“IN CERTI MOMENTI TENERE LE DISTANZE NON SIGNIFICA ESSERE LONTANI” – MARINO NIOLA E GLI ASSEMBRAMENTI DEI TIFOSI DEL NAPOLI: “VEDENDO QUELLE MIGLIAIA DI PERSONE CHE DOPO MESI DI SACRIFICI, DI ANSIE E DI PATIMENTI, DAVANO LIBERO SFOGO ALLA LORO FELICITÀ, MOLTI APPASSIONATI, COMPRESO CHI SCRIVE, HANNO ESULTATO CON LORO, PERCHÉ LA GIOIA È CONTAGIOSA. MA UN ISTANTE DOPO, SI SONO RAGGELATI ALL’IDEA CHE…” – VIDEO

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Marino Niola per “la Repubblica”

 

tifosi napoli festa tifosi napoli festa

Niente è contagioso come la gioia. È vero. Ma ai tempi del Covid 19, che ha capovolto le nostre certezze, anche la validità di questo noto aforisma è sospesa. E il suo significato si è rovesciato, rivelando dietro la verità festosa una controverità insidiosa.

 

Le immagini dei tifosi partenopei che esultano per la vittoria sulla Juve nella finale di Coppa Italia, incuranti di ogni distanza e di ogni prudenza, ha fatto il giro dei teleschermi e dei social, suscitando reazioni molto critiche.

esultanza napoli foto mezzelani gmt006 esultanza napoli foto mezzelani gmt006

 

L' Organizzazione mondiale della sanità, per bocca del suo direttore aggiunto Ranieri Guerra, ha definito «sciagurati» i supporter azzurri senza mascherine ed altri dispositivi di protezione che si stringono in un groviglio di corpi in movimento e di anime in fermento. In circostanze diverse quelle immagini avrebbero fatto simpatia.

MARINO NIOLA MARINO NIOLA

 

E forse anche colore. Ma in un momento come questo che stiamo vivendo e dopo quelli che abbiamo vissuto nei mesi scorsi, la simpatia svanisce. E lascia il posto ad una serie di considerazioni dal sapore amaro sull' impalpabile confine che certe volte sembra esserci tra felicità e irresponsabilità.

 

FESTEGGIAMENTI A NAPOLI PER LA COPPA ITALIA FESTEGGIAMENTI A NAPOLI PER LA COPPA ITALIA

Eppure, non dovremmo aver dimenticato quali nefaste conseguenze epidemiche ha avuto nel febbraio scorso il match di San Siro fra Atalanta e Valencia. Che viene considerata, a ragione, la partita zero, quella che ha fatto esplodere l' infezione in Lombardia e secondo molti, anche in Spagna.

atalanta valencia atalanta valencia

 

Invece, l' estasi da trionfo ha fatto perdere la memoria ai sostenitori azzurri. Come lo scorso 10 giugno l' aveva fatta perdere agli ultras di Partizan e Sella Rossa che si sono accalcati senza criterio nello stadio di Belgrado per assistere al derby della capitale serba, noto come la partita più cattiva del mondo.

 

stella rossa partizan stella rossa partizan

Molti media locali si sono scagliati contro i comportamenti scriteriati del pubblico che sembrava aver completamente dimenticato l' emergenza sanitaria. Eppure, il giorno stesso dell' incontro, il presidente Aleksandar Vucic, aveva annunciato la decisione di annullare tutti i raduni elettorali del suo partito, Sns, in vista del voto del 21 giugno, proprio per evitare ulteriori rischi di diffusione dell' epidemia.

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È vero che il calcio, come ha ricordato qualcuno, è un rito collettivo e che senza la presenza eruttiva ed esplosiva della tifoseria diventerebbe un videogioco live. Nessuno mette in dubbio che la soccer tribe, la tribù del calcio, come la definì l' antropologo Desmond Morris, ha i suoi usi e costumi, tutti caratterizzati da un continuo corpo a corpo, dentro e fuori del campo.

 

Ma è altrettanto vero che Morris si riferiva a una dimensione quotidiana in cui soma e psiche non sono soggetti a coprifuochi e quarantene. Non sono assediati dal male che, proprio come in un racconto di Edgar Allan Poe, non cerca che uno spiraglio per bucare le difese e tornare a portarci la guerra in casa.

 

Vedendo quelle migliaia di persone che dopo mesi di sacrifici, di ansie e di patimenti, davano libero sfogo alla loro felicità, molti appassionati, compreso chi scrive, hanno esultato con loro.

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Proprio perché la gioia è contagiosa. Ma un istante dopo, si sono raggelati all' idea che qualche ora di tripudio possa essere sufficiente a riaprire i boccaporti dell' incubo.

 

E si sono detti che forse quell' esultanza sarebbe stato meglio contenerla entro le pareti domestiche, in spazi privati o semiprivati, evitando i bagni di folla. Che nella vita in stato di quiete fanno bene al corpo e all' anima, perché producono anticorpi sociali. Ma con un' epidemia ancora in atto - cosa che molti si ostinano a dimenticare - rischiano di rendere troppo salato il conto dei festeggiamenti.

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Per la stessa ragione, nei mesi più neri erano apparsi irresponsabili gli aperitivi di massa lungo i Navigli, che pure sono una delle espressioni collettive più simpaticamente spettinate della Milano da bere. Perché non c' è nulla di più rincuorante, esaltante, rassicurante, che star bene in compagnia.

 

Ma quando la forbice tra contatto e contagio si restringe drammaticamente, bisogna avere il coraggio di rovesciare la lente con cui guardiamo la realtà. E dirsi che in certi momenti tenere le distanze non significa assolutamente essere lontani. Né dagli occhi né tantomeno dal cuore.

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