de ligt llorente

CALCIOPOLI NON E’ MAI FINITA - ZILIANI: “LE NEFANDEZZE ARBITRALI, SEMPRE PIÙ SFACCIATE E IMPUNITE, HANNO TRASFORMATO IL NOSTRO TORNEO IN UNA GIGANTESCA CLOACA A CIELO APERTO - IL VAR? AL GRIDO DI "FATTA LA LEGGE TROVATO L'INGANNO", I PICCIOTTI HANNO RIMESSO IN STRADA IL CARROZZONE FINITO NEL BURRONE NEL 2006 E HANNO RIOCCUPATO IL PALAZZO: FEDERAZIONE, ARBITRI E INDOVINATE VOI IL TERZO CONVITATO…” - GARANZINI METTE SOTTO ACCUSA IL SILENZIO DEGLI ARBITRI SUGLI ERRORI PRO-JUVE, L’INDEGNA ESPULSIONE DI ANCELOTTI E…

 

1 - SERIE A, LA GRANDE TRUFFA DEL VAR

Paolo Ziliani per il “Fatto quotidiano”

 

PAOLO ZILIANI

"Allora: o ci spiegano come funziona il Var, o ci dicono arbitra il Var, o ci dicono togliamo il Var. Io ero un fautore del Var, ma se questo è l' utilizzo del Var ci dobbiamo preoccupare. E io sono preoccupato. Mi sento attaccato. Personalmente". (Carlo Ancelotti, dopopartita di Napoli-Atalanta 2-2, mercoledì scorso). Quando si dice: il trucco c' è ma non si vede.

 

E figuriamoci se in Italia, dove il campionato di calcio era diventato la baracconata che solo l'inchiesta di Calciopoli riuscì a smascherare svelando le collusioni tra il mondo arbitrale e la banda dei falsari che si era rintanata, oltre che nel club più titolato d'Italia (la Juventus di Moggi e Giraudo, poi radiati), nientemeno che in Federazione (il vicepresidente Mazzini, anch'egli radiato), cioè la cricca che a lungo truccò scudetti e retrocessioni, figuriamoci, dicevamo, se dopo il bucato fatto nei tribunali sportivi e penali le vedove di Moggi avrebbero accettato di rimanere con le mani in mano.

MOGGI GIRAUDO

 

Al grido di "fatta la legge trovato l'inganno", con una tacita chiamata alle armi i picciotti hanno rimesso in strada il carrozzone finito nel burrone nel 2006 e sono andati a rioccupare il Palazzo degli orrori, e degli obbrobri, il Palazzo del Calcio dei tre cuori e una capanna, Federazione, arbitri e indovinate voi il terzo convitato. Tutti pappa e ciccia, come ai vecchi tempi.

 

IL FALLO DI KJAER SU LLORENTE IN NAPOLI ATALANTA

Tredici anni sono passati dall' estate della vergogna, quella della Figc commissariata, della Juventus mandata in serie B, del titolo assegnato all'Inter, dell' arbitro De Santis fermato sulla scaletta dell'aereo destinazione mondiali in Germania e spedito a passare invece l'estate nei tribunali, dismesso dalla Can e condannato per associazione a delinquere.

 

Tredici anni sono passati e a dispetto delle nuove regole adottate a livello internazionale e dell' introduzione del Var come strumento di controllo degli arbitri, le cose stanno filando lisce ovunque tranne che nel selvaggio West della serie A italiana dove le nefandezze arbitrali, sempre più sfacciate e impunite, hanno trasformato il nostro torneo in una gigantesca cloaca a cielo aperto. Noi siamo italiani e si sa, italians do it better: noi sappiamo far meglio tutto, soprattutto le porcherie.

insigne ancelotti

 

"Sono preoccupato", dice Ancelotti, uomo di sport e d'onore che ha capito tutto. Il Var era stato introdotto perché gli arbitri non potessero più indirizzare le partite come accadeva un tempo? Nessun problema. Due righe nel protocollo che ti permettano di continuare a fare i tuoi loschi giochi le trovi sempre; bastano 21 parole. "Poiché il Var controllerà automaticamente ogni situazione/decisione, non vi è necessità che gli allenatori o i calciatori richiedano una revisione".

 

IL FALLO DI KJAER SU LLORENTE IN NAPOLI ATALANTA

Facile no? Sarà quindi il Var (un arbitro) a controllare quel che piace a lui: e vedrete che a lui non piacerà l'idea di dare il rigore a Llorente (Napoli-Atalanta) e al Toro per il mani di De Ligt (Torino-Juventus) mentre gli piacerà molto l'idea di espellere Cassata (Juventus-Genoa) e Fazio (Udinese-Roma). E sarà come ai tempi di De Santis e di Bergamo & Pairetto: scasso delle regole autorizzato. E dire che basterebbe apportare una piccola modifica alle 21 parole: "Il Var controllerà automaticamente ogni situazione/decisione, ma ogni squadra potrà chiedere il ricontrollo di azioni dubbie due volte a partita". Le parole resterebbero 21, è vero, ma almeno avremmo un pallone senza il verme dentro.

de ligt

 

2 - CASI DA VAR E NUOVE INTERPRETAZIONI SPIEGARE SPEGNEREBBE VELENI E CAOS

Gigi Garanzini per “la Stampa”

 

Grande, sempre più grande è la confusione sotto il cielo arbitrale. Piccola, sempre più piccola la capacità di quel mondo di saper comunicare. Di aggiornare l' evoluzione interpretativa della valutazione dei falli - o non falli - di mano, dopo che nelle prime partite di campionato si puniva a prescindere mentre nelle ultime si procede alla maniera delle targhe alterne.

 

de ligt

Una volta sì e una volta no. Il caso di scuola è con tutta evidenza quello di De Ligt, perdonato nel finale di partita con il Bologna, castigato a Lecce con il rigore del pareggio, ri-perdonato in avvio di derby per un colpo identico a quello leccese, anzi così a occhio un tantino meno casuale. E non nel giro di anni: di due settimane, dal 19 ottobre al 2 di novembre. Alla faccia della certezza del diritto, non ci si capisce più nulla. E questo accade alla terza stagione di Var, quando sia lo strumento sia il sincronismo tra arbitro di campo e arbitro di studio dovrebbero essere arrivati a regime.

 

E riguarda sia i fruitori, dal pubblico sul campo alla platea televisiva, sia i cosiddetti addetti ai lavori: non solo chi l' accaduto lo commenta, ma anche chi lo vive e lo gestisce in prima persona. L'altra sera Sarri, con la schiettezza che ogni tanto lo inguaia ma gli fa onore, ha detto che De Ligt aveva la mano al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sottinteso, l'arbitro Doveri e/o il Var Maresca avrebbero potuto o dovuto decidere per il rigore. Invece no. Perché filtra dalle stanze arbitrali che l'errore è stato commesso a Lecce punendo De Ligt, non a Torino assolvendolo. Tant'è vero che l'arbitro di Lecce, Valeri, è stato fermato per l'errore.

de ligt

 

Due le considerazioni che ne discendono. La prima è che se anche l'allenatore della Juventus c'ha ancora capito poco, non siamo lontani dall'allarme rosso. La seconda. Perché queste notizie filtrano, e non vengono invece comunicate ufficialmente?

Perché il signor Ancelotti, signore per davvero com'è noto nel mondo, deve essere cacciato dal campo per aver cercato di calmare i suoi giocatori dopo un rigore ignorato, e il signor Valeri squalificato per uno o più turni con modalità aumma aumma?

 

rizzoli

Se il giudice sportivo redige il suo bollettino di squalificati, giocatori e allenatori, perché non fa altrettanto il designatore arbitrale, l'architetto Rizzoli, che nelle notti domenicali di Sky viene disinvoltamente chiamato in causa come Nicola quasi fosse un famiglio anziché un'autorità? Si sa che gli arbitri non amano parlare. Scrivessero almeno, in nome di quella trasparenza da cui era nata l'idea di Var.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”