giuseppe conte silvio berlusconi

LA CORRISPONDENZA D’AMOROSI SENSI TRA CONTE E BERLUSCONI E' MEJO DI UNA SOAP DI MEDIASET - IL GIOCO DI SPONDA INIZIATO DUE ANNI FA CON UNA TELEFONATA DI PEPPINIELLO APPULO AL CAV E IERI IL NUOVO RICONOSCIMENTO ALLA FESTA DI ATREJU - E IL “BANANA”, CHE CREDE DI AVERE QUALCHE CHANCE PER IL QUIRINALE, DOPO LE PAROLE A FAVORE DEL REDDITO DI CITTADINANZA, PUNTA AI VOTI GRILLINI PER IL COLLE...

Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

 

CONTE BERLUSCONI

«Berlusconi ha avuto un grande consenso, ha interpretato il sentire del Paese, contribuito a spingere i partiti di destra verso una destra moderna e di governo». E ancora: «Il presidente della Repubblica che non sia di centrosinistra? Assolutamente! Non è scritto da nessuna parte che debba essere di una determinata provenienza politica». L'ennesimo fiore indirizzato ad Arcore dai cannoni avversari arriva ancora una volta da Giuseppe Conte. Che ieri pomeriggio, intervenendo ad Atreju, la festa organizzata da Fratelli d'Italia, estende ai tempi supplementari il gioco di sponda M5S-Forza Italia che va in scena da qualche settimana.

 

CONTE BERLUSCONI

Adesso c'è il rumore di fondo della corsa per il Quirinale che amplifica tutto e rende tutto più nitido: la svolta di Berlusconi a favore del reddito di cittadinanza, Conte che riconosce al Cavaliere di «aver fatto anche cose buone», ancora Berlusconi che si spinge fino all'individuare «una radice comune» tra i Cinquestelle e la Forza Italia delle origini, quindi le frasi di ieri dell'Avvocato ad Atreju. Ma a fissare il confine tra un «prima» e un «dopo» nel rapporto tra il mondo berlusconiano e il gotha pentastellato è una telefonata notturna che parte da Palazzo Chigi e raggiunge il centralino di Arcore.

 

BERLUSCONI FINGE DI NON VEDERE CONTE E NON LO SALUTA

È la notte tra il 22 e il 23 febbraio 2020, all'alba dell'emergenza del Covid-19: Conte chiama Berlusconi per chiedergli «una mano sull'emergenza coronavirus» e Berlusconi la tende a Conte, fissando l'asticella dell'approccio «responsabile» sull'emergenza sanitaria che a più riprese porterà Forza Italia anche a smarcarsi da Lega e Fratelli d'Italia.

 

Dall'iniziale adesione al Mes, poi finita in un nulla di fatto, fino ai voti sullo scostamento di bilancio, con gli azzurri sempre un passo avanti - nella direzione dell'esecutivo - rispetto a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Da allora sono passati quasi due anni. E il filo dei contatti, seppur sporadici, tra Arcore e il ramo «istituzionale» dei Cinquestelle non si è mai interrotto, nemmeno dopo che Conte ha lasciato il posto a Draghi.

 

giuseppe conte virginia raggi luigi di maio foto di bacco (6)

Nel luglio del 2020, durante le serate a Porto Rotondo, a più riprese Berlusconi sorprendeva gli ospiti di Villa Certosa con recensioni amichevoli dell'operato degli ormai ex nemici giurati. «Conte è davvero un moderato, uno che ci sa fare», si lasciò andare una sera, lasciando ammutolito un uditorio fin lì impegnato ad esaltare le abilità dell'alleato Matteo Salvini.

 

CONTE DI MAIO

«Per non parlare di Luigi Di Maio, quel ragazzo ha fatto passi da gigante, è diventato davvero bravo», sempre dalla viva voce del Cavaliere, a confermare l'aneddoto sull'«inseguimento» negli studi Mediaset che poi l'attuale ministro degli Esteri ha raccontato nel suo libro di recente uscita. Ma il momento in cui lo scambio di cortesie istituzionali tra avversari si trasforma in un qualcosa di più arriva quando Berlusconi, al termine dell'estate del 2020, viene contagiato dal Covid-19. Durante i giorni dell'isolamento a Villa San Martino, con la situazione che sarebbe precipitata fino al ricovero al San Raffaele, a più riprese Conte e Di Maio gli telefonano per manifestargli la loro vicinanza. E quei contatti rimangono talmente tanto impressi nella memoria berlusconiana che ancora oggi, rivivendo quelle terribili giornate, il Cavaliere ricorda «come i Cinquestelle e la sinistra mi abbiano fatto sentire il loro affetto anche più di alcuni dei nostri». Quali fossero «i nostri», però, non è dato saperlo.

giuseppe conte giorgia meloni giuseppe conte giorgia meloni atrejugiuseppe conte giorgia meloni atreju 1goffredo bettini silvio berlusconi giuseppe conte by edoardobaraldi

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."