gabanelli veto ue

VETO A PERDERE - C'È UNA RAGIONE PRECISA PER CUI L'UNIONE EUROPEA NON RIESCE A PRENDERE MAI UNA DECISIONE: È L'ASSURDA REGOLA DELL'UNANIMITÀ, CON CUI I VARI ORBAN TENGONO PER LE PALLE GLI ALTRI STATI MEMBRI – L'UNICA SOLUZIONE SAREBBE CAMBIARE I TRATTATI, MA INDOVINATE? SERVE L'UNANIMITÀ ANCHE PER QUELLO: E 13 STATI HANNO GIÀ DETTO NO - MILENA GABANELLI: "LA PANDEMIA E ORA LA GUERRA IN UCRAINA STANNO DIMOSTRANDO CHE LE RISPOSTE AI GRANDI PROBLEMI NON ARRIVANO DAI SINGOLI STATI BENSÌ DALL’UE NEL SUO INSIEME…" - VIDEO

Guarda il video:

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/unione-europea-perche-l-unanimita-non-funziona-strategia-ricatto/dbc6509a-f539-11ec-99ec-20139d9d2617-va.shtml

 

Francesca Basso e Milena Gabanelli per il "Corriere della Sera"

 

milena gabanelli sul veto ue 1

«Dobbiamo superare il principio dell’unanimità, da cui origina una logica fatta di veti incrociati, e muoverci verso decisioni prese a maggioranza qualificata. Un’Europa capace di decidere in modo tempestivo, è più credibile di fronte ai suoi cittadini e di fronte al mondo».

 

milena gabanelli sul veto ue 12

Le parole del premier Mario Draghi pronunciate il 3 maggio scorso durante la plenaria del Parlamento europeo espongono in modo chiaro quale sia il problema dell’Unione europea nel prendere decisioni.

 

trattati

L’Europa non è uno stato federale, la moneta unica è adottata solo da 19 Paesi su 27, non c’è una Costituzione europea perché nel 2005 i cittadini francesi e olandesi hanno votato contro in un referendum.

 

L’Unione europea è una comunità di diritto fondata sui Trattati negoziati dagli Stati membri, che hanno ceduto competenza verso Bruxelles ma non in egual misura in tutti i settori.

 

Sulle questioni considerate politicamente più sensibili bisogna che tutti gli Stati siano d’accordo. In pratica i Paesi sono disposti a cedere competenze a condizione di avere la garanzia di poter impedire l’adozione di decisioni a loro sgradite. L’unanimità però rallenta il processo decisionale dell’Unione, ed è talvolta usata da uno Stato membro per «ricattare» gli altri.

 

veto

L’unanimità come ricatto

Il sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue contro Mosca per l’invasione dell’Ucraina è stato bloccato per settimane dall’Ungheria, che ha esercitato il suo diritto di veto finché non ha ottenuto un’esenzione dall’embargo sul petrolio russo perché non ha sbocco al mare e le è difficile diversificare le forniture.

 

Ma poi ha rimesso il veto perché il patriarca di Mosca Kirill fosse escluso dalle sanzioni. La direttiva Ue che punta a garantire un livello minimo globale di tassazione al 15% per le multinazionali (global minimum tax) è stata bloccata dal veto della Polonia, che poi ha tolto, ma ora lo ha messo l’Ungheria.

 

milena gabanelli sul veto ue 9

Anche se non dichiarato ufficialmente, Varsavia aveva stoppato la direttiva per ottenere in cambio dalla Commissione Ue il semaforo verde sul proprio Recovery Fund. L’Ungheria ha messo a sua volta il veto per esercitare la stessa pressione. L’Ue ha introdotto un meccanismo per legare i fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto e Ungheria e Polonia hanno messo il veto al bilancio Ue 2021-2027 finché hanno ottenuto che non fosse applicato subito.

 

milena gabanelli sul veto ue 8

Nel 2020 Cipro ha ritardato per settimane le sanzioni dell’Ue contro la Bielorussia preoccupata per le provocazioni della Turchia, che svolgeva attività di ricerca di idrocarburi nelle acque di Nicosia senza autorizzazione.

 

Quando si decide all’unanimità

Dentro al Consiglio serve l’unanimità quando si prendono decisioni in questi ambiti: politica estera e di sicurezza comune (sanzioni, dichiarazioni politiche, missioni militari); imposizione fiscale (nuove tasse a livello Ue, come ad esempio la minimum tax per le multinazionali); sicurezza sociale o protezione sociale (diritti da riconoscere a livello Ue a tutti i cittadini europei); adesione di nuovi Stati all’Unione europea (per lo status di candidato all’Ucraina hanno dovuto approvare tutti e 27); cooperazione di polizia operativa tra gli Stati membri.

 

milena gabanelli sul veto ue 7

Negli altri casi il Consiglio decide a maggioranza qualificata, chiamata anche «doppia maggioranza»: devono essere favorevoli 15 Paesi su 27, e rappresentare almeno il 65% della popolazione totale dell’Ue. Un’astensione è considerata un voto contrario. La minoranza di blocco deve invece includere almeno quattro Paesi, che rappresentino oltre il 35% della popolazione dell’Ue.

 

parlamento ue

Cosa dicono i Trattati

Nei Trattati attuali è già prevista la possibilità di procedere a maggioranza qualificata anche nei settori in cui si deve decidere all’unanimità ma per farlo è necessario che siano d’accordo tutti i 27 Stati membri: sono le «clausole passerella».

 

unanimita

Cioè serve l’unanimità per non applicare l’unanimità. Mentre il cambiamento dei Trattati è regolato dall’articolo 48 del Trattato di Lisbona, che prevede una procedura ordinaria e due semplificate. In tutti e tre i casi il Consiglio europeo alla fine delibera all’unanimità.

 

milena gabanelli sul veto ue 6

Ebbene, dopo un anno di confronti tra cittadini, istituzioni, società civile e associazioni attraverso la Conferenza sul Futuro dell’Europa, i cittadini chiedono alle istituzioni europee che il principio dell’unanimità venga applicato solo per l’ingresso di un nuovo Stato nella Ue e la modifica dei principi fondanti. Il resto a maggioranza qualificata.

 

La decisione del Parlamento

Il 9 giugno il Parlamento Ue ha votato una risoluzione che chiede ai leader Ue di avviare il processo di modifica dei Trattati. Nel dettaglio le richieste sono queste:

milena gabanelli sul veto ue 4

1) passare dal voto all’unanimità a quello a maggioranza qualificata in ambiti come le sanzioni, le cosiddette clausole passerella (consentono di modificare i Trattati) e le emergenze;

2) modificare le competenze che l’Ue ha nei settori della salute, energia, difesa, politiche sociali ed economiche;

3) riconoscere al Parlamento Ue l’iniziativa legislativa e i pieni diritti di colegislatore sul bilancio Ue;

4) rafforzare la procedura di tutela dei valori fondanti dell’Unione e chiarire la definizione e le conseguenze delle violazioni.

 

europa

Ora la palla passa al Consiglio europeo e sono i capi di Stato e di governo a decidere se istituire una Convenzione intergovernativa per la revisione dei Trattati. La decisione viene presa a maggioranza semplice, vuol dire 15 Stati membri su 27 (ma i risultati della Convenzione dovranno essere approvati all’unanimità).

 

eppo

E questo è il primo problema perché il 9 maggio scorso, poco dopo la chiusura dei lavori della Conferenza sul Futuro dell’Europa, 13 Paesi Ue — Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Romania, Slovenia e Svezia — hanno presentato un documento informale in cui scrivono che avviare un processo di modifica dei Trattati sarebbe «sconsiderato e prematuro», e rischierebbe «di togliere energia «alle sfide geopolitiche urgenti che l’Europa deve affrontare».

 

milena gabanelli sul veto ue 11

Sei Paesi — Italia, Germania, Belgio, Olanda, Lussemburgo e Spagna — hanno a loro volta presentato un documento alla Commissione con il quale chiedono di dividere le proposte «attuabili rapidamente nello schema dei trattati esistente» e «le riforme istituzionali di lungo periodo» e si dichiarano «in linea di principio aperti alla necessità di apporre cambiamenti ai Trattati definiti insieme».

 

milena gabanelli sul veto ue 10

Il Consiglio non si sbilancia

Il Consiglio europeo nella riunione di giovedì e venerdì scorsi nelle conclusioni «prende atto delle proposte» e sottolinea che «un seguito efficace» deve essere assicurato dalle istituzioni, «ciascuna nell’ambito delle proprie competenze e conformemente ai Trattati». Niente di più.

 

milena gabanelli sul veto ue 13

La palla quindi rimbalza sulla prossima presidenza del Consiglio Ue: a luglio passerà alla Repubblica Ceca e poi alla Svezia che non hanno fatto mistero di non voler toccare i Trattati. Difficile aspettarsi progressi su questo fronte.

 

milena gabanelli sul veto ue 14

Ma ci sono altre soluzioni, a partire dalla cooperazione rafforzata che è già prevista dai Trattati (è stata usata ad esempio per creare la Procura europea): permette a un minimo di nove Stati membri di cooperare in un ambito specifico se risulta evidente che l’Unione dei 27 non è in grado di conseguire gli obiettivi che si è data in un termine ragionevole.

 

maggioranza

La pandemia e ora la guerra in Ucraina stanno dimostrando che le risposte ai grandi problemi non arrivano dai singoli Stati bensì dall’Ue nel suo insieme. Quando è esploso il Covid, l’acquisto congiunto dei vaccini si è dimostrata una strategia vincente. Il maxi piano di aiuti Next Generation Eu, finanziato per la prima volta con debito comune, rappresenta una svolta nella storia dell’Unione.

 

milena gabanelli sul veto ue 3

E allora sono i Paesi pronti ad avanzare che devono trovare il coraggio di farlo, lasciando a chi rema contro (e considera l’Ue solo uno strumento per incassare fondi), la responsabilità di restare indietro.

 

milena gabanelli sul veto ue 2milena gabanelli sul veto ue 5

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...