italia troika bce ue fmi

VOGLIONO FARCI FARE LA FINE DELLA GRECIA - MENTRE TRUMP E BORIS JOHNSON PARLANO DI UN REDDITO DI CITTADINANZA DI 2 MILA EURO AL MESE PER TUTTI GLI AMERICANI E TUTTI GLI INGLESI, L’ITALIA STA TRATTANDO IN SEDE EUROPEA IL COINVOLGIMENTO DEL MES, IL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ. CIOÈ, ARRIVA LA TROIKA: TAGLI. TASSE, RECESSIONE - PER RIMETTERCI IN PIEDI, SERVONO GLI EUROBOND, GARANTITI DALL’UE. MA OLANDA E FINLANDIA IN TESTA, NON NE VOGLIONO SENTIR PARLARE – IL MES DOVRÀ, COMUNQUE, PASSARE DAL PARLAMENTO, CHE È GIÀ IN RIVOLTA. M5S È CONTRARIO, LEU CONCORDA, LEGA, CONTRARISSIMA, CHIEDE CHE CONTE RIFERISCA IN AULA

MARCO BENEDETTO

Marco Benedetto per Blitzquotidiano.it

 

Coronavirus e coronabond, si profila uno scontro decisivo fra Italia e Germania. E si profila anche una nuova confrontation fra partiti in Italia. E se il Governo non saprà alzare la testa e puntare i piedi, si profila una botta di austerità da cui potremmo non rialzarci più.

 

Mattarella ha dato il segnale, reagendo alla reazione non si sa quanto isterica o freudiana di Christine Lagarde.

 

christine lagarde jens weidmann

Ma tocca a Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri a Roma, a Paolo Gentiloni a Bruxelles tradurre quelle nobili parole in concreti atti di dignità politica. E non sembra che vedano le cose nella stessa ottica.

 

A condurre la danza sono i tedeschi, da anni intenzionati a piegare l’Italia e gli italiani sotto le regole della loro disciplina fiscale. Vogliono farci fare la fine della Grecia.

BORIS JOHNSON DONALD TRUMP

 

Origine dello scontro sono le misure che il Governo Conte ritiene indispensabili per risollevare l’Italia dalla crisi in cui la emergenza coronavirus ci ha precipitato. E in cui sempre più scivoleremo.

 

Ogni mese di tutti a casa quanto può valere in termini di pil perduto? Quanti miliardi ci vorranno per rimetterci in piedi? Trump e Boris Johnson parlano di un reddito di cittadinanza di 2 mila euro al mese per tutti gli americani e tutti gli inglesi.

 

In Italia parlano di 25 miliardi che non basteranno. Che soprattutto non serviranno a nulla se lo Stato non sarà capace di spenderli, cioè di farli uscire dai conti e arrivare a chi ne ha bisogno.

paolo gentiloni bacia ursula von der leyen

 

Chiedete un po’ a Conte quanti miliardi sono bloccati nelle casse statali, anni e anni dopo i vari sblocca Italia…

 

I tedeschi sono sul piede di guerra. C’è che ha visto la gaffe della Lagarde probabilmente tale non fu, era l’eco della volontà germanica che ormai, dopo l’uscita di Mario Draghi, domina incontrastata alla Bce. Con Lagarde docile strumento nelle mani di Berlino. Il primo segnale d’allarme lo aveva lanciato in settimana Federico Fubini sul Corriere della Sera.

Giuseppe Conte pensosissimo durante il vertice virtuale con gli altri leader europei

 

Due articoli, uno su Repubblica e uno sul Fatto, sollevano il sipario e prospettano il peggio.

 

Leggiamo quel che scrivono Tommaso Ciriaco e Alberto D’Argenio su Repubblica, da Roma e da Bruxelles.

 La posizione italiana è tragicamente semplice. Paolo Gentiloni, commissario europeo, lo dice chiaramente: “A una crisi straordinaria serve una risposta con strumenti straordinari. Stiamo discutendo anche di Coronabond”. Sarebbe il primo titolo di debito comune della storia dell’euro finalizzato, nello specifico, a rispondere al Covid-19.

EUROBOND

 

Conte precisa che deve trattarsi di “una soluzione europea offerta a tutti gli Stati a condizioni paritarie. […] È necessario un segnale di forte consapevolezza dello shock assolutamente straordinario ed esogeno che stiamo affrontando”.

 

il francese Emmanuel Macron, in questa fase tutt’altro che forte, è con lui.

Ma gli europei del Nord, cioè quelli di ceppo e lingua germanica, Olanda e Finlandia in testa, non ne vogliono sentir parlare.

 

coronavirus, il video messaggio di ursula all'italia 1

A complicare le cose ci sono le regole costituzionali europee. Per questo il maxipiano europeo dei coronabond è finito nelle grinfie del Fondo salva-Stati guidato dal tedesco Klaus Regling. Tra venerdì e lunedì le istituzioni Ue metteranno sul tavolo le proposte elaborate. E toccherà ai ministri delle Finanze discuterle durante l’Eurogruppo, in agenda al più tardi martedì, per farle infine planare sul tavolo dei leader, giovedì prossimo.

 

Ma il vero nodo sarà quello del ricorso al Fondo salva-Stati (Mes). Sul Fondo, nei mesi scorsi, in Italia c’è stata già grande polemica. Ma si era in età pre-coronavirus.

troika

 

Ideologia e opportunismo politico inquinarono il dibattito. Per quelli della sinistra, basta dire che una idea è sovranista per colarla a picco. Senza nemmeno prenderla in considerazione.

 

Se il confronto sarà un’altra volta su questi binari, l’Italia correrà grossi rischi.

 

Leggete con attenzione queste righe:

gli ispettori della troika ad atene

 

“Il piano è quello di mobilitare i suoi 410 miliardi di euro per soccorrere i bilanci nazionali sotto stress per gli interventi contro il virus. Oggi per accedere ai programmi del Mes è prevista una dura condizionalità, ovvero la firma di un memorandum monitorato dalla Troika Ue. L’escamotage sarebbe quello di legare l’aiuto al solo contrasto del Covid- 19. In questo modo, i Paesi soccorsi eviterebbero la perdita di sovranità e allontanerebbero lo stigma sui mercati che colpisce chi accede al fondo salva Stati”.

 

Conte e Gentiloni lo hanno capito benissimo. Ma anche Orlando e Sonnino avevano capito tutto nel 1919 a Versailles. E finì come finì.

giuseppe conte roberto gualtieri mes

 

Al ministero dell’Economia, sezione Tesoro, hanno già issato bandiera bianca.

 

Leggete le righe raggelanti scritte da Carlo Di Foggia sul Fatto:

 

“La sintesi brutale è questa. L’Italia sta trattando in sede europea il coinvolgimento del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, per far fronte alla crisi innescata dal coronavirus. Al Tesoro guidato da Roberto Gualtieri, molto più che a Palazzo Chigi, si sono convinti che non ci sia alternativa a mettersi sotto tutela chiedendo l’aiuto dell’ex fondo salva-Stati, anche perché è l’unica chiave, a statuti vigenti, per accedere alle Omt (Outright monetary transactions) della Bce, le operazioni di acquisto illimitato di Titoli di Stato nate nel 2012 come conseguenza del Whatever it takes di Mario Draghi”.

Klaus Regling

 

Dietro le smentite ufficiali, rivela Di Foggia, l’Italia si è mossa da tempo, chiedendo l’uso del Mes già in seno all’Eurogruppo, la riunione dei ministri delle Finanze dell’euro, di lunedì scorso.

 

“Dai lavori preparatori dei tecnici ministeriali emerge chiaramente. Sollecitato anche dal nostro Paese, il capo del Mes Klaus Regling ha sollevato il tema e chiesto di menzionare il fondo nelle conclusioni finali. “Regling – si legge in documenti riservati visionati dal Fatto – ha presentato idee per nuovi strumenti del Mes, che potrebbero essere utilizzati per mitigare l’impatto economico della crisi. In particolare, ha suggerito che tutti gli Stati potrebbero richiedere il sostegno dell’Eccl al fine di ridurre il possibile effetto stigma”.

PAOLO GENTILONI MARK RUTTE

 

L’Eccl è un linea di credito soggetta “a condizioni rafforzate” (ed è la porta d’accesso all’aiuto della Bce). Il Mes può erogarla dietro “condizionalita”: il Paese che ne fa richiesta deve firmare un memorandum in cui si impegna a mettere in campo misure per rientrare dall’esposizione, che per i Paesi più indebitati si traduce in una stretta fiscale (tagli e tasse, cioè l’austerità).

 

In alternativa, Regling “ha anche menzionato la possibilità di creare uno strumento aggiuntivo, che potrebbe ad esempio essere simile, nella sua struttura, al credito rapido del Fondo monetario internazionale”.

 

SALVINI DI MAIO ZINGARETTI MATTARELLA

Secondo i documenti, tutti i grandi Paesi, Italia compresa, “concordano sulla necessità di dare un ruolo al Mes nella gestione della crisi. D’altra parte – si legge – alcuni (in particolare Italia e Spagna) hanno sottolineato il rischio di inviare segnali negativi al mercato su potenziali condizionalità legate al sostegno finanziario”. La più preoccupata è la Commissione europea, che per bocca del suo rappresentante Maarten Verwey “ha messo fortemente in guardia” dai rischi di coinvolgere il Mes, anche perché la sorveglianza fiscale si sposterebbe sul fondo (a trazione tedesca).

 

La proposta di Regling è rimasta sul tavolo e da allora è la base di discussione. Dalle minute emerge che i Paesi del blocco nordico, Austria e Germania in testa, sono contrarie a nuovi strumenti perché, comportando modifiche ai Trattati, “andrebbero coinvolti i Parlamenti nazionali” e si perderebbe tempo. Resta solo l’ipotesi dell’accesso collettivo o in ogni caso condizionato.

DI MAIO SALVINI CONTE

 

Martedì, durante il Consiglio europeo in videoconferenza, Italia e Francia hanno avanzato la proposta che il Mes emetta debito sul mercato (i “corona bond”) per fronteggiare la crisi. Una forma embrionale degli eurobond di cui si parla da anni. Merkel si è mostrata scettica, il premier olandese Mark Rutte contrario. Il blocco nordico vuole che resti una forma di condizionalità, magari da attivare più avanti, quando la crisi sarà finita.

 

Il rimbalzo a Roma non è confortante.

 

Una scelta del genere, scrive Carlo Di Foggia, dovrà, comunque, passare dal Parlamento, che è già in rivolta. Il M5S è contrario: “Qualsiasi attività messa in campo dall’Ue non deve contemplare l’utilizzo del Mes”. LeU concorda. La Lega, contrarissima, chiede che Conte riferisca in Aula.

 

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...