paul krugman bernie sanders

SI PUÒ GOVERNARE L’AMERICA AVENDO WALL STREET CONTRO? – IL CONSIGLIO DEL PREMIO NOBEL PAUL KRUGMAN AI CANDIDATI DEMOCRATICI: LA CORRUZIONE, LE FRODI E GLI ECCESSI DI WALL STREET TORNINO AL CENTRO DELLA CAMPAGNA ELETTORALE - IL PROBLEMA È CHE BLOOMBERG “HA ACCUMULATO MILIARDI VENDENDO STRUMENTI SPECIFICI AI TRAFFICANTI TRUFFALDINI” E LA WARREN, “ACCANITA CROCIATA CONTRO GLI ECCESSI DEL SISTEMA FINANZIARIO È INCIAMPATA MALAMENTE”. E BERNIE? – VIDEO

 

Paul Krugman per “New York Times”*, pubblicato da “la Repubblica”

*Traduzione di Anna Bissanti

 

paul krugman 3

Il dibattito tra gli aspiranti candidati democratici di mercoledì scorso ci ha fornito molte più informazioni dei precedenti. Abbiamo appreso che, come candidato alla presidenza, Michael Bloomberg è un grande uomo d' affari e che Elizabeth Warren resta una forza da non sottovalutare. Che cosa implica tutto ciò per la nomina del candidato democratico? Non ne ho idea.

 

mike bloomberg elizabeth warren

Forse, però, lo scontro Warren-Bloomberg contribuirà a distogliere un po' l' attenzione dalla questione della Medicare for All (Assistenza sanitaria universale, NdT) - che non ha possibilità di entrare in vigore a prescindere da chi vincerà - e a riportarla su un' altra nella quale, invece, conterà moltissimo quale democratico finirà col prevalere. Faremo qualcosa per frenare la finanziarizzazione dell' economia degli Stati Uniti?

michael bloomberg 1

 

Durante la più grandiosa generazione dell' economia americana, Wall Street fu una componente periferica del quadro generale. Quando pensava ai leader economici, la gente pensava alle persone che dirigevano le aziende che producevano beni e oggetti, non a quelle che si erano arricchite in intrighi. Le cose cambiarono negli anni Ottanta, grazie alla deregulation finanziaria. I grossi capitali si fecero comprando e acquistando aziende, non più dirigendole.

 

In molti casi, quegli accordi finanziari oberarono le aziende di livelli paralizzanti di debito, facendole finire spesso in bancarotta e determinando una distruzione dei posti di lavoro. Il settore finanziario divenne parte integrante dell' economia. Non risulta che l' enorme espansione di Wall Street abbia reso più efficiente il resto dell' economia.

le frasi sessiste di michael bloomberg

 

elizabeth warren su bloomberg

Al contrario: la crescita delle entrate dei nuclei familiari rallentò mentre quella finanziaria si impennò. La crescita galoppante della finanza preparò il terreno per la crisi economica più grave dai tempi della Grande Depressione. E fece di Michael Bloomberg un miliardario.

 

TERMINALE BLOOMBERG

A suo merito va detto che non si è mai lasciato coinvolgere da intrighi finanziari. Si è arricchito vendendo strumenti specifici ai trafficanti truffaldini. Mi riferisco al Bloomberg Terminal, un sistema informatico che fornisce agli iscritti accesso in tempo reale a quantità enormi di informazioni finanziarie. Questo accesso è costoso, 24mila dollari l' anno. Il suo è un business redditizio. Lo è anche per l' economia? No.

paul krugman 2

 

Bloomberg ha accumulato miliardi di dollari con una corsa alle armi finanziarie che costa ingenti somme di denaro ma lascia pressoché tutti al punto di partenza. E questo mi porta a parlare di Elizabeth Warren. Cercando di compiacere i sostenitori di Bernie Sanders, è inciampata malamente, allontanandosi dalla nomination.

 

elizabeth warren bernie sanders joe biden

Prima di tutto ciò, comunque, Warren si era guadagnata la fama di accanita crociata contro le frodi e gli eccessi del settore finanziario. Dopo la crisi finanziaria del 2008, la creazione dell' Ufficio per la protezione finanziaria dei consumatori era stato partorito proprio da Warren. Quell' ufficio aveva riscosso un successo enorme, facendo risparmiare alle famiglie vari miliardi di dollari, fino a quando l' Amministrazione Trump non si è adoperata per abrogarlo.

PRIMA PAGINA DEL NEW YORK POST DOPO LA VITTORIA DI SANDERS IN NEVADA

 

La riforma finanziaria, a differenza di quella sanitaria, è un ambito nel quale conterà quale democratico diventerà presidente. Altri candidati - incluso Bloomberg - hanno avallato riforme simili a quella di Warren. Ritengo giusto chiedersi quanto si sentirebbero vincolati a sostenerle in pratica e anche se sarebbero disposti a dissipare il loro capitale politico in battaglie invincibili. Il dibattito di mercoledì scorso potrebbe rivelarsi utile se ai democratici avrà rammentato che la corruzione, le frodi e gli eccessi di Wall Street, possono diventare questioni politiche importanti, soprattutto contro un presidente corrotto e così in combutta con i truffatori.

BERNIE SANDERS BERNIE SANDERS

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”