carlo toto a24 a25

TOTOCALCIO? NO, UN CALCIO A TOTO! – IL GOVERNO VUOLE REVOCARE LA CONCESSIONE DELL’AUTOSTRADA A24-A25 TRA ROMA E ABRUZZO NELLE MANI DEL GRUPPO TOTO - LA PARTITA VALE QUASI 10 MILIARDI: È FUNZIONALE A UNA MASSICIA RI-NAZIONALIZZAZIONE DEL SETTORE, PER CUI IL GOVERNO HA CREATO CON LA LEGGE DI BILANCIO UNA NEWCO, AL MOMENTO SCATOLA VUOTA - MA È BATTAGLIA SULL'INDENNIZZO DA OLTRE 2 MILIARDI E SUL PIANO DI INVESTIMENTI PER LA SICUREZZA…

Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”

 

carlo toto

Dopo Benetton e Aspi, il governo vuole chiudere la partita con Toto, estromettendolo dalla gestione dell'autostrada A24-A25 tra Roma e Abruzzo. La partita vale quasi 10 miliardi ed è funzionale a una massicia rinazionalizzazione del settore, per cui il governo ha creato con la legge di bilancio una newco, al momento scatola vuota. Ma ha diverse complicazioni: vedute differenti tra Palazzo Chigi e ministero delle Infrastrutture, attento faro del ministero dell'Economia, rischio di contenziosi legali miliardari in assenza di accordo.

 

AUTOSTRADA A24

Benché piccola, la A24-A25 è un'opera strategica per legge. Strada dei Parchi Spa nasce nel 2003 come joint venture proprio con Benetton, ma dal 2011 è interamente controllata dai Toto. La famiglia abruzzese spazia dall'edilizia alle rinnovabili e ha multiple sponde politiche, anche generosamente finanziate. Ma la concessione (scadenza 2030) l'ha vinta con gara, prima in Italia.

 

Da dieci anni Toto e governi dialogano e litigano sul nuovo piano economico per messa in sicurezza delle gallerie e adeguamento anti sismico. Un investimento da 6,5 miliardi di euro. Il punto è come ripartirli tra pubblico e privato e come gestirli.

Mentre si discute, Strada dei Parchi non paga più le rate del canone ad Anas, motivando con terremoti e Covid.

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

A fine 2020 il debito raggiunge i 700 milioni di euro. Anas è costretta a un accantonamento nel fondo svalutazione per «la complessa situazione creditoria», temendo «un significativo aumento della probabilità di default». E la Corte dei Conti segnala «notevolissimi profili di criticità atteso l'evidente stato di pervicace insolvenza che ne caratterizza il rapporto».

Ma i governi Gentiloni e Conte congelano il debito.

 

L'aria cambia dopo il crollo del ponte Morandi. La ministra De Micheli straccia il piano concordato dal predecessore Toninelli. Dossier di associazioni civiche e note del ministero evidenziano piloni di viadotti ischeletriti, calcestruzzo ammalorato e monconi di ferro ossidato. Meno di 60 euro spesi su ogni 100 previsti per la prevenzione, stigmatizza l'Autorità anticorruzione, a fronte dei 96 autocertificati dal gestore.

AUTOSTRADA A24

 

Appalti gestiti "in house" oltre i limiti di legge. E zero controlli perché l'ufficio ad hoc del ministero lamenta «l'impossibilità di effettuare visite ispettive adeguate per verificare lo stato di degrado a causa della drastica riduzione di personale», invocando però «interventi urgenti».

 

Si muovono cinque Procure. Ferma la presunzione di non colpevolezza in attesa del processo, la Procura dell'Aquila contesta attentato alla sicurezza pubblica, disastro colposo per pericolo di crollo, frode in contratti pubblici. Indagati manager e tecnici nonché il patron Carlo Toto, «che si ingerisce in tutte le scelte societarie e aziendali, da quelle strategiche a quelle più minute e quotidiane».

 

toninelli

I report aziendali «minimizzavano la reale condizione di deterioramento, negando immotivatamente la necessità di interventi manutentivi» anche a fronte di segnalazioni «al massimo grado di difettosità». Le manutenzioni ordinarie (da contratto a carico del privato) venivano messe in conto allo Stato gabellandole per straordinari interventi antisismici con documenti falsi.

 

La perizia documenta «la costante carenza di manutenzione ordinaria, che ha comportato degrado dei materiali dei viadotti, in notevoli condizioni di rischio». Le intercettazioni telefoniche svelano l'incessante lobbismo politico.

 

Le indagini dei carabinieri ricostruiscono i due pilastri del sistema Toto: «spostare il baricentro dalla palese assenza/carenza di manutenzione ordinaria alla vulnerabilità sismica, che attiene a tutt' altra materia»; affidare verifiche sulle opere a società infragruppo, garanzia di «costante e reiterato parere circa l'assenza di qualsivoglia situazione di pericolo».

CARLO TOTO

 

Dopo il cambio di governo del 2021, il ministero delle Infrastrutture istituisce una commissione d'inchiesta con alti magistrati e dirigenti pubblici. La commissione sonnecchia per mesi, anche perché il ministero studia una norma per chiudere la questione in accordo con Strada dei Parchi: debito congelato e gestione concordata dei nuovi maxi investimenti.

 

Ma Palazzo Chigi cancella la norma, avoca il dossier e impone un'accelerazione rigorista. La commissione consegna a gennaio una relazione durissima. Segue formale lettera del ministero, che contesta a Toto «grave e prolungato inadempimento e complessiva condotta negligente» ipotizzando la risoluzione della concessione. Strada dei Parchi risponde il 15 marzo con 150 pagine di controdeduzioni, paventando risarcimenti miliardari per danni patrimoniali e reputazionali.

 

paola de micheli

Il duello colloca il governo a un bivio: forzare la revoca unilaterale della concessione, mettendo in conto decennali e incerte code giudiziarie; o negoziare con Toto una rinazionalizzazione «modello Benetton». Toto chiede 2,5 miliardi per uscire con baci e abbracci. Sommati ai 6,5 di investimenti previsti per la messa in sicurezza, portano il conto per lo Stato a 9 miliardi. Il doppio di quanto previsto nei piani economico-finanziari mai approvati negli anni. È il costo della volontà politica di centralizzare in senso pubblicistico la gestione strategica del settore. A due mesi dai primi abboccamenti, la trattativa non ha fatto passi avanti. Forse per questo né Palazzo Chigi né il ministero commentano.

viadotti a24 a25

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...