COSA DICE IL "COMANDANTE COMUNISTA" SARRI SUL CASO HYSAJ? - IL NEO ALLENATORE DELLA LAZIO NON PRENDE POSIZIONE E RISCHIA DI ROVINARSI L'IMMAGINE DI UOMO DI SINISTRA, QUELLO CHE BERLUSCONI NON VOLLE AL MILAN E CHE A NAPOLI È DIVENTATO UN SANTINO TIPO "CHE" GUEVARA - IL DIFENSORE ALBANESE HA CANTATO "BELLA CIAO" IN RITIRO RICOLLEGANDOLA ALLA SIGLA DELLA SERIE TV "LA CASA DI CARTA" E NON ALLA RESISTENZA: LA SOCIETÀ LO DIFENDE E ATTACCA GLI ULTRÀ CHE LO HANNO PRESO DI MIRA...

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1 - IL FATTO: COL SILENZIO SU HYSAJ, L’IMMAGINE DI SARRI COMANDANTE COMUNISTA RISCHIA DI FRANTUMARSI

Da www.ilnapolista.it

 

meme su sarri 1 meme su sarri 1

Su Il Fatto Quotidiano, Fabrizio d’Esposito commenta la brutta faccenda che ha visto come protagonista Hysaj, per essersi presentato ai compagni cantando Bella ciao. La definisce una storia “fantozziana ma anche tragicamente amara”.

 

E si sofferma sul silenzio assordante del Comandante Sarri. Una cosa che rischia di mandare in pezzi l’immagine che l’ex tecnico del Napoli si è costruito, tutta improntata sulla sua fede politica comunista.

 

meme su hjsay che canta bella ciao 6 meme su hjsay che canta bella ciao 6

“In evidente imbarazzo, la società alla fine l’ha difeso, ma senza entrare nel merito della polemica politica (non sia mai, peraltro Lotito si è pure avvicinato a Giorgia Meloni). In tutto questo c’è però un silenzio che rimbomba sordamente: quello di Sarri, l’allenatore che B. non volle al Milan ché “comunista” e che a Napoli è diventato un santino tipo il Che, invocato come il Comandante all’assalto del Palazzo d’Inverno (lo scudetto, per capirci).

 

Quando Sarri chiama qualcuno “democristiano” lo fa per insultarlo con ignominia massima, figuriamoci i fascisti. Sulla sua fede di sinistra il Comandante ha costruito un’immagine quasi leggendaria che adesso rischia di frantumarsi. A meno che, come ha scritto il quotidiano online Il Napolista, il sarrismo non sia diventato “fascio e martello” alla Bombacci”.

 

2 - UN GOL SENZA GIOIA, LA SOCIETÀ LO DIFENDE E ATTACCA GLI ULTRÀ

Nicola Berardino per "La Gazzetta dello Sport"

 

striscione contro hysaj striscione contro hysaj

Non è riuscito Elseid Hysaj a tirar fuori il sorriso migliore per il primo gol con la maglia della Lazio. Ci ha provato tra gli applausi e i cori di incitamento dei tifosi sugli spalti dello Zandegiacomo di Auronzo di Cadore: ha segnato la quarta rete nella goleada della Lazio (11-0, tripletta di Luis Alberto e doppiette di Caicedo e Muriqi) contro la formazione veneta del Fiori Barp Sospirolo.

 

striscioni fascisti e nazisti striscioni fascisti e nazisti

Complimenti, abbracci e parole di amicizia da parte dei compagni, ma per Hysaj quel gol è stato solo un attimo di conforto. Troppi pensieri a frenargli le emozioni. Con lo sguardo basso verso il centro del campo. Il difensore della Lazio non ha più pace da sabato sera, da quando è stato diffuso via social quel video in cui nel rito goliardico previsto per i nuovi in ritiro doveva cantare e lui aveva scelto il testo di «Bella Ciao», ricollegandolo alla sigla della serie Tv «La casa di Carta» e non alle radici di quella canzone con il periodo della Resistenza.

 

Nuovo comunicato

saluto romano di paolo di canio saluto romano di paolo di canio

Lo striscione esposto lunedì sera a Roma sul ponte di Corso Francia («Hysaj verme, la Lazio è fascista») ha suscitato una forte indignazione. Durissima e netta la presa di posizione da parte della Lazio che già in una nota precedente aveva difeso il giocatore dal rischio di strumentalizzazioni politiche e personali.

 

 

striscioni antisemiti nella curva della lazio striscioni antisemiti nella curva della lazio

Ieri mattina il comunicato del club non ha fatto giri di parole nella ferma condanna al «vergognoso striscione contro il calciatore Elseid Hysaj. Non è il primo episodio di questo tipo. Noi non saremo mai dalla parte di chi nega i valori dello sport. Siamo senza indugio invece dalla parte del nostro atleta e di tutti gli altri calciatori impegnati in queste settimane nel ritiro precampionato. Prendiamo nettamente le distanze da chi vuole strumentalizzare per fini politici questa vicenda che danneggia la squadra, tutti i tifosi laziali e la società».

 

meme su sarri meme su sarri

Una linea che andrà avanti. «Non ci faremo intimidire da chi usa toni violenti ed aggressivi: per loro non c'è alcuno spazio nel nostro mondo». Il caso ha avuto una risonanza notevole a livello internazionale.

 

Il presidente della Federcalcio albanese, Armand Duka ha inviato un messaggio a Hysaj. «Sono consapevole che i tuoi valori trionferanno di fronte alla violenza verbale ed ideologica che nulla ha a che vedere con il calcio».

 

Solidarietà anche da parte di Roberto Gualtieri, candidato sindaco di Roma per centrosinistra. «Una frangia minoritaria della tifoseria macchia l'immagine della squadra e della città», il suo tweet. La risposta social Ed ha assunto toni decisi pure la replica arrivata via social da chi vuole stare dalla parte di Hysaj, per difendere principi e valori.

 

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L'hashtag #IostoconHysaj, nato spontaneamente sui social fra i tifosi della Lazio che hanno rigettato e boicottato lo striscione esposto a Roma dagli Ultras Lazio, è diventato uno degli argomenti principali del giorno su Twitter. È stato condiviso da decine di migliaia di volte, i tifosi biancocelesti hanno voluto che non solo il giocatore, ma tutto il mondo sapesse che la maggioranza dei laziali non si sentono rappresentati dallo striscione in questione.

 

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I laziali, infatti, si stanno ribellando all'idea di «società fascista» che quegli ultras vorrebbero invece associare al club. «Buongiorno soltanto a chi vuole il bene della #Lazio. #IoStoConHysaj», uno dei tanti messaggi. Un'onda che ha coinvolto migliaia di persone rendendo "trend topic" l'hashtag #IostoconHysaj.

 

Peruzzi ai saluti

Sono ormai svaniti gli spiragli di fiducia per rivedere Angelo Peruzzi alla Lazio. L'ex portiere aveva messo da parte il contratto fino al 2023 per avere chiarimenti sul suo ruolo di club manager.

 

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Un rapporto ultimamente con troppi problemi dopo che Peruzzi è stato un cardine nella gestione Inzaghi. Aspettava un colloquio col presidente Lotito per capire se il suo incarico potesse avere un futuro e andare oltre le distanze recenti.

 

Peruzzi non era partito per Auronzo all'inizio del ritiro perché doveva completare il recupero dopo un'operazione al ginocchio. Sembrava un rinvio, ma era già il tempo dei saluti.

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