renzi bonaccini

STRISCIA STRISCIA, PAGA ''OPEN'' - LA CARTA DI CREDITO DELLA FONDAZIONE A BONACCINI, IL RENZI BOY D'EMILIA - NEL 2013, L'ATTUALE GOVERNATORE COORDINÒ LA CAMPAGNA DEL FU ROTTAMATORE PER LE PRIMARIE. ERA TRA I POCHI DOTATI DI SCHEDA PER PAGARSI LE TOURNÉE ELETTORALI: CIÒ CONFERMA CHE BIANCHI FACEVA DA FORZIERE ALLA CORRENTE DI MATTEO PER LA CORSA A PALAZZO CHIGI

Giacomo Amadori per “la Verità

 

Con i suoi Ray ban a goccia e la barba da hipster attempato, potrebbe recitare in una serie poliziottesca la parte dell' infiltrato. Ma questi panni sono anche perfetti per il suo prossimo possibile ruolo: stratega del rilancio di Matteo Renzi. Da tempo si sussurra che il governatore dell' Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, potrebbe diventare il cavallo di Troia del renzismo morente. L' ultimo treno per riprendere il controllo del Partito democratico. In un' intervista di settembre, lo stesso Bonaccini, fresco vincitore delle elezioni in Emilia, aveva detto: «Se secondo me Renzi e Bersani dovrebbero rientrare? Ma rientrino pure! Perché noi dobbiamo riportare quelli che sono usciti e che non ci votano più! Perché il Pd non può rimanere al 20%!».

 

renzi bonaccini

E a proposito di equini, a luglio, durante la presentazione della Mossa del cavallo, l' ultimo saggio di Renzi, a chi gli chiedeva: «Cosa direbbe a un amministratore, un presidente di Regione, che guardasse a Roma?», Matteo aveva replicato sornione: «Se quel presidente fosse Stefano Bonaccini allora gli direi di ricordarsi che nella sua regione c' è Maranello. E allora gli direi corri, non avere paura, mettiti in gioco [] perché a Roma c' è molto bisogno di persone concrete».

 

Un' investitura che non ha certo sorpreso gli inquirenti che stanno scandagliando le carte della fondazione Open sequestrate negli uffici dell' ex presidente Alberto Bianchi, indagato per finanziamento illecito insieme con Renzi, Maria Elena Boschi, Luca Lotti e Marco Carrai.

 

RENZI BONACCINI

Dagli atti risulta che Bonaccini è un Renzi boy fatto e finito. Nell' informativa del 14 luglio gli investigatori della Guardia di finanza scrivono: «Dall' analisi della documentazione, è emerso, in particolare, il ruolo attivo dell' esponente del Pd Stefano Bonaccini, all' epoca consigliere regionale Emilia Romagna e segretario Pd Emilia Romagna, in qualità di coordinatore della campagna a favore di Matteo Renzi per le primarie del Pd del 2013».

Un incarico per cui Bonaccini poteva contare su un collaboratore della sua zona.

 

Leggiamo la nota: «Si evidenzia che, sempre a sostegno di Matteo Renzi per le primarie del Pd del 2013, dalla documentazione in sequestro emerge anche la posizione di dell' esponente del Pd Andrea Rossi (attualmente deputato in quota Pd), all' epoca sindaco del Comune di Casalgrande (Reggio Emilia), in qualità di coadiutore di Stefano Bonaccini».

 

Nel capitolo «punti di saldatura con il Pd» della corrente renziana i finanzieri elencano i nomi di chi è stato candidato in Parlamento nel 2013 e di chi, dopo la proclamazione di Renzi a segretario del partito, è entrato nella sua segreteria. In questo caso citano proprio Bonaccini, Lotti e Boschi, mentre, per quanto riguarda i componenti della direzione nazionale, menzionano Rossi, Simona Bonafè, Lorenza Bonaccorsi, Roberto Reggi e Federico Berruti. Nella documentazione è stato persino trovato un curriculum del governatore, neanche fosse stato uno stagista.

 

RENZI BONACCINI

Dal cv apprendiamo che egli ha conseguito la maturità scientifica, che parla l' italiano e che come esperienza lavorativa, all' epoca, aveva inserito quella da consigliere regionale dell' Emilia Romagna. Nelle carte si trova anche una sua «nota biografica» ed è pure indicata una cena che si è tenuta alla vigilia delle primarie del 2013.

 

L' incontro conviviale si svolse il 18 novembre in una storica osteria di Firenze, Il Latini, famoso per la fiorentina e i fiaschi di Chianti a vista e in una mail sono indicati i partecipanti, in pratica gli incursori di Renzi: «Serracchiani, Emiliano, Ricci, Bonaccini, Lotti, Boschi, Rossi, Burlando, Gnassi, Bonifazi, Fassino, Bellacci».

Agli atti c' è la fotocopia della carta di credito della Open a lui assegnata. In pochi hanno avuto l' onore di utilizzare quelle schede e il privilegio era concesso a chi davvero era operativo e stava dando una mano concreta alla scalata del fu Rottamatore alla conquista del potere.

RENZI BONACCINI

 

Si tratta della carta Cabelpay numero 5364970012146620, con scadenza ottobre 2017, con due appunti manoscritti: «Stefano Bonaccini» e, al centro del foglio, «consegnata da AB (Alberto Bianchi, ndr) nel corso della Leopolda».

 

Nei faldoni figura anche una nota spese di Bonaccini per la «campagna elettorale dal 12 ottobre al 31 dicembre 2013». In quel periodo il nostro ha speso 2.250 euro: 778 per «taxi, parcheggi, biglietti ferroviari, carburante»; 450 di vitto; 1.021 di altre «spese documentate». Che però sembrano quasi una fotocopia delle prime: «parcheggi, taxi, snack, biglietti tram», ma anche «mance». In un altro documento sono dettagliati 970 euro di spese di viaggio. Sono elencati una ventina di spostamenti, soprattutto per «riunioni», tutti sulla direttrice Bologna-Firenze-Roma.

renzi bonaccini

 

È stato depositato anche un estratto conto con 18 pernottamenti (tre sono di Rossi), 8 a Firenze, 6 a Roma e quattro tra Genova, Perugia, Pescara e Milano. Importo totale: 1.732,3 euro. Importi non certo paragonabili a quelli di Renzi, che già in quegli anni preferiva soggiornare negli hotel a 5 stelle.

 

Gli unici importi notevoli sono 184 euro a Pescara. Gli investigatori sottolineano anche due pernottamenti a Firenze tra il 25-27 ottobre 2017, i giorni della Leopolda: «Pagamento di 311 euro, autorizzato da Alberto Bianchi, a favore dell' hotel "Nh Firenze"» si legge nell' informativa.

alberto bianchi boschi

 

Dunque, Bonaccini potrebbe, suo malgrado, non essere solo il cavallo di Troia di Renzi per rientrare in gioco, ma pure quello degli inquirenti fiorentini, intenzionati a dimostrare che Open non era una fondazione come le altre, ma la cassaforte del Giglio magico nella corsa a Palazzo Chigi.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…