fratoianni letta conte

IL SOTTI-LETTA RISCHIA UNA BATOSTA EPOCALE: NUMERI ALLA MANO, L’AMMUCCHIATA DI CENTROSINISTRA SAREBBE COMPETITIVA SOLO SE OLTRE A CALENDA, FRATOIANNI E BONELLI RIUSCISSE A IMBARCARE IL M5S – MA AL NAZARENO IL NO AI PENTASTELLATI RESTA SOLIDO, E NON SOLO PERCHÉ CONTE, INSIEME A FORZA ITALIA E ALLA LEGA HA AFFONDATO IL GOVERNO, MA PERCHÉ SI AVVIA A UNA CAMPAGNA ELETTORALE CHE AVRÀ IN PRIMA LINEA ALESSANDRO DI BATTISTA, CHE NON HA MAI FATTO MISTERO DI SENTIRSI PIÙ DALLA PARTE DI PUTIN CHE DI EUROPA E USA…

ROBERTO GRESSI per il Corriere della Sera

 

enrico letta nicola fratoianni

D ire che sia preoccupato è dire poco. Anche perché ogni giorno in più di liti, rasoiate, polemiche, minacce, di «allora me ne vado» e di «vattene che è meglio», è un giorno in meno di campagna elettorale. Dire che non gli è passato per la testa in queste ultime ore di mandare tutti a stendere i panni, puntando sul fatto che stando anche ai sondaggi arrivati ieri è forse un pelino sopra Giorgia Meloni, sarebbe mistificazione.

 

Ma Enrico Letta si è preso le stimmate del federatore e se le tiene. Ha puntato l'intera cifra della sua segreteria del Pd sul fatto che l'autosufficienza è un'illusione, non intende far marcia indietro adesso, anche se il finale è ancora particolarmente incerto: con i possibili, probabili, impossibili alleati che in queste ore non hanno fatto altro che sballottarlo da una parte all'altra.

 

ACCORDO LETTA CALENDA MEME

«Enrico si può andare avanti così?». Questo è Carlo Calenda che posta un video con Nicola Fratoianni che dice no all'agenda Draghi e un altro con Angelo Bonelli che gli dice che è un bambino viziato e che va educato. «Letta, non dici niente?». Questi sono Fratoianni e Bonelli che si lamentano perché Calenda ha detto che non li vuole più vedere nemmeno dipinti. «Se questa è la posizione del segretario del Pd, tanti saluti».

 

Queste sono le liste civiche che non vogliono fare una lista con Luigi Di Maio e che dicono che il simbolo che eviti la gravosa e quasi impossibile raccolta delle firme per presentarsi alle elezioni glielo da Italia viva. E infine c'è appunto Matteo Renzi, che gira intorno al fortino assediato e dice che se Calenda rinsavisce è ben pronto a fare con lui il terzo polo.

nicola fratoianni enrico letta

 

Né paiono servire le battute di Matteo Orfini, che chiede se non c'è un hacker che mandi in down Twitter per tre giorni, così da chiudere l'accordo senza drammi. Né gli appelli di Dario Franceschini al quale Calenda risponde che il terzismo alla «volemose bene» con lui non funziona.

 

Ed eccolo Calenda, che in serata fa filtrare che l'intesa con il Pd prevede il sì alla Nato e all'agenda Draghi e che se Letta firma altri accordi antitetici (con i Verdi e Sinistra italiana) per lui è finita qui.

Il segretario del Pd rivendica di aver guidato il partito che più di tutti gli altri si è dimostrato leale con Mario Draghi e che non c'è contraddizione nell'aggiungere i diritti civili e una maggiore lotta alle disuguaglianze, che erano frenate dalla presenza nel governo di parte del centrodestra. E che la serietà e il patriottismo dell'agenda Draghi sono patrimonio indiscusso.

enrico letta foto di bacco (4)

Non è soltanto un gioco del cerino con il possibile alleato, fatto per scaricare sull'altro la responsabilità di un'eventuale rottura. Per Letta lasciar cadere il tentativo di costruire una coalizione larga sarebbe come decidere di perdere a tavolino contro le destre senza neppure scendere in campo.

 

Davvero, si dice nelle stanze dei dem, si vuole rischiare di far saltare tutto per un rigassificatore? E si ricorda che dall'altra parte si è chiuso in poche ore un accordo elettorale passando sopra, senza colpo ferire, su differenze ben più marcate. Nel centrodestra, si osserva, c'è chi ha sostenuto il governo Draghi e chi a quel governo si è opposto fin dal primo minuto. Per non parlare della politica estera, con Giorgia Meloni convinta atlantista e con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini sensibili alle istanze dell'uomo che ha invaso l'Ucraina, Vladimir Putin.

 

enrico letta foto di bacco (1)

Sempre al Nazareno si risponde a chi era e ancora è tentato da un'alleanza con i Cinque Stelle di Giuseppe Conte. Il no resta solido, e non solo perché Conte, insieme a Forza Italia e alla Lega ha affondato il governo, ma perché si avvia a una campagna elettorale che avrà in prima linea Alessandro Di Battista, che non ha mai fatto mistero di sentirsi più dalla parte dell'autocrate russo piuttosto che da quella dell'Europa e degli Stati Uniti. Spinte a non buttare tutto all'aria continuano a venire da +Europa di Emma Bonino e lo stesso Bruno Tabacci dice di smetterla con le fatwe , perché lui ha una certa età e sa che se si continua così finisce male.

 

Il sindaco dem di Pesaro, Matteo Ricci, difende la strada degli accordi bilaterali e fa venire in mente altri anni, in cui Silvio Berlusconi mise così insieme, contro le sinistre, Umberto Bossi e Gianfranco Fini. Difficile dire quanto la partita sia ancora aperta e si avverte quanto la battuta di Maurizio Gasparri, che giudica le diatribe dell'incerta alleanza un cartone animato, per quanto dettata da spirito di parte, non sia priva di elementi di verità. In attesa della prossima, imminente, puntata, dalle parti del segretario del Pd si continua a puntare tutte le fiches sull'accordo, giudicato assolutamente indispensabile con questa legge elettorale. Ma c'è anche forte il timore del cupio dissolvi .

giuseppe conte enrico letta 2

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA