SUL FLOP JUVE SI CONSUMA LA FAIDA TRA JOHN ELKANN E ANDREA AGNELLI - "LA STAMPA", QUOTIDIANO DELLA “REAL CASA”, SPARA A PALLE INCATENATE SULLA DIRIGENZA BIANCONERA, METTENDO NEL MIRINO PARATICI: "IN UN BIENNIO, DA QUANDO È SOLO AL VERTICE DELL'AREA TECNICA, SONO PEGGIORATI CONTI ECONOMICI E RISULTATI, E NONOSTANTE GLI OLTRE 200 MILIONI SPESI NELL'ULTIMO MERCATO LA ROSA È INCONGRUENTE. ALI E MEZZEPUNTE A IOSA, MA MANCA UN REGISTA" – I PECCATI DI PIRLO E RONALDO...

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paratici nedved paratici nedved

Antonio Barillà per “La Stampa”

 

Nessun vertice. Nessuna sfuriata. Nessuna picconata a Pirlo e al suo progetto. Il day after è scivolato via tra riflessioni silenziose, ma il presidente Andrea Agnelli e l' allenatore, presenti Paratici e Nedved, si erano confrontati domenica dopo la figuraccia con il Benevento.

 

La volontà di andare avanti con l' attuale guida tecnica è sincera, ma il finale di stagione può modificare lo scenario. Due possibilità. La prima riguarda l' esplosione di una crisi che rischi di mettere a repentaglio la zona Champions e che imponga una scossa: la soluzione che s' intravede è la promozione di Tudor, tecnico in seconda per altro non sempre in linea con i metodi di altri componenti dello staff.

 

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La seconda riguarda un finale che assicuri l' obiettivo minimo ma non dissipi i dubbi sul tecnico: decisiva la gestione della crisi, fondamentale che non si aggiungano figuracce. In tal caso, si valuterà un cambio per la prossima stagione con una serie di candidature al momento vaghe: Zidane, Simone Inzaghi, Juric, Gasperini, il ct Mancini e, naturalmente, un Allegri-2.

agnelli pirlo agnelli pirlo

 

 In quest' ultimo caso bisognerà vedere se sarà possibile una coesistenza con Paratici che tramò per l' esonero, ma il responsabile dell' area sport, nonostante discuta il rinnovo, è, come tutti, in discussione a prescindere.

 

I CAMBI IN PANCHINA E GLI ACQUISTI SBAGLIATI DELLA GESTIONE PARATICI

ALLEGRI PIRLO ALLEGRI PIRLO

È normale che i cicli finiscano, che le rifondazioni costino sacrifici, ma gli architetti della Juventus hanno gravi responsabilità. Il peccato originale di Nedved e, soprattutto, di Paratici, è aver imposto una rivoluzione promettendo un sogno finito a pezzi: Allegri aveva vinto 5 scudetti e conquistato 2 finali di Champions, ma fu cacciato, rimanendo a libro paga, per puntare su Sarri.

 

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L' esonero dell' Esteta dopo un anno riassume il fallimento del progetto, minato più dall' incompatibilità con lo spogliatoio che dall' addio amaro all' Europa. Ora è lui stipendiato per stare a casa, la panchina è di Pirlo e aleggia il dubbio che sulla scelta abbia inciso anche la necessità di risparmiare, sennonché Sarri, almeno, lo scudetto l' ha vinto, Pirlo ha salutato la Champions ed è a -10 dall' Inter.

 

In un biennio, praticamente da quando Paratici è solo al vertice dell' area tecnica, sono peggiorati conti economici e risultati, e nonostante gli oltre 200 milioni spesi nell' ultimo mercato la rosa è incongruente. Ali e mezzepunte a iosa, ma manca un regista. Il centrocampo è impoverito (aggravante: Matuidi e Khedira via gratis).

 

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Non c' è un' alternativa ad Alex Sandro (aggravante: Pellegrini pagato 20 milioni girato al Genoa). Manca un centravanti e qui l' aggravante testimonia confusione: la valutazione di Morata è di 55 milioni (10 per il prestito, 45 per il riscatto) mentre Kean è stato venduto per 30 e prima dello spagnolo erano stati seguiti Dzeko e Suarez che nulla hanno in comune con lui.

 

LE COLPE AI GIOCATORI E LA GRINTA CHE NON C'È I PECCATI DEL TECNICO

pirlo pirlo

La legge del calcio vuole l' allenatore principale imputato in tempi di crisi: Pirlo non fa eccezione e non ha sconti, attenzione solo a non addossargli errori altrui. Con un filo di esperienza, per carità, rattopperebbe qualche lacuna, ma prima della gestione va discusso il progetto.

 

fabio paratici fabio paratici

Più dei limiti dell' apprendistato, comprensibili, colpiscono la mancanza di autocritica e le accuse rivolte ai calciatori: alcune surreali - dopo Verona definì la Juve giovane e inesperta -, altre troppo comode come quelle di domenica, quando ha rivendicato l' estraneità agli errori tecnici.

 

Dimenticando che, se reiterati, possono indicare cali di tensione o consegne tattiche rischiose. A volte, poi, pecca anche d' incoerenza: dopo aver asserito che contano tecnica e tattica, mentre le disquisizioni su atteggiamento e grinta «fanno ridere», ha tirato in ballo la mancanza di fame per spiegare la débâcle con il Benevento.

 

MILAN JUVE CHIESA DYBALA MILAN JUVE CHIESA DYBALA

Dimenticando, stavolta, che deve trasmetterla lui. Una postilla sullo staff: confidenze e spifferi di spogliatoio svelano insofferenze verso alcuni suoi collaboratori giudicati presuntuosi. Voci da non sottovalutare perché, si sa, quando i risultati latitano i problemi si ingigantiscono.

 

DA RONALDO A DEMIRAL IL FUTURO È UN'INCOGNITA CHIESA LA NOTA LIETA

fabio paratici pavel nedved fabio paratici pavel nedved

I vizi del progetto e il tecnico imberbe non sono sufficienti per assolvere la squadra. La discontinuità di risultati e il ritardo in classifica non sono figli soltanto dei limiti strutturali e del gioco poco fluido, ma anche di un atteggiamento inconcepibile. Per quante incongruenze possa avere, la rosa rimane fortissima e nulla può giustificare i punti smarriti in provincia o la resa al Porto ridotto in dieci, così, al di là delle prospettive, delle frizioni, degli stracci volanti, il rendimento delle ultime giornate si trasforma in un esame collettivo.

 

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Dybala, ovviamente estraneo al momentaccio, deve ancora capire se fa parte del progetto, Morata ha un pugno di partite per convincere la società a sborsare i 45 milioni del riscatto, Bernardeschi ha l' attenuante di girovagare per ruoli non suoi ma deve ritrovare se stesso , Chiellini vaglia se continuare o meno, Demiral dopo tanta reclame deve dimostrare di meritare la Juventus.

 

E speriamo che i dirigenti optino per il sì, altrimenti i rimpianti per Romero aumenteranno.

 

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D' altronde anche in difesa, le idee non sono sempre state chiare: per Rugani, oggi sbolognato in prestito, fu respinta pochi anni fa un' offerta di 35 milioni di euro. Su tutti e tutto c' è poi Ronaldo, il cui futuro però è slegato da analisi tecniche: dipenderà solo dalle sue motivazioni - raramente ha avuto squadre meno competitive - e dalle riflessioni economiche del club sull' opportunità di mantenere un ingaggio monstre.

 

ZIDANE CR7 CHAMPIONS ZIDANE CR7 CHAMPIONS

Quanto a un nome certo da cui ripartire, nessun dubbio invece nell' indicare Chiesa: non certo una scommessa vinta, visto che aveva 137 presenze in Serie A e l' operazione allestita sfiora i 60 milioni, ma indubbiamente una nota lieta in una stagione oscura.

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