ANCELOTTI SPACCA NAPOLI – CARLETTO RISCHIA DI PAGARE PER TUTTI LA CRISI DEGLI AZZURRI: UDINESE E GENK DECISIVE PER EVITARE L’ESONERO (PRONTO GATTUSO) – BALLA UN CONTRATTO DA 6 MLN € - I METODI DEL TECNICO EMILIANO MESSI IN DISCUSSIONE DALLA SQUADRA E ANCHE DA DE LAURENTIIS: “LA FIDUCIA IN CARLO RESTA MA HA METODI ‘SCOLASTICI’. VANNO BENE PER I TOP PLAYER, ABITUATI AD AUTOGESTIRSI CON ESERCIZI PERSONALIZZATI”

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Marco Azzi per "la Repubblica"

 

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Il Re è quasi nudo, ormai. Tradito dalla diserzione delle truppe e protetto a stento dall' ultima corazza che può ancora utilizzare come scudo: il suo stratosferico passato di vincitore seriale, che avrebbe dovuto renderlo invulnerabile sine die, carriera natural durante. Non è più così: ha smesso di esserlo, anche se la bacheca zeppa di trofei consente comunque a Carlo Ancelotti di rimandare per almeno 180 minuti la lesa maestà, con la magra consolazione che al suo posto chiunque altro sarebbe già stato esonerato.

 

Il Napoli non ha avuto ancora il coraggio di spingersi fino a questo punto: frenato dal rispetto nei confronti di Mister 20 titoli, l' uomo che sussurrava a CR7, forse l' allenatore in circolazione più stimato dai top player.

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Aurelio De Laurentiis s' è limitato quindi a guardarsi intorno, temendo di prendere una decisione economicamente onerosa (balla un contratto da 6 milioni) e sofferta dal punto di vista tecnico e personale. Il presidente era certo di aver trovato l' allenatore giusto per aprire un ciclo a tempo indeterminato, dopo il tormentato addio di Sarri. Non si tratterà dunque di una banale staffetta in panchina, nel caso, ma di un progetto ambizioso che sta andando in pezzi: costringendo di riflesso il club azzurro a ripartire da zero.

 

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L' esonero di Ancelotti avrebbe sul Napoli l' effetto di un terremoto, con conseguenze difficili da prevedere e controllare. Per questo De Laurentiis ha scelto di restare ancora per un po' in una posizione defilata, nonostante la crisi della squadra in campionato si stia aggravando in maniera sempre più preoccupante.

 

Ma il ritiro iniziato ieri dagli azzurri a Castel Volturno, imposto dal tecnico e accettato con qualche sacca di resistenza dalla squadra, ha l' aria di essere l' ultima chance concessa dal presidente all' allenatore: il cui destino dipenderà dagli esiti della trasferta di sabato a Udine e della sfida di Champions di martedì al San Paolo col Genk, decisiva per il passaggio agli ottavi. Poi saranno tirate le somme per il futuro della panchina.

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ALLAN MOGLIE ALLAN MOGLIE

De Laurentiis ha ribadito ieri ufficiosamente la sua fiducia a Ancelotti, affidando (a microfoni spenti, però) alcune dichiarazioni alla radio del Napoli. Il presidente ha negato di aver sondato altri tecnici, ma ha comunque mosso delle critiche ai metodi di lavoro di Re Carlo: etichettandoli come "scolastici" e adatti ai top player, abituati ad autogestirsi con esercizi personalizzati. È lo stesso appunto mosso al loro allenatore da Insigne & Co., che da oggi saranno accontentati con sedute doppie nel ritiro di Castel Volturno: mattina e pomeriggio. È stata invece respinta al mittente l' altra richiesta degli azzurri, che speravano di tornare al modulo 4-3-3 dei tempi di Sarri.

 

ALLAN MOGLIE ALLAN MOGLIE

Su questo punto Ancelotti non è sceso a patti: vuole giocarsi la panchina con il 4-4-2, convinto che i guai del Napoli non siano di natura tattica. Lo spogliatoio è ancora in ebollizione e i giocatori hanno deciso di ricorrere in Tribunale contro le decurtazioni dello stipendio (dal 25 al 50%) annunciate dal club. È l' onda lunga dell' ammutinamento del 5 novembre scorso, quando Insigne e Allan guidarono la rivolta dei compagni contro l' ordine del presidente di andare in ritiro. Re Carlo non scelse da che parte schierarsi e da allora la situazione è precipitata: tutti contro tutti. Chissà se basterà il ritiro per rimettere a posto i cocci, alla vigilia delle sfide della verità con Udinese e Genk.

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Il Re ha altri 180' per dimostrare di non essere nudo. Sennò il suo scettro potrebbe finire nelle mani di un sergente umile, ma di ferro. Il nome che circola è infatti quello di Rino Gattuso. Nel vertice di ieri De Laurentiis e il ds Giuntoli hanno parlato pure della suggestione Ibra, però. Segno che il gioco si sta facendo davvero per duri.

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