stefano patuanelli luciana lamorgese patrizio bianchi andrea orlando

LA ZAVORRA DI DRAGHI – ALESSANDRO GIULI: “NEL GOVERNO SI DISTINGUE UN DESOLANTE QUARTETTO DI CODA, UNA SPECIE DI STAFFETTA 4X100 DA MEDAGLIA DI PIOMBO: NEMMENO SOTTO DOPING RIUSCIREBBERO A FARCELA. LAMORGESE È CHIARAMENTE IN UNO STATO CONFUSIONALE. BIANCHI È UN SOGGETTO MISTERIOSO CON LA VITALITÀ DI UN PASSACARTE E LA LUNGIMIRANZA DI UN BANCO A ROTELLE. PATUANELLI È UN MINISTRO DEL GIORNO DOPO. CHIUDE LA STAFFETTA ORLANDO, E NON È UNA BUONA NOTIZIA…”

Alessandro Giuli per “Libero quotidiano”

 

mario draghi 3

A sei mesi dall'insediamento del suo governo, Mario Draghi ha ricevuto pagelle con voti altissimi dall'establishment internazionale di cui è altolocata espressione, ma pure dai principali media nazionali - in Italia Draghi non si discute, si ama; un po' come la squadra del cuore. Ma lo stesso non si può dire di tutta la sua variopinta compagine di Palazzo Chigi.

 

LUCIANA LAMORGESE

La cronaca delle ultime settimane ha messo in luce nel Consiglio dei ministri personalità in forte crescita e d'indiscutibile caratura come Vittorio Colao (Innovazione tecnologica e transizione digitale) e tuttavia anche mezze figure inadatte all'impresa o inspiegabilmente sbiadite. Si distingue un desolante quartetto di coda, una specie di staffetta 4X100 da medaglia di piombo: nemmeno sotto doping riuscirebbero a farcela.

 

lamorgese salvini

Due di loro sono di estrazione impolitica: Luciana Lamorgese (Interno) e Patrizio Bianchi (Istruzione); gli altri vengono dalle prime file dei rispettivi partiti: Andrea Orlando del Pd (Lavoro) e Stefano Patuanelli del Movimento Cinque stelle (Politiche agricole, alimentari e forestali). Vediamoli da vicino.

 

patrizio bianchi foto di bacco (6)

Lamorgese è chiaramente in uno stato confusionale. Dopo ventimila sbarchi di clandestini sei mesi, non è più in condizioni di negare l'emergenza migratoria e allora si rifugia in un benaltrismo da consumata scuola politicista, dirotta l'attenzione sui guai pandemici, imbraccia lo ius soli per sentirsi meno sola nella contesa personale con il predecessore Matteo Salvini che ha vita facile nell'inchiodarla alle sue responsabilità.

MARIO DRAGHI PATRIZIO BIANCHI

 

DECRETI SICUREZZA

Ha fatto coriandoli dei decreti sicurezza, non riesce a farsi ascoltare dall'Europa sui ricollocamenti volontari e peggio ancora sulla revisione del trattato di Dublino, sta amministrando la questione del green pass con rigidità improvvisate (tutto il controllo devoluto agli esercenti!) alternate a ritirate strategiche (come non detto: i documenti li controlla soltanto la polizia di Stato).

MARIO DRAGHI STEFANO PATUANELLI

 

Il suo nume tutelare stanziato sul Colle le aveva garantito la poltrona nel transito dal Conte bis al governo Draghi, ma nemmeno lui adesso può impedire il sostanziale commissariamento del Viminale. Perché di questo si stratta, quando si parla d'una cabina di regia allargata agli Esteri (Luigi Di Maio), alla Difesa (Lorenzo Guerini) e ai Trasporti (Enrico Giovannini) che fa capo direttamente al premier. Reputazione ammaccata e sovranità limitata, dunque, per l'antisovranista Lamorgese.

 

giuseppe fioroni

Sul ministro Bianchi nessuno ha ormai il coraggiodi spendere parole indulgenti, non foss' altro perché è un soggetto misterioso con la vitalità di un passacarte e la lungimiranza di un banco a rotelle. Fare peggio di Lucia Azzolina era difficile ma non impossibile, a lui non è riuscito nemmeno questo: semplicemente, non perviene.

 

STEFANO PATUANELLI

A pochi giorni dalle riaperture delle scuole, il suo non -piano per il rientro è una pagina bianca sulla quale i sindacati dei docenti schizzano i loro scarabocchi minacciosi e anti vaccinisti, i genitori degli alunni più piccoli fanno voti affinché qualcuno li salvi dal ritorno della didattica a distanza, dalla carenza di personale scolastico e dalle inevitabili classi pollaio controbilanciate dalla geniale idea di mantenere le finestre aperte per il ri cambio dell'aria (meglio la grandine autunnale dell'aerazione meccanica, ovvio), mentre gli studenti confidano nel caos per aggiudicarsi un altro anno col salvacondotto promozionale di fine stagione. Complimenti vivissimi al mini stro ferrarese, che in ogni caso pare un predestinato naturale a salire sul podio del primo rimpasto draghiano.

stefano patuanelli

 

IN ARRIVO FIORONI

C'è già un candidato alla successione: l'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni, vecchia volpe dc, che invoca per le scuole un commissario sul modello del generale Figliuolo. Chissà. Gli fa concorrenza il serioso Patuanelli, che i grillini esibiscono come un volto mite e dialogante della loro banda.

 

ANDREA ORLANDO

La flemma non gli manca, certo, semmai gli fa difetto la sveltezza. È un ministro del giorno dopo: lo si trova indaffaratissimo a inseguire gli incendi stagionali fuori controllo, tra Sicilia e Calabria e Sardegna, promettendo che il governo non abbandonerà gli agricoltori sfollati e anzi richiamerà le Regioni e i Comuni ai rispettivi doveri.

 

Gli elettori e i militanti pentastellati gli rispondono puntualmente che lo preferirebbero impegnato nella prevenzione a capo di una Guardia forestale mai ripristinata nelle sue complete funzioni, piuttosto che con l'estintore in mano e lo scolapasta in testa; ma soprattutto non gli perdonano di non aver fatto stralciare i reati ambientali dalla "improcedibilità" sancita con la riforma Cartabia. Materia che Patuanelli sfugge con silenzioso garbo, lasciando la pratica nelle mani del ministro competente (Roberto Cingolani) e dell'elusivo neoleader Giuseppe Conte.

mario draghi in conferenza stampa

 

QUANTE GIRAVOLTE

Chiude la staffetta Orlando, e non è una buona notizia. L'ex Guardasigilli è un azionista di maggioranza del Partito democratico, ha una consolidata visione politica ma l'ha dissipata impiccandosi al tentativo velleitario di mettere in piedi un Conte ter liberandosi di Matteo Renzi.

 

L'operazione ha prodotto il suicidio assistito della segreteria Zingaretti, Orlando è sopravvissuto con destrezza e tuttavia si è infilato in un ministero scomodissimo. Il Lavoro lo costringe a giravolte sensazionali: anche lui non sa che pesci prendere sul green pass aziendale, e vabbè.

 

andrea orlando foto di bacco(3)

Ma più che altro, oggi, tra una crisi industriale e l'altra, tra un paletto anti delocalizzazioni e una polemica estemporanea, deve legittimare l'odiato reddito di cittadinanza mentre cerca di riscriverne i fondamentali con i tecnici di Draghi. Nel frattempo, di deroga in deroga sulla cassa integrazione, sta trasformando gli ammortizzatori sociali in una spaventosa macchina di sussidi pubblici: una Naspi perpetua, poco al di sopra della soglia di sopravvivenza, fino all'età pensionabile.

 

mario draghi in conferenza stampa

Roba da far invidia alle utopie regressive di Beppe Grillo, con il suo allucinante reddito universale dalla culla alla tomba. E a proposito di sepolcri: l'allenatore ideale di questa 4x100 da retrocessione può essere soltanto uno: Roberto Speranza, ministro dell'Eutanasia. C'è bisogno di spiegare il perché?

andrea orlando foto di bacco(5)STEFANO PATUANELLI ANDREA ORLANDOandrea orlando noel gallagherANDREA ORLANDOpatrizio bianchi foto di bacco (5)andrea orlando e giancarlo giorgettiandrea orlando zingaretti

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?