LA GUERRA DELLO SPORT – L’EX PRESIDENTE DEL CONI, OGGI CAPO DELLA FEDERBASKET, GIANNI PETRUCCI (VICINO A MALAGO’) APRE IL FUOCO CONTRO SPORT E SALUTE PER LA RIPARTIZIONE DEI CONTRIBUTI PUBBLICI: “CRITERI INTOLLERABILI, SE NON CAMBIANO FILOSOFIA, PRENDEREMO UN’ALTRA DIREZIONE” – LO IUS SOLI SPORTIVO E L’ASSIST DI DRAGHI – INTANTO NELL'ANNO D'ORO DELLO SPORT ITALIANO MATTARELLA NOMINA IL PRESIDENTE DEL CONI GIOVANNI MALAGÒ CAVALIERE DI GRAN CROCE…

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malagò mattarella malagò mattarella

Da ansa.it

 Nell'anno d'oro dello sport italiano, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha nominato Giovanni Malagò Cavaliere di Gran Croce.

 

La massima onorificenza conferita dalla residenza della Repubblica è stata consegnata al presidente del Coni da Mattarella, al Quirinale, prima della cerimonia con il passaggio della bandiera tricolore, in vista dei Giochi di Pechino 2022, a Sofia Goggia e a Giacomo Bertagnolli.

 

La benemerenza è stata attribuita anche al presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli.

  

 

Un'altra testimonianza della straordinaria vicinanza del presidente Mattarella allo sport italiano, al termine di un anno indimenticabile per l'intero movimento. Malagò ha sottolineato il suo "grande onore per essere stato insignito del massimo riconoscimento della Presidenza della Repubblica, onorificenza che condivido con il mio amato mondo. Fiero dello sport, orgoglioso di essere italiano".

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BASKET È PRONTO A CAMMINARE DA SOLO»

ALESSANDRO CATAPANO per il Messaggero

 

Presidente Gianni Petrucci, non si è placato nemmeno a Natale, ha definito l'Eurolega un circo... «Precisiamo: mi riferivo al fatto che non c'è merito sportivo, e si sottopongono i giocatori ad un calendario estenuante e stressante, che secondo me li sta distruggendo. Tutto questo, a discapito delle nazionali».

 

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Che non hanno a disposizione i giocatori migliori, impegnati in coppa...

«Guardi, abbiamo deciso che in futuro convocheremo quando possibile anche i giocatori impegnati in Eurolega. Useremo il buon senso, perché non abbiamo intenzione di fare la guerra ai club. E certamente non entreremo in conflitto con Ettore Messina e con Milano. Però non saremo più silenti».

 

Ma il bene della Nazionale non dovrebbe venire prima di tutto, e per tutti?

«Non è più così, ma questo non riguarda solo il basket, ma anche il calcio».

 

Qualche anno fa era diversa anche la distribuzione alle federazioni dei contributi pubblici: l'ultima, firmata Sport e Salute, l'ha mandata su tutte le furie. E' invidioso delle federazioni che hanno avuto un aumento più consistente?

«Ma per carità. La questione è più seria. Ci sono diverse cose che non condivido di Sport e salute. La distribuzione dei contributi è solo uno dei punti, ma è intollerabile quando affermano che i criteri adottati sono obiettivi. È un mistero».

 

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Però sono arrivati più soldi allo sport italiano, no?

«Sì, ma a chi? E con quali criteri? Per esempio, hanno calcolato la differenza di tassazione che c'è tra sport professionistici e dilettantistici? Eppure, nei decreti che il governo ha varato per i rimborsi alle società, il calcolo ha premiato di più quelli maggiormente penalizzati, che hanno dovuto sostenere spese esorbitanti.

 

Questo vuol dire che lo Stato conosce la differenza, ma Sport e Salute no. Ma in generale, io contesto la diversa filosofia di gestione, anche nelle iniziative che sono state prese e che nulla hanno a che fare con lo sport di base. In definitiva, se Sport e Salute vuole che il basket collabori, dovrà cambiare completamente filosofia».

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Altrimenti?

«In un momento normale, senza questa pandemia, il basket autonomamente produce l'80-85% di risorse proprie: significa che se vuole può essere autosufficiente. Se Sport e Salute intende andare avanti con la propria filosofia, noi andremo avanti con la nostra, prendendo un'altra direzione». Sta dicendo che farete a meno del contributo dello Stato?

«I nostri legali sono al lavoro».

 

Chi può risolvere la situazione?

«Spero molto nell'intervento del sottosegretario Vezzali. E poi il dg di Sport e Salute, Diego Nepi, è una risorsa importante e Michele Sciscioli, a capo del Dipartimento Sport, è sempre disponibile con il basket».

 

E il Coni?

«A Giovanni Malagò do un voto alto, è bravo ed è un gran lavoratore, Carlo Mornati conosce lo sport, a Tokyo ci è stato molto vicino».

 

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Che voto dà al 2021 dello sport italiano?

«Bisogna dare 10, Tokyo è l'immagine più bella di sempre dello sport italiano, e lo dice il presidente del Coni più longevo dopo Onesti».

 

E al suo basket?

«Do 7, perché dopo 17 anni siamo tornati all'Olimpiade facendo quel miracolo contro la Serbia, e siamo arrivati ai quarti. Non è arrivata la medaglia? E poi abbiamo scoperto bei giocatori che ci assicurano un futuro».

 

A proposito, la Nazionale è aperta a tutti, anche dopo gli eccellenti forfait di Tokyo?

«Per me Sacchetti deve convocare tutti i giocatori».

 

La deroga che ha concesso alla squadra multietnica Tam Tam è il primo passo concreto verso la concessione dello ius soli sportivo?

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«Volevamo dare un segnale anche a chi ci governa. In tanti Paesi già lo fanno, certamente l'intervento di Draghi, Malagò e Vezzali mi ha facilitato. Continueremo su questa strada. Le racconto un aneddoto: quando siamo stati ricevuti da Draghi, ho chiesto: presidente, posso andare avanti?; la sua riposta è stata Petrucci, deve!».

 

In questo 2021 ancora tormentato dalla pandemia, lei ha sfidato anche il Cts, per chiedere la riapertura dei palazzetti...

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«Non vorrei essere contrario a chi gestisce la salute del paese, anzi vorrei potermi sempre fidare, ma è inspiegabile perché ad ogni decisione non ci possa essere una spiegazione».

 

Che 2022 si aspetta dal basket italiano?

«Sarò l'anno dei prossimi Europei, con un girone in Italia, a Milano. Senza tralasciare ovviamente la qualificazione al Mondiale che porta a Parigi. Ci siamo tornati all'Olimpiade, non vogliamo più starne fuori».

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