mike pompeo cina

VAFFANCINA - MIKE POMPEO: ''IL REGIME DI PECHINO È LA NUOVA TIRANNIA, IL MONDO LIBERO DEVE UNIRSI PER TRIONFARE CONTRO DI ESSA''. IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO DICHIARA IL FALLIMENTO DELLA DOTTRINA NIXON, CHE NEL 1971 APRÌ LA PORTA A MAO - I DIPLOMATICI USA VOGLIONO CHE L'ITALIA FACCIA COME IL REGNO UNITO: ''HUAWEI VI RUBA I DATI, DITE NO AL 5G CINESE''

1. POMPEO ALL'ATTACCO DELLA CINA DI XI "NUOVA TIRANNIA, IL MONDO LIBERO TRIONFI"

Federico Rampini per ''la Repubblica''

 

«Il vecchio paradigma è fallito. La cieca ricerca di intese con la Cina non va portata avanti». Le conseguenze sono a tutto campo: dal commercio alla finanza, dagli scambi tecnologici ai visti, dalla strategia militare alla sanità, in ogni settore bisogna trarne le conseguenze insieme agli alleati. Pompeo ha definito la Cina «una nuova tirannia» e ha invitato il «mondo libero» a unirsi «per trionfare» contro di essa. È un altro mattone per la Grande Muraglia che divide Stati Uniti e Cina.

mike pompeo

 

Ancora una volta tocca a Mike Pompeo, segretario di Stato nell'Amministrazione Trump, aggiornare il paradigma della nuova guerra fredda. Lo fa con un discorso dal titolo evocativo: «La Cina comunista e il futuro del mondo libero». Un linguaggio che riecheggia quello della prima guerra fredda, tra Stati Uniti e Unione sovietica. Pompeo da tempo è diventato l'esponente di punta di un establishment che teorizza il "pericolo cinese": con forti agganci nel Pentagono, ma anche al Dipartimento di Stato e nella delegazione repubblicana al Congresso.

 

Un tema che però travalica la divisione partitica, e vede sempre più impegnati i democratici, con Joe Biden che guida un "revisionismo" ostile a Pechino. Significativa è anche la scelta del luogo in cui Pompeo parla: la biblioteca presidenziale di Richard Nixon, il presidente repubblicano che nel 1971 col suo storico viaggio a Pechino e l'incontro con Mao Zedong inaugurò una nuova era geopolitica. L'anno prossimo sarà il 50esimo anniversario di quel viaggio. Ma le promesse di quel disgelo sono state tradite, dice il segretario di Stato:

 

xi jinping

«Credevamo che coinvolgere la Cina avrebbe generato un futuro di cooperazione. Oggi siamo qui a indossare maschere e a fare il conteggio dei morti della pandemia perché il partito comunista cinese ha tradito le sue promesse. Siamo qui a seguire gli sviluppi della repressione a Hong Kong e nello Xinjiang. Osserviamo le tremende statistiche sul commercio estero cinese che ha colpito la nostra occupazione e le nostre aziende. Seguiamo le forze armate della Cina che diventano sempre più potenti e minacciose».

 

La conclusione, secondo Pompeo, è drastica: bisogna rivedere i fondamenti di mezzo secolo di relazioni con la Cina. Il "teorema Nixon" non si è avverato. L'America ha sbagliato strada, Ed è ora che operi una correzione di rotta.

 

 

2. GLI USA METTONO IN GUARDIA L'ITALIA "HUAWEI VI RUBA I DATI, DITE NO AL 5G"

Paolo Mastrolilli per ''La Stampa''

 

«Siamo fiduciosi che sulla questione del network 5G il governo italiano prenderà la decisione giusta per il popolo italiano, allo scopo di garantire che i vostri dati e la vostra sicurezza siano pienamente protetti». Non è un caso che l'ambasciatore Philip Reeker, capo del Bureau of European and Eurasian Affairs al Dipartimento di Stato, affidi questo auspicio a La Stampa proprio il giorno dopo la chiusura del consolato cinese a Houston, mentre il segretario di Stato Pompeo annuncia la nuova linea verso Pechino.

mike pompeo

 

Quella sede diplomatica era accusata di essere un centro di spionaggio, e Washington pensa che la compagnia tecnologica Huawei sia un cavallo di Troia per penetrare le difese degli alleati e rubare i segreti comuni. Infatti Reeker, ad una domanda specifica sui contatti con Roma riguardo la scelta del fornitore a cui affidare il nostro network 5G, risponde così: «Lascio che il governo italiano parli delle sue decisioni. Noi abbiamo chiarito molto bene le nostre preoccupazioni, e la sicurezza della rete informativa ha un'importanza fondamentale.

 

Questa è la sfida con la Cina. Per un lungo periodo di anni non siamo stati abbastanza attenti, mentre la Repubblica popolare rubava la nostra proprietà intellettuale, e sviluppava nuovi sistemi tecnologici usati poi dalle aziende di Stato per rivenderci questi stessi materiali. Ora ad essere in gioco sono i vostri dati, le informazioni riservate di americani, europei, amici e alleati. Questo ci preoccupa, la possibilità che il Partito comunista possa avere accesso ai dati e archiviarli.

donald trump xi jinping

 

La discussione in corso è tutta qui, ossia individuare fornitori affidabili per la nostra alta tecnologica e le infrastrutture chiave. È una questione cruciale. Perciò siamo fiduciosi che il governo italiano sul 5G prenderà la decisione giusta». Reeker ci parlava da Bruxelles, dove è andato dopo aver accompagnato Pompeo a Londra e Copenhagen. Il segretario di Stato poi è volato a Yorba Linda, dove ieri dalla Library del presidente Nixon ha tenuto un discorso intitolato «Communist China and the Free World's Future», con cui è arrivato ad un passo dal chiedere il cambio di regime a Pechino.

 

HUAWEI

Pompeo ha attaccato Xi Jinping, accusandolo di essere un «vero credente in una ideologia totalitaria fallita». Non ha sollecitato di rovesciare il governo, ma ci è andato molto vicino: «È ora che i cinesi cambino la guida del Partito comunista». Di sicuro gli Usa muteranno la strategia dell'ingaggio, che non ha funzionato. Questa escalation dimostra come ormai l'amministrazione Trump abbia rotto gli argini, nella sfida geopolitica epocale con la Repubblica Popolare.

 

DAVIDE CASALEGGIO HUAWEI

Fino a febbraio il presidente aveva elogiato Xi, e difeso l'opaca gestione della pandemia, perché il suo obiettivo era concludere l'accordo commerciale da vantare nella campagna per le presidenziali del 3 novembre. L'esplosione del Covid negli Usa però ha cambiato le priorità, e ora il capo della Casa Bianca ha bisogno di un capro espiatorio su cui scaricare le sue responsabilità, e un avversario contro cui impostare la corsa alla conferma, attirando i consensi dei lavoratori penalizzati dalla globalizzazione e imputando al rivale democratico Biden di essere debole con Pechino. Infatti Pompeo ha accusato la Cina di aver «comprato» il capo dell'Oms Tedros.

 

boris johnson

L'esigenza elettorale di Donald lo ha allineato con i falchi dell'amministrazione, che da sempre puntavano allo scontro con la Cina, favorendo la nuova linea dura. In questo quadro la chiusura del consolato di Houston è un episodio indicativo di una prassi, perché l'intelligence Usa ora accusa il consolato di San Francisco di nascondere Juan Tang, ricercatrice alla University of California che in realtà spiava per le forze armate.

 

Ora seguirà la risposta della Repubblica popolare, che sta valutando se sgomberare la sede diplomatica americana di Wuhan, Hong Kong o Chengdu. Intanto Reeker a Bruxelles incontra gli europei, per dare seguito alla proposta del rappresentante per la politica estera Josep Borrell di creare un fronte atlantico unito, per gestire insieme la sfida di Pechino. Ciò aiuta a capire il richiamo all'Italia sul 5G, perché in questo clima la scelta di Huawei darebbe la sensazione di un tradimento.

 

huaweihuawei

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...