carlo paolo verdone andrea bosca marco pannella

I VELENI DI FERRONI - SARÀ PAOLO VERDONE, E NON IL PADRE, A TENTARE UN GIORNO LA SCALATA AL CAMPIDOGLIO? IL FIGLIO DI CARLO, CLASSE 1987, SI È FATTO APPREZZARE SEMPRE DI PIÙ COME “CONSIGLIERE” DI FRANCESCHINI AL MINISTERO DEI BENI CULTURALI, E ORA NELLE PRESENTAZIONI DEI CONVEGNI VIENE INDICATO COME… - IL SIGARO TOSCANO NELLA FICTION SU PANNELLA - SALINI RACCONTA “WEBUILD”

carlo e paolo verdone

Gianfranco Ferroni per “Il Tempo”

 

IL FIGLIO DI VERDONE FA CARRIERA AL MINISTERO PER I BENI CULTURALI

“Qui i giovani fanno carriera”, dicono al Mic, il ministero della Cultura guidato da Dario Franceschini.

 

L’affermazione si riferisce, in particolare, a Paolo Verdone, figlio di Carlo. Classe 1987, aveva ottenuto una nomina a “consigliere del ministro”, due anni fa, per le “politiche territoriali e di coesione”. Il classico rapporto di collaborazione coordinata e continuativa originato dal “rapporto fiduciario” con il ministro Franceschini, con un trattamento economico “di livello dirigenziale non generale” (ovvero, 65 mila euro lordi).

giulia verdone carlo verdone paolo verdone foto di bacco

 

Nel frattempo Verdone jr si è fatto apprezzare sempre di più nella ‘stanza dei bottoni’ di via del Collegio Romano (anche per la perfetta conoscenza della lingua tedesca, grazie agli studi conseguiti nella Scuola Germanica di Roma): ora nelle presentazioni dei convegni viene indicato come “direttore Servizio III Relazioni Internazionali del Segretariato Generale” oltre che “dirigente Servizio VI Eventi, mostre, e manifestazioni”, sempre sotto lo sguardo vigile (e premuroso) di Salvatore Nastasi.

dario franceschini salvo nastasi

 

Secondo alcuni sarà lui, Paolo, e non il padre Carlo, un giorno, a tentare la scalata al Campidoglio. Vedremo. Intanto, si occupa della “cura della procedura per il conferimento del titolo di Capitale italiana della Cultura”, come sottolinea nel suo curriculum. Un riconoscimento da tutti definito ambitissimo per valorizzare un territorio.

 

carlo e paolo verdone

 

***

 

PNRR, ABRAVANEL CONTRO DRAGHI

“L’università deve cambiare”, dice Roger Abravanel. Dalle pagine della rivista “Changes” pubblicata da Unipol (il gruppo guidato da Carlo Cimbri), il “director emeritus McKinsey” su questo tema boccia il Pnrr di Mario Draghi.

 

Quali sono le parole di Abravanel? Che l’Italia è ferma da 40 anni, e il problema nazionale è costituito dal fatto che “i giovani sono pochi. Probabilmente non abbastanza per trasformare una società dominata dalle generazioni mature, che non sembrano volersi rassegnare a lasciare loro spazio”.

 

ROGER ABRAVANEL

In questo contesto, “la laurea deve trasmettere le soft skills necessarie a inserirsi nel mondo del lavoro. Si tratta di un cambiamento che però è molto difficile da realizzare per l’opposizione della maggioranza dei docenti universitari che sono contrari alla competizione e che non accettano che meritocrazia voglia dire in primo luogo proprio questo: competizione per l’eccellenza. Purtroppo il Pnrr non incide in tal senso”. Amen. Cosa dirà Mario Draghi?

 

***

pietro salini inaugurazione nuovo ponte di genova

 

PIETRO SALINI RACCONTA WEBUILD

“L’infrastruttura è essenziale per lo sviluppo socio-economico. La stessa etimologia di questa parola ci fa subito pensare al nostro vivere comune, alle grandi opere che permettono alle persone di cambiare le loro vite, che cambiano il destino di intere comunità, e gli danno uno strumento per andare oltre le loro frontiere”: parole di Pietro Salini, ceo di Webuild che ha promosso un grande libro per raccontare gli straordinari cantieri del gruppo Webuild nel mondo, uno strumento per raccontare l’evoluzione della società attraverso una esperienza fatta di oltre 80 mila km di strade, quasi 14 mila km di ferrovie e metro, 2.300 km di tunnel, quasi mille km di ponti e 313 dighe ed impianti elettrici.

webuild - Building Sights. A Journey through contemporary infrastructure

 

È il viaggio di “Building Sights. A Journey through contemporary infrastructure”, libro pubblicato dal gruppo Webuild, edito da Rizzoli, che raccoglie gli scatti del fotografo Edoardo Montaina, universalmente riconosciuto come il migliore professionista nel settore dell’interpretazione visiva delle storie aziendali.

 

***

 

PANNELLA, FICTION RAI CON SIGARO TOSCANO

Presto sugli schermi Rai apparirà il docufilm di Mimmo Calopresti dedicato alla storia di Marco Pannella.

 

Andrea Bosca, che interpreta il leader radicale, è entrato alla perfezione nel ruolo del politico più anticonformista di sempre: l’immagine con il sigaro toscano in mano rende con efficacia la memoria che abbiamo tutti di Pannella, che entrava anche negli studi televisivi munito di accendino, sigari e sigarette, pronto a sfruttare pure un breve momento di sospensione per poter fumare, per la preoccupazione dei tecnici.

ANDREA BOSCA INTERPRETA MARCO PANNELLA

 

A Radio Radicale, nelle sue dirette con Massimo Bordin, non c’erano problemi: sembrava di stare in Val Padana, con il fumo che diventava quasi nebbia, con gli inevitabili colpi di tosse.

marco pannella fumo paolo verdone carlo verdone antonio padellaromarco pannella fumaPaolo e Carlo Verdone pietro salini il varo dell'ultimo impalcato del nuovo ponte di genova pietro salini

 

paolo verdone

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."