franco frattini silvio berlusconi

LO SLALOM DI FRATTINI TRA LE TRAPPOLE DEL BANANA – IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI STATO, MORTO A 65 ANNI, GRANDE APPASSIONATO DI MONTAGNA E MAESTRO DI SCI, LASCIÒ IL SEGNO SOPRATTUTTO COME MINISTRO DEGLI ESTERI NELL’ULTIMO GOVERNO BERLUSCONI – L’AMBASCIATORE STEFANINI: “RIUSCÌ A MANTENERE LA POLITICA ESTERA IN ROTTA EUROPEA E ATLANTICA ANCHE QUANDO IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, DISTRATTO DA ALTRI PROBLEMI, AVREBBE NAVIGATO A VISTA...”

Stefano Stefanini per www.lastampa.it

 

franco frattini alberto tomba

Roma era la sua città ma non appena le cime si imbiancavano gli stava un po’ stretta. Sentiva il richiamo delle nevi, delle piste delle Dolomiti, delle discese eleganti e rapide insieme a Stella conosciuta proprio per la comune passione degli sport invernali. Sotto il politico, sotto il magistrato, c’era sempre lo sportivo e l’amante della natura.

 

Franco Frattini, ministro della Funzione pubblica e due volte ministro degli Esteri dei governi Berlusconi, Commissario europeo alla Giustizia, Libertà e Sicurezza nella Commissione Barroso, dal 2012 presidente della SIOI (Società internazionale per l’organizzazione internazionale, un cordone ombelicale con le Nazioni Unite), presidente del Consiglio di Stato in carica, non era uno sciatore della domenica. Lo sci era una cosa seria. Fra le tante attività, aveva trovato il tempo di essere direttore della Scuola Tecnici Federali della FISI che lo aveva nominato maestro e istruttore ad honorem.

giulio tremonti e franco frattini

 

Il 24 dicembre lo avrebbe dovuto trovare indaffarato fra decorazioni natalizie, che amava, preparativi di sci e scarponi o già sulla via delle Alpi. Invece Franco Frattini è spento prematuramente lontano dalle sue montagne, in una Roma prenatalizia e semideserta. Il presidente della Repubblica, la presidente del Consiglio non hanno mancato rendergli immediatamente tributo come “protagonista di alto livello della Repubblica” e “servitore delle istituzioni”.

 

SILVIO BERLUSCONI FRANCO FRATTINI

Franco Frattini è stato senz’altro entrambe le cose e merita di essere ricordato per come si è distinto in tutti i ruoli politici e istituzionali che ha rivestito sempre con intelligenza, tratto, simpatia – e impegno professionale. Quando fu nominato ministro degli Esteri la prima volta masticava ben poco l’inglese. Dopo due settimane intensive era in grado di affrontare un colloquio.

 

Nel giro di pochi mesi lo padroneggiava. Con gli anni era perfettamente a suo agio. Questa determinazione di essere all’altezza degli interlocutori fu un investimento nel suo futuro internazionale di Commissario Ue prima e, poi, nuovamente, di ministro degli Esteri nell’ultimo governo Berlusconi.

 

franco frattini

In quest’ultimo Franco Frattini lasciò un segno, invisibile a occhio nudo, oggi riassorbito dalla continuità della politica estera italiana, ma a suo tempo profondo. Come le tracce degli sci in neve fresca. Per apprezzare in pieno quel ruolo bisogna tornare al clima crescentemente crepuscolare che avvolge l’Italia, in Europa e nel mondo, durante i due anni e mezzo di quel governo (2008-2011). Uno degli effetti dell’autoproclamatasi “seconda Repubblica” era stato il definitivo spostamento a Palazzo Chigi del baricentro della politica estera – dove tuttora rimane.

 

roberto garofoli franco frattini 1

Il problema è che l’ultimo Silvio Berlusconi non fa politica estera. Nella sua agenda viaggi di quel periodo c’è un pauroso vuoto di visite bilaterali; il Presidente del Consiglio partecipa solo ai Consigli europei e ai vari G8 e simili. Ma soprattutto ha un rapporto difficile con i partner europei – tutti ricordano i sorrisetti condiscendenti di Angela Merkel e Francois Sarkozy – e ha preso per il verso sbagliato Barak Obama; conserva l’amicizia con Vladimir Putin che però ha fatto un momentaneo passo indietro per lasciare la presidenza a Dmitry Medvedev.

 

Quanto a Balcani, Mediterraneo, Golfo, Asia… Silvio Berlusconi è cospicuamente assente. A questo vuoto, accentuatosi nel 2011, anno critico del famigerato spread ma anche delle primavere arabe e dell’intervento Nato in Libia, Franco Frattini pose parzialmente riparo, in tre modi.

 

franco frattini sci 2

Innanzitutto, Frattini svolse un’intensa attività bilaterale e di contatti, ad esempio nel Golfo. Consentiva quanto meno di dare un segno di presenza dell’Italia in Paesi e parti del mondo che per noi contano. Fu costantemente accanto a Giorgio Napolitano, offrendo una sponda governativa alla statura internazionale del presidente della Repubblica, in un rapporto di stima reciproca.

 

franco frattini (2)

Assente Berlusconi, ma presenti Napolitano e Frattini? Per molti interlocutori – a Pechino come alle Nazioni Unite - bastava ad assicurare che sull’Italia si poteva contare. Infine, grazie anche a questo filo diretto col Quirinale, Franco Frattini, dietro le quinte e in collaborazione con altri “servitori delle istituzioni”, riuscì mantenere la politica estera in rotta europea ed atlantica anche quando il Presidente del Consiglio, distratto da altri problemi, avrebbe navigato a vista. Non poca cosa, in tempi in cui, in non lontani palazzi romani, si arzigogolava di uscita dall’euro…

 

In politica estera la limitazione danni è un obiettivo prioritario. L’Italia deve essere grata a Franco Frattini per averlo efficacemente conseguito in anni difficili, sempre con lucidità nella mente, sorriso sulle labbra, buon umore nel cuore, e senso dello Stato.

franco frattini scifranco frattini (3)franco frattinifranco frattinifranco frattini alberto tomba 1

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...