mattarella militari

VOGLIAMO I COLONNELLI! - IL TEOREMA PAZZO DI SORGI: "SE DRAGHI FOSSE COSTRETTO A DIMETTERSI, MATTARELLA LO RINVIEREBBE ALLE CAMERE, METTENDO I PARTITI DI FRONTE ALLE LORO RESPONSABILITÀ. MA METTI ANCHE CHE, IN UN INTENTO SUICIDA, GLI STESSI RESPONSABILI DELLE DIMISSIONI INSISTESSERO PER MANDARE A CASA IL BANCHIERE, AL PRESIDENTE NON RESTEREBBE CHE METTERE SU UN GOVERNO ELETTORALE, FORSE PERFINO MILITARE, COM'È ACCADUTO CON IL GENERALE FIGLIUOLO PER LE VACCINAZIONI. A MALI ESTREMI, ESTREMI RIMEDI"

Marcello Sorgi per "la Stampa"

 

mattarella draghi

I lettori preoccupati per i venti di crisi che da qualche giorno soffiano su Palazzo Chigi, a causa dei dissensi sulla riforma della giustizia penale, possono fin d'ora rassicurarsi, anche se ieri la tensione tra i partiti della maggioranza ha toccato il limite. Non bisogna farsi ingannare dalle apparenze. È vero, come nel '19, l'anno della caduta del governo gialloverde, Salvini torna al Papeete, lo stabilimento balneare da cui chiese "i pieni poteri" a torso nudo, in costume da bagno. È altrettanto vero, perfino il Pd, autodefinitosi "partito della stabilità", s' è schierato per ragioni meramente elettorali con i 5 stelle, che hanno rotto l'accordo maturato in consiglio dei ministri due settimane fa.

 

sergio mattarella mario draghi festa della repubblica 2021

E ancora, è sicuro che un'assemblea di LeU, il piccolo partito del ministro Speranza, ha applaudito calorosamente il direttore del "Fatto" Travaglio che insultava Draghi con parole grosse. Ma tutto questo, duole ricordarlo, fa parte della cosiddetta "ricerca di visibilità" che i leader dei suddetti partiti ritengono indispensabile per risalire le classifiche dei sondaggi. Così Conte, neo-designato capo politico dei pentastellati dopo una lite all'ultimo sangue con Grillo, tutto può fare tranne mostrarsi acquiescente verso il governo del suo successore.

 

il generale figliuolo

Non lo considera più l'artefice (con Renzi e Mattarella, pensate un po') di un complotto ai suoi danni, per disarcionarlo dalla guida del governo giallorosso, ed è già un bel passo avanti. Ma ha promesso all'ala più movimentista dei grillini di farsi valere e dare filo da torcere a SuperMario. Inutilmente, il banchiere che da cinque mesi lo ha sostituito ha cercato di spiegargli che la giustizia è il terreno meno adatto per marcare delle differenze, essendo nel mirino della Commissione europea che si accinge a pagare la prima tranche di aiuti, 25 di 209 miliardi, del Pnrr. Niente da fare.

 

Così Draghi s' è fatto autorizzare dal governo a porre la fiducia, e per il resto ha lasciato fare. Il risultato è la grande e crescente confusione che si registra alla Camera, al momento in commissione giustizia e da domani, se non ci saranno rinvii, in aula, dove sono annunciate centinaia, forse migliaia di emendamenti al testo approvato all'unanimità da tutti i ministri.

sergio mattarella e mario draghi

 

In mancanza di un accordo che consenta di tirare le fila e proporre ai deputati una sintesi, tecnicamente un maxi-emendamento, di fatto un compromesso tra tutte le richieste di modifica presentate, Draghi chiederà la fiducia sul testo uscito da Palazzo Chigi prima che si riaprisse la discussione. Poi ognuno deciderà e sarà libero anche di uscire dal governo. Ma è verosimile che nell'approssimarsi della votazione, tutti addiverranno a più miti consigli. Di una crisi ad agosto non c'è infatti nessuna voglia in giro.

 

ROBERTO SPERANZA FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO

Lo scenario è completamente diverso da due anni fa, quando la legislatura era appena all'inizio. Oggi i partiti sono esausti e guardano con angoscia, sia alla scadenza del prossimo febbraio, quando in questo clima di disgregazione si dovrà eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, sia a quella della primavera 2023, quando finalmente si andrà al voto, e invece di compulsare le tabelle dei sondaggi si dovrà fare i conti con i voti veri, usciti dalle urne.

 

ROBERTO SPERANZA MARIO DRAGHI FRANCESCO PAOLO FIGLIUOLO

Qualcuno dice che dal 3 agosto, data di inizio del semestre bianco con il Capo dello Stato privato del potere di sciogliere le Camere, partirà una sorta di "liberi tutti", in cui in politica ciascuno potrà dare il peggio di se. Possibile, ma nulla di più sbagliato immaginare il Presidente Mattarella con le mani legate, solo perché non può più ricorrere a elezioni anticipate. Se Draghi fosse costretto a dimettersi (ma va ripetuto: è un'ipotesi del terzo tipo, il periodo ipotetico dell'impossibilità), Mattarella lo rinvierebbe immediatamente alle Camere, mettendo i partiti di fronte alle loro responsabilità.

 

MATTARELLA AZZURRI AL QUIRINALE

A quel punto la confusione a cui si assiste in questi giorni cesserebbe tutt' insieme. Ma metti anche che, in un intento suicida, gli stessi responsabili delle dimissioni insistessero per mandare a casa il banchiere, giocandosi la fiducia dell'Europa e i miliardi di aiuti di cui sopra, al Presidente della Repubblica non resterebbe che mettere su un governo elettorale, forse perfino militare, com' è accaduto con il generale Figliuolo per le vaccinazioni. A mali estremi, estremi rimedi. Anche se non è affatto detto che ci si arriverà.

Ultimi Dagoreport

massimo martinelli azzurra francesco gaetano caltagirone guido boffo roberto napoletano

FLASH! – MISTERO BOFFO! È DURATO APPENA UN ANNO GUIDO BOFFO ALLA DIREZIONE DE “IL MESSAGGERO”, CHE SARÀ AFFIDATA AD INTERIM AL DIRETTORE EDITORIALE MASSIMO MARTINELLI – BOFFO FU UNA SCELTA DI AZZURRA CALTAGIRONE, IN BARBA A PAPÀ CALTARICCONE – ALLA SCADENZA, ESATTAMENTE DOPO UN ANNO, IL CONTRATTO DI BOFFO NON È STATO RINNOVATO – NEL CUORE DI CALTA C’È IL RITORNO DI ROBERTO NAPOLETANO, ATTUALE DIRETTORE DE “IL MATTINO” DI NAPOLI, ALTRO QUOTIDIANO DEL GRUPPO CALTAGIRONE…

antonio tajani matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - IL PRANZO DEI VELENI È SERVITO: LUNEDÌ A PALAZZO CHIGI SONO VOLATI PIATTI E BICCHIERI TRA I TRE CABALLEROS DEL GOVERNO - MELONI E TAJANI HANNO MESSO ALL’ANGOLO IL "PATRIOTA" TRUMPUTINIANO SALVINI, ACCUSANDOLO DI SABOTARE L'ESECUTIVO CON LE SUE POSIZIONI ANTI-EUROPEE E GLI ATTACCHI A MATTARELLA SUL CODICE ANTI-MAFIA DEL PONTE DELLO STRETTO – QUANDO SONO ARRIVATI I RISULTATI DELLE COMUNALI, CON LA DEBACLE DEL CENTRODESTRA, "IL TRUCE" DELLA LEGA E' PARTITO ALL'ATTACCO, INCOLPANDO LA ''GIORGIA DEI DUE MONDI'' (COLLE OPPIO E GARBATELLA) PER LA SCONFITTA A GENOVA: SE NON AVESSE CONVINTO BUCCI A LASCIARE LA POLTRONA DI SINDACO DI GENOVA PER CORRERE PER LA PRESIDENZA DELLA REGIONE LIGURIA (STOPPANDO IL LEGHISTA RIXI), IL SINDACO SAREBBE RIMASTO AL CENTRODESTRA. A QUEL PUNTO, SI E' SVEGLIATO TAJANI CHE HA RICORDATO A ENTRAMBI CHE SENZA I VOTI DI CLAUDIO SCAJOLA OGGI CI SAREBBE IL PD DI ANDREA ORLANDO ALLA REGIONE LIGURIA…

benjamin netanyahu matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT – QUANTO POTRÀ DURARE IL SILENZIO IMBARAZZATO E IMBARAZZANTE DI GIORGIA MELONI DI FRONTE AI 50MILA MORTI DI GAZA? LA DUCETTA NON VUOLE SCARICARE NETANYAHU PER NON LASCIARE A MATTEO SALVINI LA "PRIMAZIA" DEL RAPPORTO CON "BIBI". MA ANCHE PER NON IRRITARE LA POTENTE COMUNITÀ EBRAICA ITALIANA, STORICAMENTE PENDENTE A DESTRA – ORMAI ANCHE URSULA VON DER LEYEN E ANTONIO TAJANI (NON CERTO DUE CUOR DI LEONE) CONDANNANO LE STRAGI NELLA STRISCIA CON PAROLE DURISSIME: “AZIONI ABOMINEVOLI” – ANCHE LA POPOLAZIONE ISRAELIANA VUOLE SFANCULARE “BIBI”, COME STA FACENDO GIÀ TRUMP, CHE NEI GIORNI SCORSI HA ATTACCATO LA CORNETTA IN FACCIA A SEMPRE PIÙ IN-GAZATO PREMIER ISRAELIANO (OGGI HA RIVELATO DI AVERGLI "DETTO DI NON ATTACCARE L'IRAN")

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - IL GARBUGLIO DEL SUPER RISIKO BANCARIO SPACCA NON SOLO LA FINANZA MILANESE (DUELLO UNICREDIT-INTESA) MA STA FACENDO DERAGLIARE ANCHE IL GOVERNO DI DESTRA-CENTRO -GONG! OGGI È ANDATO IN SCENA UN PESANTISSIMO SHOWDOWN TRA MELONI, CHE È FAVOREVOLE AD APERTURE SUL GOLDEN POWER A UNICREDIT SULL’OPERAZIONE BANCO BPM CON TAJANI SOSTENITORE INDEFESSO DEL LIBERO MERCATO, E LA LEGA DI SALVINI CHE È PRONTA A FAR CADERE IL GOVERNO PUR DI NON MOLLARE IL “SUO” BANCO BPM A UNICREDIT - OGGI, ARMATO DI BAZOOKA, È SCESO IN CAMPO IL MINISTRO DELL’ECONOMIA, GIANCARLO GIORGETTI. INCALZATO DAI CRONISTI SULLE POSSIBILI APERTURE DEL GOVERNO ALLE PRESCRIZIONI DEL GOLDEN POWER APPLICATE ALLA BANCA DI ORCEL, L’ECONOMISTA DI CAZZAGO È SBOTTATO COME UN FIUME IN PIENA: “SE CI FOSSE IL MINIMO DISALLINEAMENTO (CON MELONI), NON CI SAREBBE UNA MINACCIA DI DIMISSIONI, MA LE DIMISSIONI STESSE. NON SI ANNUNCIANO LE DIMISSIONI, LE SI DANNO…”

donald trump zelensky vladimir putin russia ucraina

DAGOREPORT - TRUMP STREPITA MA NON COMBINA UN CAZZO – ZELENSKY PROPONE UN INCONTRO A TRE CON IL TYCOON E PUTIN MA NESSUNO LO CONSIDERA: PUTIN SI CHIAMA FUORI (“SOLO DOPO ACCORDI SPECIFICI”). E IL TYCOON? NON VUOLE UN INCONTRO DIRETTO CON PUTIN PERCHE', IL MOLTO PROBABILE BUCO NELL'ACQUA, SAREBBE L'ENNESIMA CONFERMA DELLA SUA INCAPACITA' DI RISOLVERE LA CRISI UCRAINA. LUI, CHE PRIMA DELLE ELEZIONI DICEVA “PORTERÒ LA PACE IN 24 ORE”, E A PIU' DI QUATTRO MESI DALL’INSEDIAMENTO SI RITROVA CON I DRONI E I MISSILI RUSSI CHE MARTELLANO PIÙ CHE MAI KIEV...

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – UCCI UCCI, SENTO AVVICINARSI GLI ANGELUCCI! IN ALLARME PER LA DECRESCITA INFELICE DEI LORO TRE QUOTIDIANI, ALESSANDRO SALLUSTI AVREBBE I GIORNI CONTATI ALLA DIREZIONE DE “IL GIORNALE” - GIA’ CADUTO IN DISGRAZIA CON MARINA BERLUSCONI, REO DI AVER SOSTITUITO “PAPI” CON GIORGIA, ORA GIAMPAOLO ANGELUCCI AVREBBE IN MENTE DI RIMPIAZZARE IL BIOGRAFO DELLA DUCETTA CON QUEL RAMPANTISSIMO “BEL AMI” DEL POTERE CHE SI CHIAMA TOMMASO CERNO: SENZA FARE UN PLISSE’, DA DIRETTORE DELL’’’ESPRESSO” E DEPUTATO DEL PD BY RENZI, OGGI E’ ALLA GUIDA DE “IL TEMPO”, TALMENTE SCHIERATO CON LA DESTRA CHE VEDE I FASCISTI A SINISTRA… (VIDEO STRACULT!)