Estratto dell’articolo di Francesco Malfetano per “il Messaggero”
«Sfumature e sostanza». A meno di due settimane dall'arrivo della premier Giorgia Meloni a Hiroshima per la sua prima riunione del G7, a tenere banco tra i diplomatici di mezzo mondo è la relazione che l'Italia intende mantenere con la Cina. Ovvero ci si interroga su come Roma intenda uscire dall'angolo in cui si è ficcata rispetto alla scadenza dell'accordo sulla via della Seta, prevista per il 2024. Continuare a tentennare dando un segnale di mancato allineamento agli Stati Uniti (con Roma anche "gravata" dal peso di dover guidare il G7 l'anno prossimo)? Oppure uscire dall'accordo sottoscritto nel 2019 dal governo gialloverde esponendosi alle potenziali ritorsioni economiche di Pechino?
XI JINPING VS JOE BIDEN - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY
[…] la diplomazia italiana oggi si barcamena tra le due posizioni facendo perno sull'Ucraina. La convinzione di Roma è che anche per Joe Biden è utile avere un alleato che dialoghi facilmente con chi, la Cina appunto, ha un canale preferenziale con Mosca. L'input di Palazzo Chigi in pratica sarebbe «niente sgarbi diplomatici, a nessuno».
Tant'è che ieri - all'indomani della visita in Italia dello speaker della Camera Usa Kevin McCarthy e della nomina a Roma dell'ambasciatore a stelle strisce Jack Markell - Wang Lutong, capo del dipartimento Affari europei del ministero degli Esteri cinese, è stato sì accolto alla Farnesina per un incontro informale rivelato dal sito Formiche, ma non ha ottenuto rassicurazioni.
giorgia meloni joe biden g20 6
Nelle intenzioni del diplomatico asiatico il passaggio nella Capitale sarebbe dovuto essere utile a preparare l'atteso viaggio di Meloni in Cina (o almeno del ministro degli Esteri Antonio Tajani) e, appunto, ad affrontare il tema della via della Seta. Tentativi però stemperati con i ringraziamenti per l'attenzione di Pechino per il Paese e per l'Europa, e con «l'apprezzamento» per il progetto di pace sviluppato per l'Ucraina, accompagnato però da un gentle reminder sul fatto che «l'unica pace possibile è la ritirata russa».
Il sottotesto è che tra le due possibilità originarie i rapporti tra Italia e Cina possano essere riformulati attraverso una terza via. Ovvero un addio alla Via della Seta (ormai peraltro svuotato di contenuti e significati) e la firma di un altro documento, esclusivamente commerciale.
Per l'Italia lo scenario «perfetto» secondo alcuni consiglieri vicini alla premier. In questo modo infatti decadrebbe l'insoddisfazione statunitense per un memorandum d'intesa che era ben più di un semplice accordo, senza che Washington possa recriminare alcunché dato che altri paesi alleati (su tutti Francia e Germania) intrattengono «approfondite» relazioni commerciali con Pechino.
xi jinping joe biden al g20 di bali
Per la Cina invece, sarebbe un modo «per non finire stritolata», […] Nei fatti quello di ieri è stato quindi l'ennesimo "ne riparliamo più avanti" […] Da settimane del resto l'attività dell'ambasciatore a Roma Jia Guide è frenetica e consta di diversi incontri con rappresentanti delle istituzioni e del governo. «Routine» spiegano, difficile però credergli.