luigi di maio a shanghai con il ministro degli esteri wang yi

LA VIA DELLA SETE (DI AFFARI) - DI MAIO TORNA NEL PAESE DEL SUO AMATO ''PING'' PER L'EXPO DELLE IMPORTAZIONI, IN CUI L'ITALIA È OSPITE D'ONORE. MA IN UN ANNO L'ACCORDO CHE HA FATTO INFURIARE GLI USA HA PRODOTTO POCHI RISULTATI: LE ESPORTAZIONI VERSO ORIENTE SONO IN CALO, E IL PREMIER ''GIUSEPPI'' CHE HA RIAFFERMATO IL NOSTRO RUOLO ATLANTICO HA SCATENATO LA DIFFIDENZA DI PECHINO

luigi di maio xi jinping

Filippo Santelli per “la Repubblica

 

«L' Italia vuole essere un partner privilegiato della Cina», diceva giusto un anno fa a Shanghai Luigi Di Maio, all' epoca vicepremier e ministro dello Sviluppo economico. «L' Italia è arrivata prima», rivendicava a marzo a Roma, mentre il precedente governo aderiva, unico Paese del G7, alla Via della seta di Xi Jinping. Oggi Di Maio torna in Cina da ministro degli Esteri e dovrà spiegare cosa resta di quelle parole.

 

L' Italia è ospite d' onore alla seconda edizione del Ciie, il grande expo delle importazioni voluto da Xi per mostrare al mondo che il Dragone ha fame di merci. Tra i padiglioni della fiera di Shanghai il presidente cinese visiterà pure quello tricolore. Ma il rapporto privilegiato a cui Di Maio aspirava non si vedrà, anche se stavolta dovesse azzeccare il nome. A sette mesi dalla firma del memorandum, che provocò la durissima reazione americana, le esportazioni made in Italy calano, i contratti firmati dalle nostre aziende lungo la Via della seta si contano sulle dita di una mano, gli investimenti cinesi in Italia non si materializzano.

luigi di maio arriva a shanghai

 

Tutto o quasi congelato, dopo che Washington ha ricordato all' Italia che il suo campo è quello atlantico, collocazione di cui il premier Conte si è fatto garante per il nuovo governo. Così ora da Pechino filtra una certa irritazione per le oscillazioni del nostro Paese, evidente nell' affondo dell' agenzia stampa di regime contro Di Maio, definito una scelta «inusuale» per la Farnesina.

 

La scorsa settimana, in vista del viaggio a Shanghai, il ministro degli Esteri ha convocato un tavolo tecnico per l' export in Cina delle arance rosse. Proprio gli agrumi siciliani sono diventati il simbolo dei vantaggi minimi ottenuti dall' Italia in cambio della propria firma, occidentale e europea, in calce al grande progetto geopolitico di Xi. Qualche cassa di arance tarocco ora viaggia in aereo a Pechino, prima si poteva spedirle solo in nave, in compenso il totale delle esportazioni italiane diminuisce.

 

luigi di maio a shanghai con il ministro degli esteri wang yi

Tra gennaio e luglio ha fatto -1,5% e l' ultima parte dell' anno minaccia di essere peggiore. Vero, la Cina sta importando meno da tutto il mondo. Nel frattempo però le sue esportazioni viaggiano verso lo Stivale a tutta velocità, +7,8%, e di questo passo il nostro disavanzo commerciale toccherà livelli record.

 

Lungo la Via della seta le merci corrono a senso unico, quello che fa felice Pechino.

Lo si era detto: il memorandum non è un accordo di libero scambio, quella è competenza europea, ma per investire in infrastrutture. Anche da questo punto di vista però i risultati al momento sono minimi.

 

angela merkel xi jinping

Prendiamo i porti, oggetto dell' interesse del Dragone e delle preoccupazioni americane. A dicembre a Vado Ligure inaugurerà un nuovo terminal container partecipato dai cinesi di Cosco, ma è un cantiere che risale al 2016. A Genova e Trieste, gli scali messi nero su bianco durante la visita di Xi, non si muove gru. Né si vedono tracce del fondo congiunto tra Cassa Depositi e Prestiti e l' omologa cinese Cic per investire nella crescita delle imprese.

 

Tra i due istituti ci sono state incomprensioni, al limite del litigio, sui rapporti di forza all' interno del veicolo. I Panda bond, titoli di debito in valuta cinese emessi dalla stessa Cdp, sono un passo avanti nei rapporti finanziari bilaterali. Ma Pechino sperava fossero veri e propri titoli di Stato, come ha fatto il Portogallo.

xi jinping angela merkel

 

L' improvviso avvicinamento alla Cina, di cui Di Maio è stato tra i promotori, si è rivelato una imprudenza nell' era della sfida tra superpotenze. Ora qualcuno parla di «riequilibrio », altri di vera e propria paranoia: «Gli Stati Uniti hanno tracciato una linea e bisogna decidere da che parte stare», dice un manager tricolore. Che la pressione americana resti altissima lo ha mostrato il segretario di Stato Mike Pompeo durante la sua recente visita a Roma. E per quanto Di Maio, giustamente, non rinunci all' idea di incrementare gli scambi con la Cina, sarà difficile riavviare i dossier.

 

Il paradosso è che altri Paesi europei che non hanno aderito alla Via della seta, e anzi predicano una politica Ue più assertiva verso Pechino, continuano a fare più affari di noi con la Cina. A settembre Angela Merkel ci è venuta in visita per la dodicesima volta e ora pare intenzionata ad aprire a Huawei la rete 5G tedesca, nonostante le proteste americane. Mentre oggi a Shanghai arriverà Emmanuel Macron, attaccandoci il suo secondo viaggio di Stato nel Paese e un colloquio faccia a faccia con Xi, che il protocollo cinese non concede a un semplice ministro come Di Maio. Ne usciranno nuovi contratti miliardari per le aziende francesi.

macron xi jinping

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…