enrico letta 1

SOTTI-LETTA SCHIACCIATO TRA FILO-NATO E ANTI-MILITARISTI - IL SEGRETARIO DEL PD SULLA GUERRA FA IL DOPPIO GIOCO: SOSTIENE GUERINI, CHE VUOLE PORTARE LE SPESE DELLA DIFESA AL 2% DEL PIL, MA POI VA A CACCIA DI CONSENSI NEL CENTRO SOCIALE ROMANO IN CUI SI PREDICA IL DISARMO E TENTA DI ARRUOLARE LA SINISTRA PACIFISTA - NEL SUO PARTITO ACCOZZAGLIA C’È SPAZIO PER TUTTI, DA ELLY SCHLEIN E NICOLA FRATOIANNI FINO A “GIUSEPPI” CONTE E AL SUO M5S SENZA IDENTITÀ...

Fausto Carioti per “Libero Quotidiano

 

ENRICO LETTA

Dalla parte del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, democristiano pragmatico impegnato a portare la spesa militare al 2% del Pil, e per questo bollato dal governo russo come «falco». Ma anche con chi, come Elly Schlein, la pensa all'opposto di Guerini e sostiene che la spesa militare non deve aumentare, nemmeno adesso.

 

ENRICO LETTA

Intruppato nell'Alleanza atlantica, eppure determinato a intruppare a sua volta i pacifisti dei centri sociali, quelli che contro la Nato vanno in piazza. Con Mario Draghi, il quale ha già detto che ci serviranno più gas, carbone e petrolio, e al tempo stesso con le fattucchiere dell'ecologismo, convinte che un Paese come l'Italia possa andare avanti con le sole fonti rinnovabili.

 

ENRICO LETTA LORENZO GUERINI

È il doppio gioco di Enrico Letta, e non è nuovo. C'è qualcosa di miracoloso, però, nel fatto che prosegua tuttora, quando le scelte cruciali riguardano proprio la politica militare e quella energetica, senza che nessuno noti tanta spregiudicatezza. Cosa vuol dire avere una stampa amica e compiacente.

 

RITORNO AGLI ANNI ’70

Il Letta di governo, giacca, cravatta e retorica della responsabilità (quella che usa ogni giorno contro Matteo Salvini), è lo stesso che da mesi ha spedito come propria avanguardia a sinistra la Schlein, una che è nata nel 1985, ma pare uscita dagli annali della gauche radicale degli anni Settanta.

 

goffredo bettini enrico letta elly schlein giuseppe conte

Nel "campo largo" del segretario del Pd, accanto a Nicola Fratoianni, contrario a dare le armi all'Ucraina, e a Giuseppe Conte, che la guerra ce l'ha dentro al M5S, la vicepresidente dell'Emilia-Romagna è destinata ad avere un ruolo sempre più importante.

 

Proprio ieri, la madonna pellegrina di Espresso, Repubblica e Manifesto ha fatto il primo passo come figura politica di livello nazionale. Ha organizzato a Roma, nel parco del Prenestino che comprende il "Centro sociale occupato autogestito ex Snia", un «appuntamento collettivo» chiamato "Visione comune" e costruito attorno alla «intersezionalità».

NICOLA FRATOIANNI ELLY SCHLEIN

 

Ossia al progetto politico che mette insieme lotta di classe, pacifismo, teoria gender, femminismo, terzomondismo, ecologismo estremo e le idee sull'oppressione razziale del movimento Black lives matter, per giungere alla conclusione che la colpa di tutti i mali della Storia appartiene al maschio bianco occidentale.

 

Insomma, quanto di più lontano ci dovrebbe essere dal Pd liberal e riformista che piace raccontare a Letta. Invece gli unici a mancare, perché fuori dal giro, erano quelli di Italia viva e di Azione: gli altri c'erano tutti.

 

alessandro zan foto di bacco (2)

A partire da Alessandro Zan, al quale l'unico embargo che interessa è quello sul disegno di legge contro la «omotransfobia», che il parlamento non potrà toccare sino al 27 aprile: quel giorno, ha ricordato, «finisce l'embargo della tagliola», e lui ha già la baionetta pronta. C'era il vicesegretario del Pd, Peppe Provenzano, leader dell'ala sinistra del partito, assieme a Nicola Fratoianni.

 

C'era l'europarlamentare milanese Pierfrancesco Majorino, che ha attaccato le scelte di Guerini e Draghi: «Non ho capito cosa c'azzecchi l'aumento della spesa militare. Non possiamo vivere la drammatica emergenza che viviamo come occasione per fare le peggiori scelte possibili».

 

La Schlein sottoscrive tutto: anche per lei, ha detto a Repubblica, l'aumento della spesa militare «è un errore», perché «la pace non si fa mai con i fucili» (chissà che ne pensano i partigiani, quelli veri).

 

ACCOZZAGLIA COME VALORE

BEPPE SALA PIERFRANCESCO MAJORINO

Era in collegamento Conte, che con la Schlein vuole «costruire le premesse per un patrimonio comune politico» (non sarà difficile, le poche idee dei grillini provengono tutte dall'armamentario della vecchia sinistra). E ovviamente c'era Letta.

 

Non ha detto nulla sul fatto che lì si contestassero la politica militare e la politica energetica del governo. Ha preferito sventolare le bandiere del ddl Zan e dello ius scholae, il progetto per la cittadinanza agli immigrati, perché «nelle nostre società c'è la necessità di fare esperienza di diversità».

 

Tutto normale? Pare di sì. Solo il senatore Andrea Marcucci, della minoranza pd, fa notare che «i mal di pancia» a sinistra, sulle spese militari, «in questa fase non sono accettabili». Il riferimento è alle Schlein, ai Majorino a tutti gli altri. Quelli che Letta si tiene stretti, convinto che per il suo partito l'accozzaglia sia un valore aggiunto.

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...