antonio tajani giorgia meloni matteo salvini

SULL'AUTONOMIA DIFFERENZIATA IL GOVERNO FIBRILLA! I PALETTI DI FORZA ITALIA PER MINARE LA RIFORMA VOLUTA DALLA LEGA - OGGI IL DDL TORNA ALLA CAMERA, DAI FORZISTI TRE ORDINI DEL GIORNO PER ACCONTENTARE LE REGIONI DEL SUD. LA LEGGE BANDIERA DEL CARROCCIO È STRETTA TRA VINCOLI E "CAVEAT" SUI LEP (LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI) CHE LA RENDERANNO INAPPLICABILE PER CHISSÀ QUANTO TEMPO. I LEGHISTI ABBOZZANO “PERCHÉ L'ALTERNATIVA ERA NON AVERE NULLA” - IN SENATO SI CHIUDE LA PRIMA DELLE QUATTRO LETTURE NECESSARIE AL PREMIERATO…

Federico Capurso per la Stampa - Estratti

 

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

Si apre oggi la settimana delle riforme. In Senato, nel pomeriggio, si chiuderà la prima delle quattro letture necessarie al premierato. Alla Camera, invece, c'è ancora l'Autonomia differenziata, pronta al via libera definitivo entro domani. Il centrodestra si prepara così a sventolare le sue bandiere, mentre le opposizioni scendono in piazza con il tricolore in mano.

 

Simboli di vittoria e di protesta issati su due riforme che però, guardando alla sostanza, appaiono ancora claudicanti.

 

Il premierato compie un primo passo, ma il testo che uscirà dal Senato non piace granché nemmeno all'interno della maggioranza, tanto che già si parla di «modifiche sostanziose» da apportare in seconda lettura alla Camera, dopo l'estate. 

 

(..) Meloni dovrà quindi decidere da quale riforma ripartire a settembre: premierato o separazione delle carriere. Nel frattempo, la ministra per le Riforme, Elisabetta Casellati, ha preso l'impegno di iniziare a lavorare sulla nuova legge elettorale a partire dalla prossima settimana. Un altro terreno di scontro con le opposizioni. E i tempi, quindi, potrebbero ulteriormente allungarsi.

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

 

Intorno all'Autonomia, invece, si sta consumando una battaglia violenta, dentro e fuori dall'Aula, ma la posta in gioco è minima. La legge leghista è stretta tra vincoli e paletti che la renderanno, in sostanza, inapplicabile per chissà quanto tempo. Per dare un'idea: prima di poter trasferire una materia di competenza statale a una Regione dovrà essere approvata dal Consiglio dei ministri una lista di Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni, con cui si garantiscono uguali diritti sociali ai cittadini di tutta Italia.

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani

Ad esempio, con i Lep si stabilisce il numero di posti negli asili nido a cui si ha diritto ogni centomila abitanti, che si viva in Trentino o in Sicilia. Questa lista è nelle mani dei ministeri e non è stato fissato alcun termine per consegnarla. Nel caso si arrivasse a definire quali sono i Lep, questi dovranno essere interamente finanziati in tutte le regioni italiane, altrimenti nessuno potrà chiedere l'autonomia su quelle materie. Attualmente, secondo il ministro Roberto Calderoli, lo Stato spende 170 miliardi per i Lep. Per potenziarli, a detta delle opposizioni, ne servirebbero altri 90 ogni anno.

 

Fossero anche un decimo della cifra fatta dalle opposizioni, per il governo sarebbe impossibile trovare le coperture necessarie. Certo, si potrebbero iniziare a trasferire quelle materie che non prevedono i Lep (come la protezione civile, la previdenza complementare e integrativa, il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario) che difficilmente, però, il governo accetterà di trasferire a livello regionale.

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani 2

 

Nel caso, comunque, Forza Italia porrà oggi un ulteriore ostacolo presentando tre ordini del giorno vincolanti per il governo in cui si chiede di passare da «una valutazione di impatto», prima di procedere all'eventuale trasferimento delle materie che non prevedono Lep. Ordini del giorno a cui il governo darà parere positivo e che renderanno ancora più lenta e farraginosa la procedura. Una mossa che si traduce in un segnale lanciato dal leader azzurro Antonio Tajani al governatore della Calabria Roberto Occhiuto, che chiedeva particolare attenzione sui meccanismi dell'autonomia da parte dei suoi compagni di partito per evitare di sfavorire le regioni meridionali.

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

I leghisti fanno buon viso a cattivo gioco. Hanno ingoiato tutte le modifiche chieste dagli alleati «perché l'alternativa era non avere nulla - spiega una fonte di maggioranza -.

Ora avranno una legge che dice, per filo e per segno, come sia impossibile ottenere l'autonomia sulle materie che contano, ma è pur sempre qualcosa».

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