elezione presidente della repubblica capo dello stato covid quirinale

VARIANTE QUIRINALE - IL VERO OSTACOLO PER L’ELEZIONE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA È IL COVID! TRA DUE SETTIMANE, QUANDO È STATO CONVOCATO IL PARLAMENTO IN SEDUTA COMUNE, CI SARÀ IL PICCO DEI CONTAGI. CHE SI FA SE IL 10-20% DEI MILLE GRANDI ELETTORI SARANNO IN QUARANTENA? PER NON DIRE DELLA TRUPPA DI ONOREVOLI NO-VAX ANCORA NON USCITI ALLO SCOPERTO - IL COVID-HOSPITAL, LA LEGGE PER VOTARE DA REMOTO E GLI STARNUTI NEI “CATAFALCHI”: TUTTE LE IPOTESI

Carlo Bertini per "la Stampa"

 

roberto fico

Un Covid-hospital a Roma dove radunare i contagiati per farli votare con un seggio sul posto; oppure un Covid-hotel davanti a Montecitorio, da cui trasferirli con un percorso protetto verso un'urna adiacente l'aula della Camera.

 

E ancora: far votare i grandi elettori nelle aule delle commissioni, quattordici alla Camera e altrettante al Senato, per sparpagliarli e ridurre il rischio contagi. Non sono le fantasie di politici in allarme, ma le proposte di illustri costituzionalisti, come Francesco Clementi, intervistato ieri da Lucia Annunziata a Mezz' ora in più, o di Stefano Ceccanti, che da giorni lancia appelli al presidente della Camera Roberto Fico.

 

insalatiera per il voto del presidente della repubblica.

Il problema degli assenti è ormai una questione di Stato. Tra due settimane ci sarà il picco dei contagi, prevede il commissario Figliuolo: se il 10-20 per cento dei mille grandi elettori saranno a terra o in quarantena che si fa? Per non dire della truppa di onorevoli no vax ancora non usciti allo scoperto, privi di super GreenPass.

 

Legge per votare da remoto

IL GENERALE FIGLIUOLO - IN MEZZORA IN PIU

I questori della Camera domani si chiuderanno in conclave per mettere in sicurezza il voto (ingressi scaglionati in aula per ordine alfabetico dei mille grandi elettori, una sola convocazione al giorno, Transatlantico chiuso, niente pubblico in tribuna), ma a monte c'è questo tema: costituzionalisti come Sabino Cassese, Clementi o il dem Ceccanti chiedono di consentire il voto a distanza, come nel Parlamento Ue.

 

insalatiera e catafalco voto per il presidente della repubblica

Altri come Stefano Pertici implorano i parlamentari «di preservarsi in questi giorni, per assolvere il loro mandato più alto». C'è chi invoca una norma subito: «Per il voto da remoto o fuori dall'aula serve una legge ad hoc», propone Osvaldo Napoli di Coraggio Italia. Tutti temono il tilt: centinaia di assenti che mettano a rischio la legittimità di questa elezione. E da qui fioriscono le idee originali, per fare votare i contagiati e ridurre i rischi di trasmissione.

 

La doppia scheda dei capi Dc

C'era un tempo in cui i notabili Dc controllavano i voti per il Quirinale nelle forme più estrose: davano ai loro sodali di corrente due schede, una compilata col nome «giusto» e l'altra in bianco, per farsi consegnare quella in bianco all'uscita del seggio.

i catafalchi per il voto per il presidente della repubblica

 

Oppure, sempre per stanare i franchi tiratori, uno saliva ai banchi della presidenza e sporgendosi si appuntava come votavano tutti quelli che sfilavano sotto. Poi tutto cambiò. Seconda Repubblica. Dopo il 1992, spuntò in aula il «catafalco», un cunicolo di legno che ricorda il tunnel della risonanza magnetica, dove entrano i grandi elettori al riparo dagli sguardi e vergano la scheda consegnata dai funzionari.

 

Per poi infilarla nella cosiddetta «insalatiera».

 

Starnuti nei "Catafalchi"

STEFANO CECCANTI

Con il voto ai tempi del Covid, a rischiare saranno molte delle consuetudini acquisite, in primis proprio i «catafalchi». Possibili fonti di contagio (tra penne, superfici e tendine) dove si può annidare l'aerosol infetto, frutto di starnuti o di respiri affannati dalla corsetta dopo la chiama.

 

E se c'è chi si limiterebbe a cambiare le tendine di velluto con altre sanificabili, l'abolizione totale del "catafalco" non dispiacerebbe ai deputati, «meglio così, sembra una bara», dicono: consci che questa emergenza stravolge i canoni codificati di questo rito, andato in scena dal 1946. Rinviare solo qualche giorno Il voto quirinalizio durante una pandemia è un caso di specie: la Costituzione non contempla la sospensione neanche in tempo di guerra.

 

MEME SU BERLUSCONI AL QUIRINALE

«Come unica eccezione per un rinvio - spiega Pertici - c'è quella di camere sciolte alla fine del mandato presidenziale, in cui può essere prorogato il mandato, senza una supplenza. Se il presidente non venisse eletto fino al 3 febbraio resterebbe in carica». Mattarella sarebbe quasi obbligato a concedere un bis: riconvocare dopo qualche giorno i grandi elettori si può, rinviare di qualche mese invece no. Per questo si moltiplicano gli appelli a Fico, che dovrà decidere che fare. Ma il gong suona tra due settimane...

ROBERTO FICO L ESPLORATORESILVIO BERLUSCONI AL QUIRINALE MEME roberto fico

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann theodore kyriakou repubblica

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”