matteo salvini roberto vannacci

VANNACCI, MA LI MORTACCI! IL GENERALISSIMO, FORTE DEL VOTO DI UN LEGHISTA SU 4, FA GIA' IL GANASSA, ACCUSA DI "TRADIMENTO" BOSSI E PROMETTE CHE IN EUROPA FARA’ IL “SABOTATORE” (ANCHE DI SALVINI?) – L’OPERAZIONE VANNACCI, CHE HA SALVATO IN CORNER LA SEGRETERIA DEL "CAPITONE", PUÒ ESSERE UNA GRANA PER IL LEADER LEGHISTA. CHE COSA SUCCEDEREBBE, SE PARTISSE UNA RESA DEI CONTI NEL CARROCCIO? QUANTO È “CONTROLLABILE” IL GENERALE? - LUI SI SCHERMISCE: “TUTTA ROBA DA POLITICI E IO NON SONO UN POLITICO”

VANNACCI IL GENERALE CHE CORRE PER SE STESSO

Brunella Giovara per www.repubblica.it - Estratti

 

vannacci

Più che un generale, un Generalissimo (il paragone con Francisco Franco gli piacerà). Forte di 536 mila preferenze, cioè di 536 mila italiani che hanno votato Lega e scritto “Vannacci” sulla scheda. Da outsider, e nemmeno iscritto al partito già padano, il toscano ha salvato la sorte traballante della Lega e già promette di essere un «sabotatore. Con Salvini costruiremo qualcosa di sbalorditivo...».

 

E Salvini lo santifica, avendo un bel debito con lui e dovendo parare i colpi di un fronte interno che Vannacci non glielo perdona. Ma che importa, lui si gode il trionfo e cerca casa a Bruxelles. «Grazie a tutti per la fiducia e il coraggio. Non ci accontenteremo di una vittoria, ma arriveremo alla Xa”. La Decima Mas, sempre quella. Alludendo ai miti del fascismo più facile, i camerati, la flottiglia capitanata da Junio Valerio Borghese, e l’ardire nella battaglia, i «nonni di Redipuglia che gridano presente, presente, presente!».

 

ROBERTO VANNACCI

 

 

(...) E qualcuno non sopporterà le sue intemperanze littorie, e l’atteggiamento da “ganassa”. Ma chi se ne frega ormai, se nella Lega troppi rifiutano il novello salvatore della patria. L’importante era superare l’ostacolo, poi si vedrà, e alalà.

 

SCELTO DA UN LEGHISTA SU 4 VANNACCI BATTITORE LIBERO, I TIMORI DENTRO IL PARTITO

Tommaso Labate per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

ROBERTO VANNACCI MATTEO SALVINI

«E seicentosettantacinque, prego», rivendica con precisione militaresca, piegando i complimenti ricevuti in privato all’aritmetica del consenso, con gli angoli del successo elettorale incassato ovunque in Italia che devono combaciare come nel mitologico «cubo», che nel gergo militare è il modo di piegare le coperte di modo da lasciare ordinato il letto.

 

Basta avere la fortuna di trovare il suo telefono libero, esordire celebrando la bellezza dei «cinquecentotrentamila voti» ottenuti — lo ha scelto un elettore su quattro della Lega — ed eccolo, lui, lestissimo a ricordare all’interlocutore che ci sono quelle seicentosettantacinque «x» in più sulle schede, come se il trionfo andasse pesato fino all’ultimo grammo, il brindisi onorato fino all’ultima goccia e il plebiscito celebrato fino all’ultimo voto.

roberto vannacci matteo salvini comizio a piazza santi apostoli roma

 

Il day after del generale Roberto Vannacci, il suo primo da europarlamentare eletto con la Lega, lo catapulta coi galloni del protagonista in una sorta di film tra il grottesco e il fantasy, di quelli che disegnano un futuro distopico.

 

Una situazione straniante che fa dire a una vecchia colonna leghista — che preferisce conservare l’anonimato — che «sembriamo piombati all’interno di uno di quei sogni che non sai se è un brutto sogno passeggero oppure un incubo vero e proprio, salvati da quello che un anno fa era un signor Nessuno, che verosimilmente non conosce la nostra storia; e abbandonati da Umberto Bossi, che era e rimane la nostra storia fatta persona, che invece ha preferito votare Forza Italia».

roberto vannacci al seggio per le elezioni europee

 

Perché la situazione è esattamente questa.

 

L’operazione Vannacci è la delizia che salva in corner la segreteria di Matteo Salvini, dal punto di vista della geometria elettorale la più azzeccata delle trovate del vicepresidente del Consiglio da qualche anno a questa parte; ma è anche una sorta di croce, una specie di pericolo vivente, il fantasma di una cambiale umana dalla scadenza ignota.

 

Che cosa succederebbe, e se lo chiedono anche fior di salviniani convinti, se partisse una sorta di resa dei conti nel Carroccio e Vannacci aprisse bocca per dire la sua? E ancora, quanto è «controllabile» Vannacci? Di più, e se la «macchina Vannacci» si ribellasse alla stanza dei bottoni di Salvini celebrando il cantiere di una forza politica tutta sua, seguendo per esempio quella stessa traiettoria che anni fa — proprio a seguito di un bel risultato alle Europee — portò Carlo Calenda a separare le sue strade da quelle del Pd?

roberto vannacci comizio a piazza santi apostoli roma

 

«Roba da politici e io non sono un politico», riflette a voce alta lui, come se in quella rivendicazione ci fosse una sorta di presa di distanza sprezzante rispetto al mondo dei partiti, delle liste, delle liturgie disordinate, mentre «il mio mondo — come ama ripetere — è l’ordine».

 

L’ha fatto, Vannacci, anche cogliendo al balzo la palla del mancato voto alla Lega di Umberto Bossi, castigando il Senatur col piglio del neo-padrone di casa. «Non andrei mai a combattere con un camerata che il giorno prima decide di cambiare schieramento», «le persone che cambiano faccia in base al vento mi sanno di tradimento», «se avessi un amico che di punto in bianco cambia bandiera lo considererei un traditore».

 

(…)

 

vannacci lubamba

ROBERTO VANNACCI "ESALTATO DAL VOTO ALL'ULTRADESTRA QUESTA EUROPA NON PIACE A NESSUNO"

Elisa Sola per “la Stampa” - Estratti

 

(...)

Vannacci, lei ha preso 532mila voti. È soddisfatto?

«Molto. Lo trovo un risultato sbalorditivo. Sono molto felice del numero totale dei voti, che per me rappresenta una grande vittoria. E soprattutto sono molto felice di essere il secondo più votato dopo Giorgia Meloni. Questo lo trovo un risultato sorprendente ed eccezionale. In generale penso che sia un risultato che indica che c'è voglia di diversità».

 

(...)

Viste le preferenze che ha ottenuto e i voti delle estreme destre in Francia e in Germania, crede che si formerà un unico fronte «sovranista» in Europa?

roberto vannacci a porta a porta

«Non faccio previsioni sul futuro. E adesso è ancora presto per fare analisi. Posso però dire che le elezioni ci dicono, adesso, che questa Europa non piace».

 

Non piace in che senso?

«Le persone che sono andate a votare ci dicono che questa Europa, così come è stata fino a ieri, a loro non piace. Ci dicono che c'è bisogno di un'altra Europa. Diversa. Di un cambio di passo. Direi che il voto, per ora, ci indica che la volontà popolare è questa».

ROBERTO VANNACCI E LA DECIMA MAS - MEME BY EMILINANO CARLI

Lei ha spiegato che si è candidato come indipendente della Lega… «Confermo. Sono un candidato autonomo, e ieri ho aspettato l'esito del voto con pochi amici intimi e i miei camerati organizzando una grigliata fai da te a casa mia».

 

La Lega ha perso 25 punti percentuali rispetto alle elezioni europee del 2019 ed è stata scavalcata anche da Forza Italia. È una sconfitta?

«No, della Lega non parlo».

 

Nemmeno una parola?

«Non voglio dire nulla. I risultati sulla Lega li facciamo commentare a Matteo Salvini. E adesso mi scusi, non voglio più parlare. È stata una notte molto intensa...».

roberto vannacci a porta a porta roberto vannacci conferenza alla stampa estera 8roberto vannacci conferenza alla stampa estera 3roberto vannacci conferenza alla stampa estera 4roberto vannacci conferenza alla stampa estera 5roberto vannacci conferenza alla stampa estera 7ROBERTO VANNACCI - DECIMA FACTOR - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA LA DECIMA COSA BELLA - IL GIORNALONE - LA STAMPAroberto vannacci fate una decima DECIM HAMAS - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…