matteo salvini carola rackete

SI SALVINI CHI PUÒ – NON DITE A RENZI E DELRIO CHE GLI ITALIANI SUI MIGRANTI SONO MOLTO D’ACCORDO CON LA LINEA DEL TRUCE – IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI: IL 59% SI DICHIARA MOLTO O ABBASTANZA D’ACCORDO CON LA LINEA DELLA FERMEZZA – ANCHE TRA GLI ELETTORI DEI CENTROSINISTRA UNO SU CINQUE È FAVOREVOLE ALLA CHIUSURA DEI PORTI – ALLA DOMANDA STATE CON SALVINI O CON LA RACKETE LA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI…

Nando Pagnoncelli per il “Corriere della Sera”

 

MEME - CAROLA RACKETE COME LA ISOARDI IN BRACCIO A SALVINI

La vicenda Sea Watch, com' era lecito attendersi, ha avuto un' elevata risonanza nell' opinione pubblica e non avrebbe potuto essere altrimenti, tenuto conto dei toni violenti che l' hanno accompagnata: circa due italiani su tre (63%) l' hanno seguita con attenzione e il 29% ne ha almeno sentito parlare, solo l' 8% la ignora. Sono dati simili a quelli registrati nello scorso settembre in occasione del caso della nave Diciotti, quando l' 88% risultava a conoscenza della vicenda.

 

UN SELFIE CON MATTEO SALVINI

Oggi come allora gli italiani si confermano nettamente a favore della linea della fermezza che impedisca gli sbarchi sul territorio italiano dei migranti soccorsi in mare dalle navi delle organizzazioni umanitarie: il 59% si dichiara molto (34%) o abbastanza (25%) d' accordo, mentre il 29% è contrario. Dieci mesi fa i favorevoli erano pari al 61%.

CAROLA RACKETE NELLA COPERTINA DELLO SPIEGEL

 

Oggi l' accordo è plebiscitario tra i leghisti (99%) e risulta largamente prevalente tra i pentastellati (77%) e gli elettori dell' opposizione di centrodestra (59%). Va notato che tra gli elettori di centrosinistra, pur prevalendo la netta contrarietà alla chiusura dei porti, uno su cinque (19%) si dichiara a favore. Inoltre, il consenso è particolarmente elevato tra le persone di oltre 35 anni, tra i lavoratori autonomi e gli operai. E i credenti che partecipano alla messa con frequenza elevata, esprimono un livello di accordo in linea con il dato complessivo, mostrando di stare più dalla parte di Salvini che di papa Francesco.

 

matteo salvini foto mezzelani gmt 112

Il consenso alla linea salviniana non appare tanto dettato dalla preoccupazione che il nostro Paese non sia più in grado di accogliere altri migranti (solo il 28% è di questo parere), quanto piuttosto dall' esigenza di coinvolgere gli altri Paesi europei nella gestione dei flussi (71%). Il braccio di ferro, quindi, è considerato l' unico modo possibile per costringere le altre nazioni europee a fare la propria parte, nella convinzione - largamente diffusa - che l' Ue ci abbia lasciato soli.

 

CAROLA RACKETE BY OSHO

Nel merito della vicenda Sea Watch le opinioni degli italiani sono molto diversificate, anche se le responsabilità principali vengono addossate più alla ong (30%) che al governo italiano (18%); inoltre il 20% ritiene che sia l' ong sia il Governo abbiano cercato lo scontro e l' 11%, salomonicamente, ritiene che si sia trattato di una sorta di gioco delle parti nel quale la prima è stata mossa dall' urgenza di prestare soccorso ai migranti e il secondo da quella di far rispettare la legge. Ma il 21% non è in grado di prendere una posizione al riguardo.

 

MEME SU CAROLA RACKETE

Lo scontro di questi giorni è stato fortemente personalizzato: non sono mancati pesanti insulti nei confronti della capitana della Sea Watch, Carola Rackete, non solo nell' anonimato del mondo virtuale dei social e non solo da parte di facinorosi, basti pensare ad alcune frasi pronunciate sulla banchina di Lampedusa nel momento dello sbarco da molti dei presenti o a quelle pronunciate a più riprese dal ministro e vicepremier Salvini, cui ha fatto seguito l' annuncio di querela per diffamazione da parte dei legali della capitana.

carola rackete

 

Ebbene, in questo derby tra capitani la maggioranza degli italiani (53%) sta con «il capitano» Salvini, mentre il 23% si schiera con la capitana Rackete, e uno su quattro (24%) non si pronuncia.

CAROLA RACKETE

Infine, la vicenda si ripercuote sulla reputazione delle ong che, da quando nel 2017 furono definite da Luigi Di Maio «taxi del mare», hanno perso l' immagine positiva e quella sorta di aura di bontà di cui godevano: oggi il 56% degli italiani le considera organizzazioni che agiscono per scopi economici, mentre solo il 22% ritiene che siano mosse da intenti umanitari.

 

UN SELFIE CON SALVINI

A ciò si aggiunge il crollo di fiducia nei confronti delle organizzazioni non profit, che passa dall' 80% del 2010 al 39% odierno. Il discredito colpisce duramente un intero settore che non comprende solo le ong impegnate nei soccorsi in mare e nell' accoglienza dei migranti, ma rappresenta oltre 340mila realtà che operano nei settori più disparati, dai servizi alla persona (infanzia, anziani, disabili, ecc.) alla cultura, dallo sport alla cooperazione internazionale. Dunque, non stupisce che con la fiducia stiano diminuendo anche le donazioni destinate al non profit. È solo uno dei tanti effetti collaterali del greve stile comunicativo della stagione politica attuale.

CAROLA RACKETECAROLA RACKETE E IL PADRE EKKEHARTLA BARCA DELLA GUARDIA DI FINANZA CHE RISCHIAVA DI ESSERE AFFONDATO DA CAROLA RACKETECAROLA RACKETE

matteo salvini luigi di maio

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."