matteo salvini renzi legge ddl zan

ZAN ZAN! LA LEGA PRONTA ALLA GUERRA TRA VOTI SEGRETI E OSTRUZIONISMO. RENZI LASCERA’ FARE IL LAVORO SPORCO A SALVINI E PRESENTERÀ I SUOI EMENDAMENTI IN AULA (LO SPOSTAMENTO A DESTRA DI RENZI NON VIENE ESCLUSO DAL CAPOGRUPPO LEGHISTA MOLINARI) - TRA I DEM EMERGONO I PRIMI MAL DI PANCIA. DI FRONTE AL NIET DI PD E M5S A TRATTARE, SI PROFILA PURE IL FANTASMA DI UN RINVIO…

Carlo Bertini per "la Stampa"

salvini renzi

 

Ad una settimana dall' inizio delle ostilità in aula sul ddl Zan, le certezze sono poche, tantomeno quella che si riuscirà ad andare avanti nel Vietnam parlamentare. Una cosa è certa: Italia Viva non chiederà voti segreti, lasciando fare il lavoro sporco alla Lega.

 

La seconda certezza è che Renzi (protagonista di un altro scontro con Fedez), presenterà gli emendamenti. Ma attenzione, l' ex premier ha già pronta la contromossa: «Presenteremo gli emendamenti di Iv al ddl Zan per segnare la nostra posizione, ma quando sarà il momento potremmo ritirarli per non farli votare», spiegano i renziani in Senato.

 

Tradotto, Renzi non finirà per passare come quello che fa cadere per mano sua il Ddl Zan. Anche perché la guerra mediatica impazza: il renziano Luciano Nobili posta un insulto contro Scalfarotto di una esponente dem laziale e Letta subito la espelle dal Pd. Sui social il tema tiene banco da giorni.

 

salvini renzi meme

Ma ci penserà il Carroccio a fare la guerra, con centinaia di richieste di voti segreti e ogni forma di ostruzionismo. «Noi cerchiamo un accordo, se non si potrà fare, daremo battaglia con tutti gli strumenti concessi dal regolamento», conferma un dirigente leghista. «Da Ostellari è arrivata una buona proposta», dice Renzi puntando ancora all' intesa in extremis.

 

Ma di fronte al niet di Pd e M5s a trattare, si profila pure il fantasma di un rinvio, che di fatto aprirebbe nuovi spazi per una mediazione: nei corridoi del Senato non viene escluso nulla. E poiché per tutti i contendenti la partita potrebbe rivelarsi a doppio taglio e nessuno ha la vittoria in tasca, niente di più facile che, aperta il 13 la discussione generale e concessa una settimana fino al 20 luglio per la presentazione degli emendamenti in aula, la partita poi entri nel vivo solo a fine mese.

salvini renzi

 

A quel punto, dopo i primi giorni di battaglia, con migliaia di emendamenti ostruzionistici della Lega e altrettanti voti segreti richiesti, le parti potrebbero essere indotte a una tregua: sulla spinta dei tre decreti in scadenza in agosto che potrebbero impegnare l' aula fino alla pausa estiva. Lo ammettono anche i dem più smaliziati. E in ogni pausa delle ostilità si infileranno i pontieri per provare a trattare.

 

I dem non capiscono l' atteggiamento di Renzi, se non come il segnale di uno spostamento a destra, non escluso dal capogruppo leghista Molinari («cosa nascerà con Iv lo si vedrà...»). Nel gruppo Pd notano che «Renzi avrebbe potuto proporre la mediazione a noi e sarebbe stato diverso». Magari si farà sotto più avanti, quando sarà chiaro che le modifiche chieste dalla Lega non avranno numeri senza i suoi voti. Le tante assenze in aula su un tema scivoloso potrebbero cambiare le carte in tavola. Insomma, non è detto che i giallorossi vadano sotto nei voti segreti.

 

salvini renzi

Questo pensano i dem più ottimisti, che però al loro interno scontano le prime defezioni ideali: di senatori che esprimono il loro dissenso garantendo però di votare il Ddl Zan per disciplina. Come l' ex ministra Valeria Fedeli, che si sfila con sdegno dalla lista ipotetica di una ventina di «franchi tiratori» pronti a votare contro nel segreto dell' urna. Idem per la collega Valeria Valente, mentre il piemontese Mino Taricco - di fede lettiana - non assicura nulla, ed esprime pubblicamente il suo parere contro l' uso in questo contesto del termine «identità di genere», augurandosi un accordo. Non è il solo: nelle riunioni di gruppo alcuni si sono già espressi a porte chiuse e altri lo hanno fatto pubblicamente. E si teme che di qui a una settimana, ne vengano allo scoperto altri.

ddl zanEnrico Lettaintervento del deputato alessandro zan foto di bacco (2)MATTEO RENZI L'ARIA CHE TIRAberlusconi salvini renzi

Ultimi Dagoreport

putin witkoff marco rubio donald trump zelensky

DAGOREPORT – SI ACCENDE LA RIVOLTA DEL PARTITO REPUBBLICANO CONTRO TRUMP - I DANNI FATTI DA STEVE WITKOFF (SOTTO DETTATURA DI PUTIN), HANNO COSTRETTO L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A METTERE IN CAMPO IL SEGRETARIO DI STATO MARCO RUBIO CHE HA RISCRITTO IL PIANO DI PACE RUSSIA-UCRAINA - CON IL PASSARE DELLE ORE, CON UN EUROPA DISUNITA (ITALIA COMPRESA) SUL SOSTEGNO A KIEV, APPARE CHIARO CHE PUTIN E ZELENSKY, TRA TANTE DISTANZE, SONO IN SINTONIA SU UN PUNTO: PRIMA CHIUDIAMO LA GUERRA E MEGLIO È…

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

giorgia meloni ignazio la russa matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – LE REGIONALI SONO ANDATE A FINIRE COME NON VOLEVA, SALTELLANDO FUNICULÌ-FUNICULÀ, GIORGIA MELONI: LA "STATISTA DELLA SGARBATELLA", CHE RISCHIA DI NON TORNARE A PALAZZO CHIGI TRA DUE ANNI, ACCELERA SULLA DOPPIETTA PREMIERATO-LEGGE ELETTORALE, MA NON TUTTO FILA LISCIO A PALAZZO CHIGI: SALVINI E TAJANI SPUTERANNO SANGUE PUR DI OPPORSI ALL’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, CHE FINIREBBE PER CANNIBALIZZARLI - LA LEGA È CONTRARISSIMA ANCHE AL PREMIO DI MAGGIORANZA ALLA COALIZIONE (CON LA SOGLIA AL 40%, LA LEGA DIVENTEREBBE SACRIFICABILE) – ALTRA ROGNA: IGNAZIO LA RUSSA SCENDE IN CAMPO IN MODALITÀ SCASSA-MELONI: HA RINFOCOLATO LA POLEMICA SU GAROFANI E SE NE FOTTE DEI DIKTAT DELLA DUCETTA (FIDANZA SINDACO DI MILANO? NO, MEJO LUPI; PRANDINI GOVERNATORE DELLA LOMBARDIA? NO, QUELLA È ROBA MIA)

francesco de tommasi marcello viola daniela santanche ignazio leonardo apache la russa davide lacerenza pazzali

DAGOREPORT - CHE FINE HANNO FATTO LE INCHIESTE MILANESI SULLA SANTANCHE', SUL VISPO FIGLIO DI LA RUSSA, SUL BORDELLO DELLA "GINTONERIA" AFFOLLATA DI POLITICI, IMPRENDITORI E MAGISTRATI, OPPURE SULL'OSCURA VENDITA DELLA QUOTA DI MPS DA PARTE DEL GOVERNO A CALTAGIRONE E COMPAGNI? - A TALI ESPLOSIVE INDAGINI, LE CUI SENTENZE DI CONDANNA AVREBBERO AVUTO UN IMMEDIATO E DEVASTANTE RIMBALZO NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, ORA SI AGGIUNGE IL CASO DEL PM FRANCESCO DE TOMMASI, BOCCIATO DAL CONSIGLIO GIUDIZIARIO MILANESE PER “DIFETTO DEL PREREQUISITO DELL’EQUILIBRIO” NELL’INDAGINE SUL CASO DI ALESSIA PIFFERI – MA GUARDA IL CASO! DE TOMMASI È IL PM DELL’INCHIESTA SUI DOSSIERAGGI DELL’AGENZIA EQUALIZE DI ENRICO PAZZALI, DELICATISSIMA ANCHE PER I RAPPORTI DI PAZZALI CON VERTICI GDF, DIRIGENTI DEL PALAZZO DI GIUSTIZIA MILANESE E 007 DI ROMA - SE IL CSM SPOSASSE IL PARERE NEGATIVO DEL CONSIGLIO GIUDIZIARIO, LA CARRIERA DEL PM SAREBBE FINITA E LE SUE INDAGINI SUGLI SPIONI FINIREBBERO NEL CESTINO - LA PROCURA DI MILANO RETTA DA MARCELLO VIOLA, CON L'ARRIVO DELL'ARMATA BRANCA-MELONI, E' DIVENTATA IL NUOVO ''PORTO DELLE NEBBIE''?