francesco guidolin

“DISSI DI NO AL NAPOLI E ALL’INTER, MA NON MI PENTO” – CONFESSIONI DI FRANCESCO GUIDOLIN, L’EX ALLENATORE CHE HA PORTATO IN EUROPA UDINESE, PALERMO, BOLOGNA E VICENZA, MA NON HA MAI GUIDATO UNA BIG: “CI SPERAVO, MA NON AVEVO NESSUNO AD ASSISTERMI. MI HANNO CERCATO IN TANTI ANCHE SE NON SONO MAI STATO ENFATIZZATO DAI MEDIA” – “HO SMESSO QUANDO HO CAPITO CHE L’ENERGIA STAVA EVAPORANDO”

 

Estratto dell’articolo di Maurizio Crosetti per www.repubblica.it

 

francesco guidolin

Ci sono allenatori di calcio bravissimi ad allenare anche i giornalisti, i dirigenti, il pubblico. A volte, diventano personaggi soprattutto per questo, diventano “guru” e capi popolo. Francesco Guidolin è stato l’esatto contrario: tutta sostanza. È stato, probabilmente, il più grande tra coloro che non hanno mai guidato una grande.

 

Si è seduto in panchina 555 volte: solo 7 tecnici, nella storia del nostro calcio, lo hanno fatto più di lui. Ha portato più volte in Europa l’Udinese e il Palermo, ma anche il Bologna e il Vicenza, dove ha conquistato la Coppa Italia. Ha vinto tre campionati di B su tre. Per motivare i giocatori, regalava loro libri di poesie e film. […]

 

Guidolin, perché ha smesso?

francesco guidolin con la coppa italia vinta con il vicenza

«Perché, dopo l’esperienza allo Swansea City nel 2016, ho sentito che l’energia stava un po’ evaporando. Mi sono preso una pausa, ho rifiutato offerte di club importanti, poi sono diventato opinionista televisivo e infine ho deciso che poteva bastare»

 

La ricordiamo ottima seconda voce nelle telecronache: e poi?

«Mi sono divertito a osservare il calcio da un altro punto di vista, ma con mia moglie abbiamo pensato che era tempo di dedicarci totalmente ai nostri nipotini che vivono a Londra, dove lavora uno dei miei figli. I bambini si chiamano Gabriel e Gia, lui ha 7 anni, lei uno e mezzo».

 

[…]

 

francesco guidolin calciatore con il verona

Torniamo per un momento al Guidolin calciatore: che tipo era?

«Un centrocampista non male tecnicamente, ma pieno di fisime. Soffrivo lo sguardo dell’allenatore, pativo moltissimo le esclusioni e la fisicità degli avversari. Diciamo che, con me come tecnico, uno così avrebbe giocato poco».

 

Ma, crediamo, uno così con uno come lei sarebbe cresciuto.

«Forse, quel ragazzo lo avrei aiutato a dare il meglio che aveva e a non temere troppo il peggio. Mi è sempre piaciuto costruire i giovani, farli andare in campo presto: non c’è altro modo per formarli. Ho avuto incontri con persone importanti: più di tutti, Osvaldo Bagnoli. Ero il capitano del suo Verona che vinse il campionato di B e cominciò la scalata. Ero anche arrivato in Nazionale Under 21, però ho smesso presto, a 28 anni, colpa di un grave infortunio al ginocchio quando ero al Bologna».

 

francesco guidolin udinese

Il calcio le manca?

«Il profumo dell’erba, un poco sì. Ma è giusto smettere prima che te lo facciano fare gli altri. Bisogna essere lucidi, la vita cambia. Un sogno, però, è rimasto: diventare osservatore a caccia di centrocampisti e attaccanti, se possibile nel nord Europa. Modestamente, quando valuto atleti in quei ruoli sbaglio pochissimo, forse perché sono stato centrocampista anch’io. Mi piacciono i numeri 10, le mezzepunte, i trequartisti, gli esterni, i falsi nueve, gli attaccanti forti di sponda».

 

Insomma, quasi tutto quello che il calcio italiano non ha quasi più.

«Non è proprio così. Esistono ottimi centrocampisti e un po’ meno attaccanti, anche se è vero che i Baggio, i Totti e i Del Piero non sono più nati».

 

massimiliano allegri francesco guidolin

Com’è stato il suo gioco?

«Mi ispirai a Sacchi e al suo 4-4-2, amo il calcio veloce, il pressing alto, l’aggressione, le ripartenze molto più del possesso palla. Ma non mi fossilizzo sugli schemi: a Udine, dopo Zaccheroni, non cambiai la sua difesa a 3. E sono stato tra i primi a usare la mezzapunta, anche nel 4-4-1-1. Amo la verticalità: così il pallone arriva molto più in fretta verso la porta avversaria. […] Se devo scegliere il tipo di calcio che oggi preferisco, direi quello di Jurgen Klopp».

 

Pensa che gli allenatori integralisti siano superati?

«Per me, lo sono sempre stati. Bisogna partire dalle qualità dei giocatori a disposizione: lo schema viene dopo. Attenzione, lo schema, non le idee».

 

francesco guidolin

Cosa fa la differenza in chi guida un gruppo?

«Saper entrare nell’anima degli altri, cercare di raggiungere il profondo, saperlo cogliere. Al penultimo anno all’Udinese eravamo già salvi a febbraio, e non troppo lontani dalla zona Europa. Così cercai su Internet qualche immagine tratte dai film in cui qualcuno prende il classico treno al volo, cogliendo l’occasione. Feci montare il materiale e lo mostrai ai ragazzi, dicendo: "Noi ora siamo qui, ma niente vieta di arrivare là. Proviamoci”. Ebbene, vincemmo le ultime otto partite e arrivammo in Europa»

 

 

francesco guidolin vicenza

C’è qualcosa di cui, in particolare, lei va orgoglioso?

«Penso di essere l’unico, tra gli allenatori che non hanno mai guidato una grande, ad essere arrivato otto volte nelle Coppe: quattro con l’Udinese, due col Palermo, una con Vicenza e Bologna. Con le attuali regole, dovremmo aggiungere il mio Parma che arrivò ottavo. E sono fiero della stagione 2011/2012, a Udine. L’anno precedente eravamo arrivati quarti, poi la società decise di cedere i pezzi migliori. Ebbene, nella stagione seguente finimmo al terzo posto. Inoltre, per mia scelta ho allenato tre volte in B, e per tre volte ho vinto. Come Bernard Hinault, che venne tre volte al Giro d’Italia e tre volte se lo prese»

 

[…]

 

francesco guidolin

Perché non ha mai allenato una grande?

Dopo i risultati al Vicenza ci speravo, ma non avevo nessuno ad assistermi e non accadde. In seguito, dissi no al Napoli nel 2013 e all’Inter nel 2016, dopo Swansea, per ragioni diverse.

 

Pentito?

«Ma no. Sono orgoglioso di avere fatto comunque una buona carriera, mi hanno cercato in tanti anche se non sono mai stato, diciamo così, enfatizzato dai media. Non era il mio carattere. Forse, con immodestia, penso a Nibali che ha vinto Giro, Tour, Vuelta e molte classiche, eppure non è considerato tra i più forti di sempre in bicicletta. Non credo sia giusto».

 

Guidolin, il calcio azzurro è davvero così malmesso?

«No, e non avrei mai immaginato un Europeo simile. Perché con Luciano Spalletti siamo in buonissime mani, lui non ha avuto tempo, merita certamente una seconda possibilità. Non avrà molti convocabili, è vero, ma ci sono ragazzi forti: il calcio italiano è più di quanto sembra, e lo dimostrano anche i risultati nelle Coppe, ottenuti non solo per merito degli stranieri».

 

GUIDOLIN

C’è ancora qualcosa che lei desidera fortemente?

«Veder crescere i miei nipoti, stare con loro insieme a mia moglie. A volte mi chiedo se siano ancora troppo piccoli per conservare il ricordo di me, e allora questi ricordi bisogna costruirli con loro, giorno per giorno, amandoli, giocando, facendoli ridere».

GUIDOLIN

Ultimi Dagoreport

2025scala la russa

DAGOREPORT - LA DOMANDA CHE SERPEGGIAVA NEL FOYER DELLA SCALA, IERI SERA, ERA: “E ‘GNAZIO? DOVE STA LA RUSSA?”. COME MAI LA SECONDA CARICA DELLO STATO NON HA OCCUPATO LA POLTRONA DEL PALCO REALE, DOVE SI È SEMPRE DISTINTO NELLO STRAZIARE L’INNO DI MAMELI CON I SUOI SICULI ACUTI? IL PRESIDENTE DEL SENATO, TRA LA PRIMA DELLA SCALA SANTA E IL FESTIVAL DI SAN ATREJU, HA PREFERITO ATTOVAGLIARSI AL RISTORANTE “EL CAMINETO”, DIMORA DELLA SODALE SANTANCHÈ A CORTINA D’AMPEZZO...

john elkann mirja cartia dasiero theodore kyriakou

DAGOREPORT - DOMANI, FINALMENTE, GLI EMISSARI DI JOHN ELKANN SI DEGNERANNO DI INCONTRARE I CDR DI “REPUBBLICA” E “LA STAMPA” PER CHIARIRE LO STATO DELLA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRUPPO ANTENNA DI THEODORE KYRIAKOU. PER IL MAGNATE GRECO, I QUOTIDIANI SONO SOLO UN ANTIPASTO: IL SUO VERO OBIETTIVO SAREBBE ACQUISIRE UN'EMITTENTE TELEVISIVA - YAKI NON VEDE L'ORA DI LIQUIDARE IL GRUPPO EDITORIALE, PER FARE SEMPRE PIÙ AFFARI CON EXOR: LA CARTA RAPPRESENTA NEMMENO L'UN PER CENTO DELLA HOLDING, NON DÀ ALCUN GUADAGNO MA SOLO ROTTURE DI COJONI (E LA LINEA ANTI-TRUMP DEI DUE QUOTIDIANI È UNA ROGNA PER IL SEMPRE PIÙ AMERICANO JOHN) - KYRIAKOU HA SUBITO INIZIATO CON IL PIEDINO SBAGLIATO LA CAMPAGNA D’ITALIA: AVREBBE SCELTO COME ADVISOR NIENTEMENO CHE MIRJA CARTIA D’ASERO, EX AD DEL “SOLE 24 ORE” - RETTIFICA! CARTIA D'ASERO: "NON SONO ADVISOR DI ANTENNA O DI KYRIAKOU E NON MI OCCUPO DI EDITORIA DALL'USCITA DAL 'SOLE'"

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”