attilio fontana 8

LA SVIZZERA SALVA IL CULO A FONTANA - RESPINTA LA RICHIESTA DEI PM DI MILANO CHE INDAGANO SUI CONTI ALL’ESTERO DEL GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA: STAVANO CERCANDO INFORMAZIONI SUI MILIONI CHE IL LEGHISTA HA DEPOSITATO NELLA BANCA UBS DI LUGANO - LE INDAGINI VANNO AVANTI DA PARECCHIO TEMPO CON L’ACCUSA DI AUTORICICLAGGIO E FALSO IN VOLUNTARY DISCLOSURE, LO SCUDO FISCALE A CUI AVEVA ADERITO FONTANA...

Alfredo Faieta per "Domani"

 

attilio fontana 9

Alla procura di Milano non è riuscita l’impresa che rese famoso Guglielmo Tell. Hanno provato a colpire la mela del segreto bancario svizzero, senza però riuscirci. Dalla Confederazione, infatti, hanno risposto picche alla richiesta di informazioni sul conto milionario acceso presso la banca Ubs di Lugano e intestato al governatore della Lombardia Attilio Fontana, sul quale i pm lombardi indagano da molto tempo con l’accusa di autoriciclaggio e falso in voluntary disclosure, lo scudo fiscale cui aveva aderito Fontana.

 

attilio fontana 8

Non ci sono i requisiti per dare assistenza giudiziaria transnazionale, hanno risposto gli svizzeri che quando si tratta di fisco e banche hanno ancora la schiena ben dritta nei confronti di chi i soldi li ha portati da loro, fossero anche amministratori pubblici di alto rango come Fontana.

 

Gli accordi con l’Unione europea sullo scambio automatico dei dati bancari siglati a metà del decennio scorso hanno migliorato sicuramente la situazione, ma non al punto di far diventare le banche elvetiche una casa di vetro, neppure se c’è di mezzo la giustizia penale che indaga.

 

attilio fontana 6

Senza quei dati sarà difficile proseguire con l’inchiesta e non è escluso che i pm titolari del fascicolo si rassegnino a preparare una richiesta di archiviazione, chiudendo così una vicenda giudiziaria che ha tenuto per molti mesi sulla corda il politico leghista a capo della più popolosa e importante regione italiana.

 

IL MISTERO DEI CONTI ESTERI

Di quei soldi, oltre cinque milioni di euro, si ha traccia iniziale nel 1997, quando la madre di Attilio Fontana, Maria Giovanna Brunella, aveva deciso di aprire un primo rapporto bancario in Svizzera per far arrivare oltre confine i risparmi derivanti dalla sua attività di dentista con uno studio ben avviato a Varese. Sul primo conto del 1997, come rivelato da Domani, Fontana non era solo erede ma aveva anche la delega a operare.

 

attilio fontana 7

Alla morte della signora, avvenuta nel 2014, il governatore ha ereditato il gruzzolo e lo ha poi fatto emergere al fisco italiano con la voluntary disclosure dopo averlo dato in cura a Unione fiduciaria, che lo amministra per lui.

 

I magistrati milanesi hanno sempre pensato che parte di quei soldi non fossero della madre ma proprio di Fontana: almeno 2,5 milioni di euro sui quali si è concentrata l’indagine che ha poi portato alla rogatoria svizzera che non ha avuto nessun effetto tangibile, nonostante si sia attivato per sbloccarla anche il ministero della Giustizia italiano.

attilio fontana 5

 

Per ottenere l’assistenza giudiziaria è necessario il mutuo riconoscimento dei reati tra i due paesi, anche in campo fiscale. E per Berna il reato tributario esiste solo in presenza di una frode ben congegnata per sottrarsi al fisco con destrezza.

 

Secondo i magistrati svizzeri la frode al fisco italiano non è provata dalle indagini, che hanno dato peso a una firma della mamma ritenuta falsa e che sarebbe stata messa al suo posto da qualcuno nel 2005 in Ubs quando il rapporto bancario era stato rinnovato per adeguarsi all’euroritenuta introdotta quell’anno. Insomma, niente frode e niente carte, che avrebbero dovuto sciogliere il dubbio su chi effettivamente abbia alimentato quel conto a partire dal 1997 e poi dal 2005.

 

attilio fontana 3

L’avvocato di Fontana, Jacopo Pensa, fa sapere che i documenti che tempo fa ha consegnato alla procura, in cui avrebbe ricostruito la movimentazione del conto fin dagli anni Settanta, sciolgono ogni dubbio sulla provenienza del denaro. La difesa resta in attesa dell’archiviazione.

 

attilio fontana 4

Ma come raccontato nel gennaio 2021 da Domani, l’approfondimento sui conti che ruotano intorno ad Attilio Fontana e famiglia è ben più vasta del conto materno scudato per 5,3 milioni di euro.

 

Grazie anche alle segnalazioni dell’Uif di Banca d’Italia sono finiti sotto la lente i conti svizzeri della moglie Roberta Dini, la quale era anche proprietaria di società immobiliari oggi in liquidazione.

 

attilio fontana 1

Non solo: con l’introduzione della voluntary disclosure hanno approfittato per mettere apposto le pendenze tributarie anche i suoceri di Fontana, imprenditori nel campo dell’abbigliamento con la Dama, l’azienda conosciuta per il marchio Paul&Shark da cui è partita tutta l’indagine penale che ha investito l’avvocato e politico leghista.

 

Dalle carte in mano agli investigatori emerge che sono stati fatti rientrare capitali nascosti in Estonia, Svizzera e a Curaçao, nelle Antille olandesi «in violazione degli obblighi di dichiarazione dei redditi e di monitoraggio fiscale». Milioni di euro legati proprio alle attività dell’azienda di famiglia che avevano preso il largo con discrezione.

 

attilio fontana 2

Il perché si sia cercato di far luce sui soldi dei Dini, al di là di eventuali profili penali, è chiaro se si pensa all’origine dell’inchiesta che vede indagato il governatore e che val la pena di riepilogare affinché non si perda il filo di questa contorta vicenda.

 

DAI CAMICI AL TESORETTO

Alla scoperta di un conto intestato a Fontana con un saldo superiore ai cinque milioni di euro, tra liquidità e investimenti finanziari, i magistrati della procura milanese erano arrivati indagando su una fornitura alla regione di camici protettivi per il Covid prodotti dalla Dama del cognato Andrea Dini.

 

attilio fontana 4

La società aveva subito un pesante stop alle vendite con l’arrivo della pandemia, del lockdown e della chiusura dei negozi. E come molte altre aziende del settore che si sono trovate nella stessa condizione ha riconvertito la produzione in dispositivi di protezione, introvabili nella primavera del 2020.

 

Ne aveva venduti anche ad Aria, la stazione appaltante della regione Lombardia, ma l’affare si era bloccato quando era emerso il conflitto d’interessi dell’operazione. Non dichiarato e ancor più evidente tenendo conto del fatto che il dieci per cento della società è riferibile a Roberta Dini, la moglie del governatore.

 

attilio fontana 3

Quest’ultimo aveva cercato di bonificare dal conto Ubs al cognato 250mila euro, mosso dalla volontà di indennizzarlo per quell’affare finito male. Ma Unione fiduciaria, che amministra quel conto, aveva bloccato il trasferimento per mancanza di una valida causale.

 

L’inchiesta sui camici, che inizialmente aveva preso la strada della turbata libertà di scelta del contraente con l’iscrizione nel registro delle indagini dei vertici di Aria, a partire dall’ex direttore generale Filippo Bongiovanni, aveva abbandonato poi quell’ipotesi per concentrarsi sulla «frode in pubbliche forniture».

 

attilio fontana con le mascherine pannolino

Interrotta la vendita, infatti, Andrea Dini (indagato) e Fontana avrebbero pensato di procedere a una donazione che però non avrebbe riguardato tutti i camici ma solo parte di quelli inizialmente pattuiti, interrompendo così la fornitura in danno allo stato.

 

Per questa ipotesi i pm Paolo Filippini e Carlo Scalas hanno chiesto il rinvio a giudizio per i due cognati, per Bongiovanni e altre due persone, e sarà adesso il gup a decidere la loro sorte.

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."