biden draghi

WASHINGTON CHIAMA, MARIO RISPONDE - NEL RECOVERY PLAN BY DRAGHI SI STERZA SU CLOUD E 5G, RIAVVICINANDOSI AGLI STATI UNITI - GLI INVESTIMENTI DIGITALI NEL NUOVO TESTO APRONO ALLE TECNOLOGIE AMERICANE E CHIUDONO AI SOGNI AUTARCHICI DEI GRILLINI CHE GUARDAVANO ALLA CINA - AVRÀ UN RUOLO ESSENZIALE UN PLAYER FINANZIARIO DI STATO (CHE POTREBBE ESSERE CDP) E ALTRI INTERLOCUTORI, CON IN PRIMA FILA LEONARDO. MA NON SI ESCLUDONO TIM CON GOOGLE O FINCANTIERI…

MARIO DRAGHI E GIUSEPPE CONTE

Claudio Antonelli per “la Verità”

 

Il Recovery plan targato Draghi è in dirittura di arrivo. Dal testo in lingua inglese che La Verità ha consultato si evince - va detto - un cambio di passo notevole rispetto alla versione partorita dal gruppo di lavoro di Giuseppe Conte. In comune hanno le somme complessive da spendere (circa 211 miliardi) e più o meno il numero di pagine del documento (poco meno di 500). Per il resto il nuovo testo del Pnrr entra molto più in profondità nei singoli filoni di spesa e anche nei progetti.

 

GIUSEPPE CONTE MARIO DRAGHI

Vale per il settore delle infrastrutture e della transizione ecologica (sebbene resti ancora il capitolo con sfumature più ideologiche), ma soprattutto per la prima parte, quella dedicata allo sviluppo digitale, il cloud, la rete unica e il 5G e il nuovo perimetro di cybersecurity. Un pacchetto che da solo vale circa 25 miliardi di euro. Qui si vede davvero il cambio di passo. E la nuova prospettiva internazionale.

 

5g mobile

A cominciare dal cloud, il sistema di computing che permette l'erogazione di servizi da remoto tramite Internet. Nella precedente versione, i 5 stelle avevano immaginato di creare una architettura nazionale più che autarchica autistica con l'obiettivo di escludere dal progetto i più grandi player del settore che per inciso sono tutti americani. Avremmo corso il rischio di spendere un sacco di soldi senza garantirci una vera efficacia del progetto finendo tra le braccia di aziende cinesi oppure di quelle franco tedesche.

 

VITTORIO COLAO

Che in questo settore hanno pestato a oggi numerosi granchi. Il cloud è la fondamentale architettura per il rilancio del sistema digitale della pubblica amministrazione. È il modello necessario per ricostruire la colonna portante digitale della Difesa, della Giustizia e dell'Interno. Senza contare tutte gli altri enti pubblici. Sbagliare l'infrastruttura significa rendere inutili tutti gli altri investimenti per l'innovazione della Pa. Il testo del Recovery plan draghiano mostra tutt' altra strategia.

 

Si parla sempre di infrastruttura nazionale. Ma stavolta i partner americani saranno elemento essenziale per il passaggio tecnologico. Avrà un ruolo essenziale un player finanziario di Stato (che potrebbe essere Cdp) e altri interlocutori. In prima fila Leonardo. Ma non si escludono Tim con Google o Fincantieri.

CDP – CASSA DEPOSITI E PRESTITI

 

La presenza di grandi aziende italiane permetterà l'investimento diretto nel Paese e la creazione di nuovi rapporti atlantici. Gli americani su questo tema dispongono di tecnologia particolarmente evoluta e non sviluppabile in casa. Almeno in tempi ragionevoli. Il Pnrr, con chiare indicazioni di Vittorio Colao, prevederà una sorta di crown hosting center, la joint venture pubblica privata, a cui dovranno non solo aderire i colossi citati sopra, ma anche numerosi piccoli sviluppatori.

 

smart city 1

La novità sarà un market place che permetterà alle start up di proporre singole applicazioni destinate a migliorare i servizi della pubblica amministrazione. Se dovesse nascerne un vero incubatore sarebbe per l'Italia una grande cosa. Dal dire al fare, certo, c'è di mezzo il mare.

 

Però è una strada buona, soprattutto perché riporta l'Italia dentro una carreggiata atlantista senza rompere con gli altri partner Ue. Infatti, l'idea è quella di sviluppare applicazioni che comunichino con la pubblica amministrazione degli altri Paesi, soprattutto, tramite Gaia X, Francia e Germania. Questa parte del progetto trascina con sé gli investimenti sulla rete unica che deve supportare il 5G.

 

5g 1

L'Internet delle cose e l'uso concreto di applicazioni evolute sono l'estensione necessaria alla banda di quinta generazione. Altrimenti è come avere a disposizione una pista da Formula uno senza auto da farci correre in lungo e largo. L'arrivo alla Casa Bianca di Joe Biden sta segnando un cambio di passo a cui chiaramente il governo Draghi risponde. L'enorme massa di miliardi messa in campo da Biden sarà un grande volano per gli Usa. Ma anche una calamita per l'Ue.

 

joe biden.

Per l'Italia sarà la possibilità di riavvicinarsi forse non tanto per avere investimenti diretti, ma per cercare passaggio tecnologico. La prossima sfida dei cinesi sarà l'intelligenza artificiale (dove staccano tutti) e l'Internet delle cose. Almeno qui il Paese sembra riposizionarsi. Forse sarà un modo per contare di più in Europa? Non lo sappiamo ancora. Certo sarà fondamentale. Basta vedere come la Francia si muove in totale autonomia nel campo della Difesa. Altro che caccia Ue. Quando c'è vendere Emmanuel Macron piazza in Egitto i suoi Rafale. Mentre noi facciamo autolesionismo sventolando la sacrosanta bandiera dei diritti umani ma con fini politici tutti interni.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…