SIAMO IN ERA DRAGHIANA: ANCHE IL PAPEETE SI FA MODERATO - SALVINI TORNA NEL SUO STABILIMENTO PREFERITO: NIENTE RICHIESTA DI “PIENI POTERI” SOLO QUALCHE FRECCIATA AI SUOI AVVERSARI (“CONTE CHE FA IL SUO LAVORO DI SABOTATORE E LETTA CHE GLI FA DA PALO”) - IL “CAPITONE” DOMANI SARA’ ALLA FESTA DI PARTITO A CERVIA DOVE NON C'È NEANCHE UN OSPITE DI FRATELLI D'ITALIA - E’ PROPRIO UNO SGARBO ALLA MELONI: QUEST'ANNO CI SONO MENO COMIZI E PIÙ DIBATTITI, PERFINO CON GRILLINI E PIDDINI…

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Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

Infradito e maglietta del Milan Club di Montecatini Terme («Me l'ha regalata il sindaco»), Matteo Salvini riemerge dal Papeete. Ha un problema: come smentire che la Lega sia sempre più spaccata fra i Borghi e Bagnai che vanno in piazza insieme ai no vax a contestare il governo e i draghiani a ventiquattro carati come Zaia che li bolla come portatori insani di «una linea in cui assolutamente non mi identifico» o come Giorgetti che addirittura è così stanco di questo partito schizofrenico da avere la tentazione di mollare tutto.

 

Soluzione salviniana: presentarsi come più draghiano di Draghi. Liberi i destrorsi del partito di manifestare pro o contro quel che vogliono, ma dal segretario del partito fedeltà assoluta totale al premier. Ah, e naturalmente su Giorgetti sono «tutte balle, non ci siamo mai sentiti tanto come in questo periodo e non ne abbiamo nemmeno parlato». E dall'entourage del ministro fanno sapere che non commenta, ma che se lo facesse direbbe che è anziano ma non abbastanza per andare in pensione.

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

 

Quindi, nonostante i suoi deputati per strada con chi lancia vaffa e saluti romani, il capitano è categorico: «Draghi sa perfettamente di chi può e di chi non può fidarsi». Nella prima categoria, la Lega in generale e Salvini in particolare; nella seconda, «Conte che fa il suo lavoro di sabotatore e Letta che gli fa da palo», insomma «quei due che passano le giornate a insultarmi. Noi costruiamo, gli altri smontano». Quindi Draghi forever, a Palazzo Chigi ma anche, nel caso, al Quirinale: «Deciderà lui. Ha la nostra totale fiducia come premier e naturalmente l'avrebbe anche come Presidente della Repubblica».

 

MATTEO SALVINI AL PAPEETE MATTEO SALVINI AL PAPEETE

Poi, certo, sul Green pass la linea leghista non cambia, «e anche Draghi ha ammesso che è meglio prendersi un'altra settimana per aspettare i nuovi dati e riflettere». E non è che proprio tutti i suoi ministri piacciano a Salvini: «La più deludente? Lamorgese. Anzi, così assente che non riesce nemmeno a essere deludente». E si capisce che in ogni caso per il governo non saranno tutte rose e fiori: «Con questi alleati sarà difficile fare le riforme».

 

Ed elenca quali, le consuete priorità leghiste: pensioni («Il 31 dicembre scadrà quota 100. Per me può diventate anche quota 41, basta che è non aumenti l'età per andare in pensione»), Equitalia, scuole in presenza, niente obbligo vaccinale, men che meno per i bambini.

matteo salvini fa llinguacce al papeete matteo salvini fa llinguacce al papeete

 

Campo di battaglia prossimo venturo, Montepaschi: «Sono 22 mila posto di lavoro, 1.400 sportelli, la banca più antica del mondo, bisogna andarci cauti. Se il governo conta di fare il blitz insieme con Unicredit, ci faremo sentire». Intanto l'impressione è che la neosobrietà draghiana influisca anche sul salvinismo balneare. Quest' anno per Matteo sarà un Papeete moderato, e non lo si dovrebbe rivedere in una versione dance di Fratelli d'Italia fra mojito e cubiste come nella memorabile estate 2019 (nel '20 ci ha pensato il Covid a raffreddare gli spiriti più bollenti).

 

matteo salvini balla al papeete matteo salvini balla al papeete

Ma intanto il denso programma della festa della Lega Romagna che si svolge lì accanto, a Cervia, la dice lunga. Domani, prima di Salvini intervistato da Vespa, interverrà al telefono Berlusconi, mentre non c'è un ospite di Fratelli d'Italia, inteso come partito, che sia uno, e dire che quest' anno ci sono meno comizi e più dibattiti, perfino con grillini e piddini. E lunedì arriveranno Giorgetti e Zaia, insomma i big dell'ala moderata-draghiana, giusto per ribadire l'ortodossia governativa (dicono anche che si sia dovuto molto insistere per convincere Giorgetti a fare una toccata e fuga in Romagna, ma naturalmente saranno le solite malignità...).

 

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