rosanna marani

“CHI ENTRAVA IN ‘GAZZETTA’ MI CONSIDERAVA LA SEGRETARIA. A FRANCO CARRARO DISSI: ‘NON LA SCUSO, SI INFORMI PRIMA’” - ROSANNA MARANI, PRIMA GIORNALISTA ASSUNTA ALLA "ROSEA": “ENTRAI PER SCOMMESSA. IL DIRETTORE MI CHIESE DI INTERVISTARE RIVERA CHE ERA IN SILENZIO STAMPA DA SEI MESI, CI RIUSCII. PER PARLARE CON HERRERA MI TRAVESTII DA DOTTORESSA. UN CALCIATORE DELLA NAZIONALE MI PORTO’ IN UN MOTEL E DISSE: ‘ADESSO CONSUMIAMO’. LO SCHIAFFEGGIAI” – NEREO ROCCO QUANDO LA VEDEVA SI COPRIVA GLI OCCHI (“DICEVA CHE ERO COME IL DIAVOLO CON L’ACQUASANTA”), CHINAGLIA “SUPERFICIALE” E IL BAGNO DELLE DONNE IN TRIBUNA A SAN SIRO: “L’HANNO INTRODOTTO GRAZIE A ME…”

Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera - Estratti

 

rosanna marani 87

Rosanna Marani, lei è stata la prima giornalista assunta in Gazzetta dello Sport nel 1973. L’anno dopo la mandarono al Giro, richiamandola presto a Milano. Ora un libro («Pezzi di colore» di Franco Bonera, edizioni Ultra sport) rivela che al giornale c’era una sorta di «Fronte Anti Marani», che pretese il suo rientro. Un colpo molto basso.

«Il ciclista Bitossi bussò alla porta della camera: "Sappiamo che ti cacciano, siamo pronti a scioperare", Adriano De Zan, che mi aveva appena avvertito, gli disse che così mi troncavano la carriera».

 

Per Nereo Rocco, lei era una bestemmia nella chiesa dello sport.

«Quando mi presentavo a Milanello si copriva gli occhi e diceva che ero come il diavolo con l’acquasanta. Per lavorare in Gazzetta mi ero rifatta il guardaroba, con capi extralarge. Poi ho cominciato a fregarmene: mi sembrava di sottomettermi a un pregiudizio, nemmeno fossi una strega all’epoca dell’Inquisizione».

 

(...)

Il primo che la lanciò nel giornalismo sportivo chi fu?

«Italo Cucci al Carlino, dove da Imola mi occupavo un po’ di tutto. Dopo qualche anno chiesi l’assunzione e il direttore mi consigliò: “Vada in America, che è il suo Paese”. Gli dissi io dove doveva andare lui...».

 

Una sfida dietro l’altra.

rosanna marani 67

«Se mi dici no, io ci provo in tutti i modi. A costo di finire nel ridicolo».

Ci è mai finita?

«Quando ho esagerato con il maramiao con un presidente e per una foto su Novella 2000, truccata e vestita in un certo modo: non lo rifarei».

 

In Gazzetta in pratica entrò con una scommessa.

«“Se proprio ci tiene: mi porti un’intervista a Rivera” mi disse il direttore Mottana, pensando di liberarsi di me. Gianni era in silenzio da sei mesi. Ma ce l’ho fatta».

Nessun calciatore aveva mai parlato così di sé.

«Non è il calciatore che parla, ma l’uomo: sembrava non aspettasse altro. Siamo ancora amici, mi ha fatto anche da testimone di nozze. Ma quando sono riuscita ad entrare in clinica dove era appena nata sua figlia, fu incredulo: “Anche qui sei arrivata!"».

 

Mazzola giovane com’era?

rosanna marani 56

«Perfetto, maturo, appagato della sua vita privata».

Gigi Riva?

«Di una bellezza assoluta, non soltanto esteriore, ma anche interiore: lo dicevano i suoi occhi». 

Definì Chinaglia un cucciolone.

«Abbastanza superficiale, ma non nel senso cattivo».

 

Per lei i calciatori erano «ricchi e infelici».

«Ora mi sembrano peggio, sono nelle gabbie dorate, staccati dal mondo reale. Allora potevano uscire e con me parlavano volentieri: non inventavo nulla e non mettevo mai uno contro un altro».

Un pregiudizio sul posto di lavoro che la feriva?

«Essere considerata la segretaria da chi entrava in Gazzetta. Ma rispondevo a modo mio: “Non la scuso, si informi prima” dissi a Franco Carraro. Ci si dimentica delle conquiste, ma il bagno delle donne in tribuna a San Siro l’hanno introdotto grazie a me».

 

Come vede oggi le giornaliste sportive?

«Mi piace Paola Ferrari: ha ricordato che sono venuta prima, ma anche lei è stata una pioniera in Rai. In Gazzetta, Serena Gentile è bravissima, mi auguro diventi la prima direttrice. Chi utilizza il corpo invece non mi piace: il senso del ruolo è fondamentale».

rosanna marani cover

Era mamma e lavoratrice?

«Sì, ho avuto un figlio dal primo marito, che era malato di depressione e si è suicidato lasciandomi vedova a 28 anni e altri due dal secondo. Guadagnavo molto bene, avevo la governante fissa e la tata. Mio marito era molto paziente: quando partivo per le trasferte lui faceva il mammo».

 

Con i grandi del mestiere come si relazionava?

«Gianni Brera tendeva a proteggermi, ha scritto la prefazione di un mio libro e mi invitava alle cene del giovedì per soli maschi in un ristorante romagnolo. Ma gli altri santoni erano dei tromboni».

La solidarietà dei colleghi si è mai manifestata?

«All’inizio no, poi sì: i carabinieri mi lasciarono fuori dagli spogliatoi, impedendomi di lavorare e i colleghi si ribellarono. Poi durante il Calcioscommesse del 1980 mi sono buttata sul cofano del presidente Colombo del Milan: si fermò per darci l’intervista e il giorno dopo gli altri giornalisti mi mandarono dei fiori».

 

Non aveva paura di niente.

rosanna marani 55

«Mi vestii da dottoressa per intervistare il Mago Herrera in ospedale e su questo giornale Antonio Ghirelli mi fece i complimenti. Alla festa degli arbitri registrai il brindisi e chiesi a bruciapelo: “Chi è il più corrotto?”. Andarono tutti via, tranne D’Elia. Poi tornarono per lanciarmi in aria...».

Su Tmc travestiva allenatori e giocatori. E fece epoca.

«Maradona-Babbo Natale fece il giro del mondo. E Gullit fu il primo Babbo Natale nero. Ho messo il naso di Cyrano a Mondonico, l’elmo da vichingo a Trapattoni, facendogli spiegare la tattica coi soldatini dei miei figli: si prese anche una torta in faccia. Anche Cerezo-Mancini-Vialli vestiti da Re Magi furono spassosi».

 

Chi l’ha colpita di più?

«Ho adorato i tre della Samp e il loro allenatore Boskov, sempre serio ma con leggerezza. Poi Eriksson, a cui feci fare lo sketch del bastone e la carota con Baggio. E Rino Marchesi, il più gentile e umano: un vero gentiluomo».

 

Su di lei sono state scritte 26 tesi di laurea. Non male.

«Mi sento vanagloriosa, è un grande onore. Le ragazze che mi scrivono dicono che fanno fatica a imporsi: la faccenda non è ancora fluida».

 

Perché?

rosanna marani 33

«Tutto è sempre legato al sesso e al sessismo: guardate gli odiatori sui social. Credo che una educazione sentimentale e sessuale a scuola, aiutata dalla famiglia, comporterebbe meno stupri, meno invettive sessiste e più consapevolezza della propria dignità e decenza. Se non insegni ai figli il rispetto dell’altro, vedi il degrado ovunque».

 

Ci sono stati calciatori o tecnici maleducati con lei?

«Non così tanti. Non mi portavo mai il lavoro a casa, ma qualcuno ci sperava: un calciatore della Nazionale mi offrì un passaggio in aeroporto, ma mi portò in un motel, chiuse la porta e disse “Adesso consumiamo!”. “Ti consumo io!”, gli risposi, dandogli un ceffone. Lui si sedette e mi chiese di restare in stanza un’ora, perché aveva già pagato per tutto il pomeriggio: temeva di fare brutta figura. Un altro campione, sempre in macchina, mi fece una avance molto volgare. Sono scesa».

 

Era candidata alla «Domenica Sportiva»: non ci andò.

rosanna marani 23

«Tito Stagno scelse Novella Calligaris, la nuotatrice. Poi tornarono le vallette. Non volevano una giornalista».

Le lotte non sono finite.

«L’immunoterapia mi ha bloccato un tumore al polmone al secondo stadio, però purtroppo devo fare la Tac di nuovo. Con il cortisone sono ingrassata un po’: fissarsi su una cosa così stupida è la mia ancora di salvezza, perché non penso al resto. Patisco moltissimo la solitudine del malato: sono nella categoria dei morituri, ma mi dicono che il mio cuore è stupefacente e mi ha aiutato in 14 interventi chirurgici».

 

La poesia la fa sentire meno sola?

«Ho vinto il premio Alda Merini, se faccio le cose mi riescono ancora bene».

rosanna marani 44franco carraro

 

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…