novembre l'Ucraina non potrà più contare sul "potente sostegno degli Stati Uniti".

 

vladimir putin donald trump

"Se Trump sa come porre fine a questa guerra, dovrebbe dircelo oggi", è stato l'appello del presidente ucraino sottolineando che "se ci sono rischi per l'indipendenza dell'Ucraina, dobbiamo essere preparati". I timori di Zelensky sono condivisi anche dall'amministrazione Biden e da tutti gli alleati della Nato che, infatti, si stanno preparando ad un passaggio di testimone nel vertice della prossima settimana a Washington.

 

Il piano che sarà discusso al summit prevede tre punti: innanzitutto la creazione di un fondo per assicurare un flusso di denaro continuo a Kiev nel caso in cui Trump una volta tornato nello Studio Ovale e con la maggioranza alla Camera voglia chiudere i rubinetti americani; poi spostare a Bruxelles, nel quartier generale della Nato, il coordinamento del Gruppo di contatto, finora sempre convocato dal segretario alla Difesa americana Lloyd Austin.

 

DONALD TRUMP VLADIMIR PUTIN

Infine, attribuire più poteri al generale Christopher Cavoli, a capo del Comando supremo delle potenze alleate in Europa, un uomo di Biden che gli alleati intendono far rimanere al suo posto, rafforzato, anche in caso di vittoria del tycoon. Ma le preoccupazioni della Nato per un ritorno di Trump non si fermano all'Ucraina. Da presidente e in campagna elettorale, The Donald ha minacciato così tante volte l'uscita degli Stati Uniti dall'alleanza che ormai, secondo gli analisti, è solo una questione di tempo.

 

 

donald trump joe biden dibattito presidenziale cnn

L'unico modo per evitarla, sostiene Politico, sarebbe creare una Nato di serie A e una di serie B dove finirebbero tutti quei Paesi - tra i quali l'Italia - che spendono per la difesa meno del 2% del deficit e che, nelle intenzioni di Trump, non godrebbero più della protezione degli Stati Uniti.

joe biden durante il dibattito con trump alla cnn

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…