SUPERBONUS? MALUS! – IL CONSIGLIO DEI MINISTRI SUL RECOVERY PLAN SLITTA ANCORA: IL MOTIVO? DENTRO IL PIANO NON C’È LA PROROGA DEL SUPERBONUS AL 2023. FORZA ITALIA E M5S LA INVOCANO A GRAN VOCE, PER L’OCCASIONE ESCE DAL LETARGO ANCHE CONTE: “È PRIORITÀ MIA E DEL MOVIMENTO” – DANIELE FRANCO HA GARANTITO CHE LE RISORSE SARANNO INDICATE IN MANOVRA, MA IL DIBATTITO È PIÙ AMPIO E RIGUARDA ANCHE GOVERNANCE E PENSIONI. E IL TEMPO STA PER SCADERE…

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MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI

1 - RECOVERY: SALE TENSIONE SUL SUPERBONUS, SLITTA ANCORA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI. M5S E FI: SERVE PROROGA FINO AL 2023

Da www.ilsole24ore.com

 

Si sarebbe dovuto tenere venerdì 23 aprile, poi il Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno il Piano nazionale ripresa e resilienza è slittato alle ore 10 di sabato. Ma l’orario della nuova conovocazione per l’esame preliminare del testo in vista della presentazione alle Camere della prossima settimana non è stato rispettato. Dietro il ritardo ci sono ancora nodi da sciogliere e nervosismo tra gli alleati di maggioranza. In particolare sul superbonus che M5S e Fi chiedono di estendere al 2023 Intanto proseguono le interlocuzioni con Bruxelles, dove il testo dovrà arrivare entro il 30 aprile.

 

Proroga superbonus

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Il nodo politico è il superbonus al 110%, su cui Movimento 5 Stelle e Forza Italia hanno chiesto un impegno preciso con lo stanziamento di risorse per la proroga fino al 2023, una posizione condivisa anche dal Pd. Un punto sul quale è intervenuto anche l’ex premier Giuseppe Conte: «La transizione ecologica è una priorità sia per me che per il Movimento 5 Stelle. È un’occasione imperdibile per il nostro Paese e non può essere rimandata per difetto di lungimiranza o carenza di volontà politica. In quest'ottica, il superbonus 110% è una misura fondamentale. La presenza del superbonus nel Pnrr è quindi essenziale. Non possiamo permetterci di creare incertezza sul futuro di questa misura. La misura del superbonus va prorogata fino al 2023 e, anzi, è necessario intervenire per renderla ancora più semplificata. Occorrono segnali politici forti e chiari».

 

DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO MARIO DRAGHI

Il ministro Maria Stella Gelmini ha sentito il ministro dell'Economia Daniele Franco, chiedendo, a nome di Forza Italia, chiarimenti sul Superbonus. Lo apprende l'ANSA da fonti azzurre. I circa 18,5 mld stanziati dal Pnrr finanzierebbero, infatti, il 110% solo fino a fine 2022. Il ministro dell'Economia, nell'ambito della discussione sul Recovery fund, ha dato garanzia - affermano le stesse fonti - che per il 2023 le risorse saranno indicate dalla prossima legge di bilancio.

 

mario draghi giuseppe conte mario draghi giuseppe conte

Rassicurazioni sulla copertura fino al 2023 potrebbero arrivare nelle comunicazioni che il presidente del Consiglio Mario Draghi terrà alle Camere lunedì e martedì.

 

Cabina di regia

A creare malumori è stata anche la cabina di regia, affidata a Palazzo Chigi con il contributo di ministri che verranno indicati con un decreto nelle prossime settimane. A seguire l’attuazione saà il ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco. I ministri, inoltre, hanno lamentato di aver trovato su giornali e agenzie di stampa la bozza del piano prima ancora che venisse inviata ai loro uffici, senza avere il tempo di esaminare il testo prima della riunione di governo.

 

Pd: clausola per lavoro giovani e donne

ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA ENRICO LETTA PARLA DI DRAGHI A PORTA A PORTA

Da parte sua il Pd, ha ribadito il segretario Enrico Letta, chiede una «clausola di condizionalità a favore dell'occupazione giovanile e femminile, per creare un legame fra ciò che c’è scritto nel piano e i creatori di lavoro che saranno destinatari delle «risorse del piano. Quelle risorse dovranno essere applicate con un favore particolare verso l'occupazione giovanile e femminile. Perché su questi fronti il nostro Paese è indietro. È una nostra bandiera che ci portiamo in questo piano e che gli permetterà di funzionare meglio», ha concluso l’ex premier.

 

2 - IL RECOVERY È PRONTO, L'IRA DEI PARTITI SCONTRO SU SUPERBONUS E PENSIONI

Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

mario draghi mario draghi

Prima di tutto Mario Draghi vuole mettere in sicurezza la propria credibilità e inviare per tempo in Europa, entro la data prevista del 30 aprile, il Recovery plan. Poi si occuperà dei partiti e delle richieste che considerano tradite (chi più, chi meno).

 

Ma andando con ordine: l'insoddisfazione delle forze politiche e le trattative ancora in corso con Palazzo Chigi e il Tesoro, soprattutto sulla proroga del Superbonus al 110%, hanno fatto slittare il Consiglio dei ministri a questa mattina.

 

Ieri sera l'agenzia Standard&Poor' s ha confermato il rating dell'Italia BBB con otulook stabile. La notizia arriva alla vigilia della riunione in cui si discuterà l'ultimo testo del "Piano nazionale di ripresa e di resilienza" che è il nome ufficiale dato al Recovery plan e porta la firma del presidente del Consiglio e del ministro dell'Economia Daniele Franco. Lunedì e martedì Draghi lo presenterà prima alla Camera e poi al Senato.

presentazione del recovery plan 2 presentazione del recovery plan 2

 

Tra sei giorni il testo dovrà essere approvato e inviato alla Commissione europea. Si tratta del più imponente progetto economico varato dal Dopoguerra in poi, nato dalla necessità di tamponare la crisi finanziaria scatenata dalla pandemia. L'Italia avrà a disposizione fino al 2026 191 miliardi di euro, divisi in tranche, e sottoposti, per ogni erogazione, al rigido controllo dei funzionari dell'esecutivo di Bruxelles.

 

A questi si aggiungono altri 30 miliardi di extra-fondo, frutto di un ulteriore scostamento di bilancio e non sottoposti ai vincoli dell'Ue. Se sarà rispettata la scadenza, la prima fetta di risorse, 26 miliardi, arriverà a luglio. Il calendario e le trattative con Bruxelles, dove non tutto è stato fatto passare, hanno costretto il governo a imporre tempi più stretti sul metodo e criteri più selettivi nelle scelte dei progetti e dei finanziamenti.

 

presentazione del recovery plan 3 presentazione del recovery plan 3

Con il risultato di scatenare malumori diffusi nella maggioranza, quasi quanto all'opposizione, dove Sinistra italiana e Fratelli d'Italia lamentano che il Parlamento si troverà a votare l'intero pacchetto di progetti «a scatola chiusa». È tra i partiti della coalizione, però, che si trattengono a stento le critiche su alcuni capitoli rimasti in sospeso o su soluzioni considerate poco soddisfacenti.

 

Ma ancora prima, è stato il metodo di confronto adottato da Draghi e da Franco ad aver innervosito i riluttanti alleati del governissimo: si sentono esclusi e considerano inaccettabile non aver potuto visionare le bozze del Pnrr prima del tardo pomeriggio di ieri. Una questione che secondo la Lega- già costretta a cedere non volentieri su Quota100 - va allargata in generale a tutti i provvedimenti che arrivano in Cdm e che investe direttamente i collaboratori del premier. Non solo. Il nodo ancora irrisolto sulla governance del Pnrr estenderà questo dibattito, dopo il 30 aprile, anche al decreto che dovrà rispondere alla volontà dei partiti di essere maggiormente coinvolti nella gestione dei fondi. Ma è in casa 5 Stelle che gli animi sono più agitati.

MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA MARIO DRAGHI - CONFERENZA STAMPA

 

Nero su bianco non è prevista la proroga al 2023 del Superbonus per le ristrutturazioni edilizie che i grillini avevano posto come condizione per l'ok al piano. Alla richiesta si erano uniti Confindustria e successivamente anche Forza Italia. Al momento nel testo si parla solo delle case popolari e sono previsti circa 11 miliardi dal Recovery e poco più di 8 dal fondo integrativo.

 

Non abbastanza per coprire i finanziamenti fino al 2023. Nel pomeriggio il Mef si è impegnato a rivalutare le coperture a settembre con una doppia possibilità: o attraverso nuovi stanziamenti nella legge di Bilancio o spalmando le risorse residue della precedente dotazione.

 

presentazione del recovery plan presentazione del recovery plan

Una formula di compromesso che «non ci rassicura affatto», spiegano dal M5S. «Il Superbonus è una misura che sta producendo risultati importantissimi nel settore dell'edilizia - spiega l'ex viceministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni - e la proroga fino al 2023 è indispensabile per far ripartire l'Italia con la Transizione ecologica». «Anche per noi - fa sapere una nota di Fi - la proroga è indispensabile».

 

Per i grillini sono anche altri i motivi di delusione. Inghiottito il ridimensionamento del Cashback, misura cara all'ex premier Giuseppe Conte, il M5S promette battaglia sul fronte ambientale perché all'interno del Pnrr non passi il via libera agli inceneritori e perché nel testo si parla di idrogeno, senza specificare che «l'unico idrogeno che considereremo accettabile è quello verde, cioè da fonti rinnovabili». Dal Pd insistono invece sulla necessità di un maggiore chiarimento a proposito della Rete unica e del cloud pubblico, ma il segretario Enrico Letta ieri ha anche rilanciato una sua proposta: i soggetti che parteciperanno ai progetti del fondo europeo e dell'extra-fondo dovranno avere una percentuale vincolante di giovani e donne

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