giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi licia ronzulli

SOGNO O SONDAGGIO – NEL PENOSO SPETTACOLO IN CORSO PER LA CREAZIONE DEL GOVERNO FRATELLI D'ITALIA CONTINUA A CRESCERE (+0,7%) E CANNIBALIZZARE CONSENSI ALLA LEGA (-0,7%) E A FORZA ITALIA (-0,3) – SECONDO LA “SUPERMEDIA” YOUTREND/AGI CONTINUA LA CADUTA LIBERA DEL PD (-1,1%) MENTRE SALE IL M5S DI PEPPINIELLO APPULO (+1,3%) E RESTA STABILE IL TERZO POLO...

Youtrend per www.agi.it

 

giorgia meloni

Non sono passati neanche 20 giorni dalle elezioni politiche del 25 settembre dalle quali è nato il Parlamento che proprio in queste ore si riunisce per la prima volta per eleggere i suoi presidenti. Eppure, iniziano già ad essere realizzati (e pubblicati) nuovi sondaggi. Non solo sulle intenzioni di voto, ma anche su tanti altri aspetti: valutazioni, aspettative, speranze e timori degli italiani; sia sull’esito delle elezioni sia – soprattutto – su ciò che verrà.

 

Iniziamo proprio dalle intenzioni di voto: le rilevazioni pubblicate in queste ultime 2 settimane non sono molte (appena 4, realizzate da 3 diversi istituti) ma forniscono comunque delle indicazioni molto interessanti. Soprattutto perché – come era per certi versi prevedibile – consentono di vedere all’opera il cosiddetto “effetto bandwagon”, che risente inevitabilmente dei risultati delle elezioni, e soprattutto dei bilanci che ne sono stati fatti.

 

 

SUPERMEDIA YOUTREND 13 OTTOBRE

In cosa consista l’effetto bandwagon – lo abbiamo detto molte volte, ma è sempre opportuno ribadirlo – emerge chiaramente dal dato relativo ai singoli partiti: ne risultano premiati quelli percepiti come vincitori delle ultime elezioni, con Fratelli d’Italia che sale al 26,7% (+0,7%) e soprattutto il Movimento 5 Stelle che recupera oltre un punto portandosi al 16,7%.

 

Al contrario, risultano penalizzati coloro che nelle urne hanno raccolto meno consensi del previsto, come la Lega (-0,7%) ma soprattutto il Partito Democratico, che perde un punto abbondante. Per gli altri partiti le variazioni sono minime: nonostante ciò, il Terzo Polo scavalca di un soffio Forza Italia (che il 25 settembre era davanti) ed entrambi i partiti sono racchiusi insieme alla Lega in 3 miseri decimali.

SONDAGGIO SWG POST ELEZIONI

 

 

Tra i partiti minori, buono il dato di +Europa, mentre si segnala la “scomparsa dai radar” di Impegno Civico e degli altri soggetti fuori dalle coalizioni, con l’unica eccezione di ItalExit.

 

Se dai partiti si passa alle coalizioni, le variazioni sono meno evidenti. Con l’eccezione del balzo in avanti del M5S (e, in misura minore, dell’arretramento del centrosinistra) la consistenza delle diverse aree politiche è rimasta sostanzialmente invariata. Il confronto è molto più indicativo con un momento precedente, ossia quello della caduta del Governo Draghi che ha segnato – di fatto – l’inizio della campagna elettorale.

 

SILVIO BERLUSCONI SORRETTO IN SENATO

Rispetto ad allora, entrambe le coalizioni principali si sono indebolite: lo ha fatto il centrodestra, che è arretrato di circa 3 punti (non a caso, l’ipotesi del conseguimento di una super-maggioranza dei 2/3 si è poi rivelata una chimera); ma lo ha fatto anche il centrosinistra, che ha perso circa 5 punti rispetto a quanto si è di fatto conclusa la precedente legislatura.

 

A beneficiarne sono stati i “terzi poli”: il M5S da un lato, e dall’altro il Terzo Polo “vero e proprio” (che al momento della caduta di Draghi era composto dalla sola Italia Viva, visto che Calenda era ancora con +Europa, in coalizione con il PD). Da questo grafico emerge quindi, in modo plastico, come le elezioni abbiano accentuato la frammentazione, invece di catalizzare i voti in modo bipolare come avviene spesso, magari dietro il richiamo del “voto utile”.

SONDAGGIO SWG POST ELEZIONI 1

 

 

Ma ora che le elezioni sono alle nostre spalle, la misurazione del consenso ai partiti assume un’importanza potremmo dire secondaria. Più interessante, forse, è capire come gli italiani giudichino le primissime mosse e soprattutto le prospettive della neo-maggioranza di centrodestra.

 

Gli ultimi giorni sono stati segnati, stando alle cronache giornalistiche, da un certo nervosismo tra i diversi partiti di centrodestra, che al momento paiono non essere ancora riusciti a trovare un accordo sulla composizione del prossimo esecutivo.

 

silvio berlusconi ignazio la russa

Secondo SWG, solo una minoranza di italiani ritiene che si tratti di contrasti troppo forti da essere gestiti: la pensa così circa un terzo degli elettori, poco meno della metà di chi ha votato per i partiti di opposizione. La maggioranza relativa (46%) pur riconoscendo l’esistenza di questi contrasti, non dubita che Giorgia Meloni possa riuscire a gestirli.

 

Tra i punti di disaccordo relativi al futuro Governo c’è la questione dei ministri tecnici. Su questo, in verità, gli elettori di centrodestra sembrano avere una linea chiara: sempre secondo SWG, infatti, solo il 19% di essi si dice contrario all’idea che nel prossimo esecutivo siedano anche delle figure non politiche, mentre il 64% è favorevole a una presenza di ministri tecnici, sia pure limitata.

 

silvio berlusconi licia ronzulli

Al netto di quale sarà la composizione del Governo, in ogni caso, le tensioni emerse già in queste ore (ad esempio per ciò che riguarda l’elezione dei Presidenti di Camera e Senato) lasciano presagire una legislatura piuttosto movimentata.

 

Anche per questo probabilmente, secondo l’indagine di Demos, solo un terzo degli italiani (33%) ritiene che il futuro governo di centrodestra guidato da Giorgia Meloni possa durare fino alla fine della legislatura. Un altro 34% ritiene che un simile esecutivo possa durare comunque più di un anno, mentre per il 28% non si supereranno i 12 mesi.

 

Numeri simili a quelli rilevati da SWG, dai quali emerge anche una – prevedibile – differenza di vedute tra gli elettori della neo-maggioranza e quelli dei partiti di opposizione: se i primi sono più ottimisti (il 60% prevede un governo di legislatura), quasi l’80% dei secondi crede che l’esecutivo che verrà avrà una durata inferiore ai 5 anni.

 

MATTEO SALVINI ABBRACCIA LORENZO FONTANA

Siamo solo all’inizio di questa nuova legislatura (la diciannovesima), ma gli elementi di interesse non mancano di certo: a cominciare, come abbiamo visto, dalla coesione della maggioranza e della conseguente stabilità governativa; ma anche – e qui sarà fondamentale il monitoraggio delle intenzioni di voto – per quanto riguarda i rapporti di forza interni all’opposizione (o meglio: tra le diverse opposizioni)

silvio berlusconi matteo salviniCONTE LETTAGIUSEPPE CONTE CON ENRICO LETTAenrico letta e giuseppe conte 1matteo salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”