giorgia meloni ursula von der leyen raffaele fitto

LA VICEPRESIDENZA DELL’UE È SOLO UNA CARICA DI FACCIATA: IL POTERE VERO STA DA UN’ALTRA PARTE (E NON CI SONO ITALIANI A GESTIRLO) – A BRUXELLES NELLA SPARTIZIONE DEI CAPI DI GABINETTO E DEI RUOLI CHE CONTANO, DIETRO LE QUINTE, SONO STATI FAVORITI TEDESCHI E EUROPEI DELL’EST (I POLACCHI DEL POPOLARE TUSK), E SOCIALISTI E LIBERALI NON SONO BEN DISPOSTI VERSO L’ITALIA MELONIANA – GLI ANALISTI L’AVEVANO DETTO: INSISTERE SULLA VICEPRESIDENZA ERA SOLO UNA QUESTIONE ESTETICA, MA NON DI SOSTANZA. L’INFLUENZA ITALIANA È STATA RIDIMENSIONATA…

 

Articoli correlati

FITTO DEPOTENZIATO - URSULA VON DER LEYEN HA TOLTO AL VICEPRESIDENTE ITALIANO DELLA COMMISSIONE ...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Beda Romano per https://bedaromano.blog.ilsole24ore.com/

 

ursula von der leyen giorgia meloni - foto lapresse

Entrata in carica la nuova Commissione europea, lo sguardo a Bruxelles è tutto rivolto alla composizione dei gabinetti dei commissari. […]

 

Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, per ora le posizioni ottenute dall’Italia sarebbero di basso profilo. Il paese avrebbe ottenuto un solo capo di gabinetto, l’italiano Vincenzo Matano, alla guida del gabinetto del commissario Raffaele Fitto. Non vi sarebbe alcun vicecapo di gabinetto di nazionalità italiana.

 

A titolo di confronto, La Germania ha ottenuto quattro capi di gabinetto e cinque vice capi di gabinetto. La Francia, dal canto suo, ha un solo capo di gabinetto, ma è riuscita a strappare sette vice-capi di gabinetto.

 

URSULA VON DER LEYEN RAFFAELE FITTO

Non so se la presenza di molti tedeschi al vertice dell’amministrazione rifletta necessariamente il ruolo prevaricatore della Germania, come molti sostengono. Il paese è grande, ha una lingua ritenuta difficile, ed esprime la presidente dell’esecutivo comunitario. Probabilmente a molti commissari conviene avere un membro di gabinetto di nazionalità tedesca.

 

Sempre secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, successo evidente avrebbero riscosso i paesi dell’Est Europa, che sono riusciti a strappare posizioni di rilievo in molti gabinetti, a conferma di come il baricentro dell’Europa si sia spostato almeno in parte a Est, non solo per via della guerra in Ucraina, ma anche per la presenza nella regione di molti governi guidati dal partito popolare europeo […]. Per esempio, nel gabinetto del francese Stéphane Séjourné (mercato interno), sono presenti un polacco, un rumeno e un ceco (tutti e tre con il ruolo di coordinatore).

 

GIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN ELLY SCHLEIN - VIGNETTA DEL FATTO QUOTIDIANO

In alcuni gabinetti – come in quello della spagnola Teresa Ribera (concorrenza) – la presenza italiana sarebbe osteggiata per motivi politici. Non piace un governo ritenuto troppo a destra e guidato da Fratelli d’Italia. In fondo questa posizione riflette la crescente politicizzazione della Commissione europea.

 

La vicenda ricorda per certi versi l’atteggiamento di alcuni governi oltre venti anni fa quando l’Austria fu governata da una coalizione che univa il partito democristiano dell’ÖVP al sulfureo partito di estrema destra FPÖ, quello guidato da Jörg Haider. Alcuni paesi, in prima linea la Francia, decisero di imporre sanzioni contro il governo Schüssel, poi levate rapidamente.

 

LA SQUADRA DELLA COMMISSIONE EUROPEA DI URSULA VON DER LEYEN

Neppure nell’entourage di Stéphane Séjourné ci sono italiani. Purtroppo, sia il gabinetto Séjourné che il gabinetto Ribera sono particolarmente interessanti in una ottica italiana, vista la loro valenza economica e anche industriale.

 

A Bruxelles e a Roma c’è chi sostiene non solo la difficoltà per un governo di destra di reperire esperti comunitari pronti a lavorare nei gabinetti della nuova Commissione europea, ma anche una strategia italiana tutta incentrata sull’obiettivo partitico più che l’interesse generale.

 

Funzionari comunitari spiegano che a Bruxelles in queste settimane sono girate almeno tre liste di potenziali funzionari italiani da distribuire nei gabinetti più interessanti: una messa a punto dalla Lega, una dal ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani, e una preparata da Palazzo Chigi.

Teresa Ribera Rodriguez

 

Difficile negoziare efficacemente in queste condizioni.

 

Altri, a conoscenza delle trattative, sostengono che pur di ottenere il sofferto via libera del Parlamento europeo il commissario italiano Raffaele Fitto avrebbe concluso molti scambi politici a monte, privandosi a valle delle carte da utilizzare per facilitare la nomina di italiani nei diversi gabinetti. Per lo stesso motivo anche gli spagnoli sarebbero stati penalizzati nella composizione dei gabinetti della prossima Commissione europea (la stessa signora Ribera ha ottenuto un combattuto benestare dai deputati europei).

 

vertice sui migranti di 10 paesi ue - giorgia meloni ursula von der leyen

[…] Nei mesi scorsi alcuni osservatori avevano messo in guardia sulla scelta di insistere su una vicepresidenza. L’obiettivo appariva loro, giustamente, più di estetica che di sostanza. Non solo i vicepresidenti nella nuova Commissione europea sono ben sei, ma il loro ruolo sarà tutto da valutare (Raffaele Fitto è l’ultimo in ordine protocollare). Certamente più influenti di alcuni vice presidenti appaiono i portafogli di due meri commissari: Maroš Šefcovic (commercio) e Valdis Dombrovskis (economia).

 

Nel paese dei dottori e dei commendatori, dei presidenti, dei professori e dei cavalieri, la carica di vicepresidente dell’esecutivo comunitario ha accecato molti, dimenticando che spesso più importanti sono i secondi e terzi ruoli.

 

RAFFAELE FITTO - GIORGIA MELONI

I prossimi anni richiederanno una diplomazia esperta. Si discuterà di privatizzazioni, di concessioni stradali e autostradali, di liberalizzazioni di mercati chiusi, di sgravi contributivi al Sud. Più in generale ci sarà un ritorno a una applicazione più occhiuta delle regole comunitarie, in parte sospesa con la pandemia.

 

In questo contesto, la presenza limitata di italiani ai vertici dei gabinetti della Commissione europea rischia di penalizzare l’azione del governo e più in generale l’influenza del paese.

GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN AL G7joe biden si appisola durante il concerto di andrea bocelli al g7 vicino a giorgia meloni, rishi sunak e ursula von der leyen ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia raffaele fitto giorgia meloni - foto lapresseGIORGIA MELONI URSULA VON DER LEYEN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…