donald trump david shafer

STURM UND TRUMP! – PROSEGUONO LE AUDIZIONI IN DIRETTA TV SULL’ASSALTO AL CONGRESSO, E L’EX PRESIDENTE SI INFURIA CONTRO I PARLAMENTARI REPUBBLICANI: NEL COMITATO SPECIALE ISTITUITO PER INDAGARE SUI FATTI DEL 6 GENNAIO 2021 NON CI SONO SUOI FEDELISSIMI. E TE CREDO, HANNO PARTECIPATO ATTIVAMENTE AL TENTATIVO DI ROVESCIARE IL RISULTATO ELETTORALE – L’FBI INTANTO HA CITATO IN GIUDIZIO IL PRESIDENTE DEL PARTITO REPUBBLICANO DELLA GEORGIA, DAVID SHAFER, CHE HA AVUTO UN RUOLO CENTRALE IN QUEI GIORNI…

 

 

david shafer

1 - ASSALTO CAPITOL: FBI INDAGA PRESIDENTE DEI REPUBBLICANI GEORGIA

(ANSA) - L'Fbi ha citato in giudizio il presidente del partito repubblicano della Georgia per il suo ruolo nel tentativo di Donald Trump e i suoi di ribaltare il risultato delle elezioni del 2020, mentre il dipartimento di Giustizia ha emesso una serie di nuove convocazioni di elettori dell'ex presidente in Georgia, Michigan e Pennsylvania.

 

Lo rivelano fonti informate alla Cnn. La citazione del presidente dei repubblicani in Georgia, David Shafer, rappresenta un passo significativo perché egli ha svolto un ruolo centrale nell'organizzazione della falsa lista degli elettori dello stato in stretto raccordo con la staff di Trump. Un'altra fonte ha affermato che l'Fbi sta indagando su Brad Carver, uno dei falsi elettori della Georgia, e su repubblicani dello stesso Stato facevano parte di una chat privata di Signal subito dopo il voto del 2020.

 

donald trump

Nelle settimane successive alle elezioni e fino al 6 gennaio 2021, gli uomini di Trump hanno inviato false liste elettorali agli Archivi nazionali dichiarando che l'allora presidente aveva vinto sette stati che in realtà aveva perso. Il tentativo di dimostrare una vittoria mai avvenuta alla fine è fallito e l'allora vicepresidente Mike Pence certificò la vittoria elettorale di Joe Biden il 6 gennaio dopo il drammatico assalto a Capitol Hill.

 

2 - TRUMP E LE MINACCE SUI VOTI FINTI, ORA SFERRA L'ATTACCO AI SUOI UOMINI

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

Le ultime audizioni della Commissione sul 6 gennaio hanno lasciato il segno. Venerdì scorso Donald Trump, parlando in un comizio a Nashville, ha criticato duramente il leader della minoranza repubblicana alla Camera, Kevin McCarthy: «Perché non ha messo nessuno dei nostri nel Comitato?».

 

Trump - Assalto al Congresso

Negli ultimi giorni l'ex presidente ha assistito, come milioni di americani, al massiccio flusso di clip e testimonianze: una più sconcertante dell'altra. Il lavoro della Commissione punta a dimostrare come l'ex presidente avesse un piano per attuare «un colpo di Stato», coartando i funzionari degli Stati in bilico e spingendo i supporter ad assaltare Capitol Hill.

 

Secondo la Cnn Trump si starebbe lamentando con i suoi collaboratori per una scelta che, in realtà, lui stesso ha indirizzato. Nel luglio del 2021, la Speaker della Camera, la democratica Nancy Pelosi, istituì un Comitato speciale per indagare su tutto ciò che portò ai tumulti del 6 gennaio. Trump immediatamente liquidò l'iniziativa come «una caccia alla streghe» e, di fatto, impose all'establishment repubblicano di boicottarla.

assalto al congresso usa

 

McCarthy, tuttavia, propose alla Speaker cinque nomi, tra i quali quelli di Jim Jordan e Jim Banks. Pelosi bocciò l'offerta, sostenendo che Jordan e Banks avessero partecipato attivamente al tentativo di rovesciare il risultato delle elezioni presidenziali 2020. A quel punto McCarthy ritirò l'intera delegazione e nel Comitato entrarono due repubblicani anti-Trump: Liz Cheney e Adam Kinzinger. Il timone, dunque, è rimasto per un anno e mezzo nelle mani dei democratici e dei due conservatori dissidenti. Com' era prevedibile i trumpiani non hanno più avuto la possibilità di contestare i risultati via via emersi dalle indagini.

david shafer

 

Solo ora Trump si è accorto di aver lasciato campo libero ai suoi avversari, vecchi e nuovi. La Commissione, per esempio, ha messo in buona luce Mike Pence. Il 6 gennaio l'ex vice presidente è apparso come il garante ultimo della Costituzione, «un uomo al servizio della nazione» e non del suo boss, in furiosa attesa nello Studio Ovale.

 

Inoltre il pubblico ha potuto fare la conoscenza, in diretta televisiva e senza filtri, dei collaboratori più stretti di Trump. Ecco allora il giurista John Eastman e l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani inventare, consapevolmente, false teorie per annullare voti validi. Ecco le clip di Ivanka Trump e del marito Jared Kushner: anche loro hanno preso le distanze. Forse l'audizione più pericolosa per il campo trumpiano è stata quella di martedì 21 giugno. Per circa tre ore abbiamo riascoltato l'ex presidente intimare al Segretario di Stato della Georgia, Brad Raffensperger: «Trovami 11 mila schede».

 

donald trump

Ma le intimidazioni toccarono persino due impiegate degli uffici elettorali di Atlanta, Shaye Moss e sua madre Ruby Freeman. Giuliani accusò la signora Freeman di aver truccato i conteggi portando illegalmente nel seggio delle schede a favore di Joe Biden, nascoste in valigia. Un'affermazione semplicemente ridicola. Una delle tante che ora si ritorcono contro la propaganda trumpiana.

david shafer. assalto al congresso memevolantino che incita all assalto del congresso usa su reddit si incita all assalto del congresso usa assalto al congresso meme 16assalto al congresso meme 12cronologia dell assalto a washington assalto al congresso meme 11sostenitori di trump – assalto al congresso donald trump comizio a conroe, texas

Ultimi Dagoreport

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...