“ANDREA AGNELLI È STATO UN LANCILLOTTO DELLA RIBELLIONE CONTRO IL SISTEMA FIFA-UEFA. E COME TUTTI GLI EROI TRAGICI CI HA RIMESSO LE PENNE” – IL TIFOSO JUVENTINO PIERLUIGI PANZA: “AGNELLI È STATO SABOTATO DALL’ALLEANZA GLOBALISTA TRA INGLESI E ARABI, CHE CONTROLLANO LA FINANZA LONDINESE. FIFA E UEFA HANNO BENEDETTO LA NUOVA ALLEANZA. ERANO RIMASTE 4 SQUADRE CHE POTEVANO COMPETERE CONTRO LA NUOVA ALLEANZA ANGLO-ARABA. DUE SONO, SOPRAVVISSUTE, REAL E BAYERN E DUE SONO USCITE DAL GRANDE GIOCO MASSACRATE DA CEFERIN, AL-THANI E DIRITTI TV DELLA PREMIER LEAGUE: JUVE E BARCA"

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Pierluigi Panza per https://giornalistinelpallone.corriere.it/

 

 

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Sparare adesso contro Andrea Agnelli, padre dei 9 scudetti consecutivi e del rinnovamento delle strutture della Juventus, è squallido. Il 6 luglio 2018, pochi giorni prima del suo acquisto, in questo blog che ospita le nostre frivolezze da tifosi scrissi un articolo intitolato “Perché da juventino dico no a Cr7”, sottolineando che Cr7 sarebbe stato l’inizio della fine. A far fuori squadra e conti ha poi proseguito Paratici, come più volte scritto. Agnelli è stato il responsabile della “svolta dei quarantenni” e ora, giustamente, deve lasciare. La malafine era un pronostico facilissimo. 

 

John Elkann – che, dicono, non ami il cugino – riesce con queste dimissioni a evitare che Andrea finisca nella tempesta come responsabile di una società accusata di ostacolare le indagini nella ricerca di falso in bilancio. Il nuovo presidente – commercialista collaborerà con la Consob, il Tribunale procederà nelle indagini e la vicenda si chiuderà con ammende e rinvii a giudizio che andranno a perdersi in un futuro senza tempo.

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La parte sportiva è altra cosa e resterà nelle mani di Allegri con valutazione a fine anno. Penso che già a gennaio cercheranno dei vendere giocatori validi che vanno in scadenza (tipo Rabiot e Cuadrado…) e di tagliare contratti con giocatori a fine corsa inutilmente acquistati (tipo Di Maria, Paredes, persino Pogba) se troveranno uno spiraglio-cavillo. Dopo gli sciaguratissimi anni di Paratici, anche le ultime campagne acquisti (quella dei giovani Locatelli e Kean con l’aggiunta di Vlahovic e Zacharia, e quella dei pronti subito Di Maria, Paredes e Pogba) sono state una peggio dell’altra.

 

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L’ultimo tentativo di uscire dall’accerchiamento fu il disperato lancio della Superlega alla quale, da principio, aderirono anche squadre mai colpite dal Tribunale o dal Financial fair-play. Ma Agnelli, vinto il sesto, poi il settimo scudetto di fila ha fatto proprio male a tentare il tutto per tutto? E perché lo ha fatto? Lo ha fatto per hybris, certo, ma anche per i tifosi o perché tutti, una volta nella vita, hanno mandato una macchina fuori giri per raggiungere un traguardo altrimenti irraggiungibile. E questo è il punto: perché alle squadre del Sud Europa, dell’Europa Latina, è diventato impossibile competere ad alto livello ad eccezione del Real Madrid? Perché l’asse delle europee nutrite dai sudamericani di lingua latina, che per tutto il Novecento ha sfidato e vinto gli inglesi inventori del football, è stato cancellato? È stato sabotato dall’alleanza globalista tra inglesi e arabi, che controllano la finanza londinese. Fifa e Uefa, con l’Europeo a Londra (salvato dall’Italia di Chiellini) e il mondiale in Qatar, hanno benedetto la Nuova alleanza, alla quale partecipa anche il Psg, squadra qatariota che milita in un campionato inesistente.

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Spazzato via il calcio balcanico, greco, ridimensionato quello iberico, inesistente quello francese erano restate quattro squadre che potevano competere contro la Nuova alleanza anglo-araba. Due sono, per ora, sopravvissute, Real e Bayern e due sono uscite dal Grande gioco massacrate da Ceferin, Al-Thani e diritti tv della Premier League: Juve e Barcellona.

 

Agnelli è stato un Lancillotto della ribellione contro questo sistema. Come tutti gli eroi tragici ci ha rimesso le penne. La sua scelta, che sconsigliai, non si può dire tuttavia non coraggiosa, anzi coraggiosissima sino all’azzardo pokeristico. Tutto o niente, titolo del cortometraggio sulla Juve, è anche quello del presidente Agnelli: dapprima tutto, poi niente, in barricata a sistemare bilanci, lettere, plusvalenze e altre disdicevoli operazioni nell’età del Covid. Ma tutto ciò è conseguenze di una coraggiosa battaglia, che ha colpito, guarda a caso, lui e nel 2019 il Milan (consent award con la Uefa davanti al Tas). Gli altri rispettano tutti il Financial fair-play

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