giuseppe giannini

“ERO IL PRINCIPE, VENIVO DOPO IL RE FALCAO, OGGI HO APERTO UN RISTORANTE IN COSTA SMERALDA” - L’EX CAPITANO DELLA ROMA GIUSEPPE GIANNINI FA 60 – “IN RITARDO SULLA ROMA DEL SECONDO SCUDETTO, TROPPO IN ANTICIPO SU QUELLA CHE VINSE IL TERZO TITOLO, MI È MANCATA QUALCHE VITTORIA IMPORTANTE" – GLI SCAZZI CON OTTAVIO BIANCHI E SENSI, IL RAPPORTO CON MAZZONE, TOTTI E DE ROSSI – “NON MI SONO MAI SAPUTO VENDERE. I CAPELLI? FA STRANO ESSERE SENZA, MA NON È UN PROBLEMA. SE AVESSI AVUTO BISOGNO SAREI ANDATO IN TURCHIA E ME LI SAREI FATTI RIATTACCARE”

Alessandro Angeloni per ilmessaggero.it - Estratti

GIUSEPPE GIANNINI

 

Sessant’anni, oggi. Auguri a Peppe Giannini, il principe (soprannome datogli da Chierico) che ha incantato la Roma per più di un decennio, con 318 presenze e 49 gol, quando i “10” erano Platini, Maradona, Matthäus. Oggi è un ragazzo di 60 anni, timido, un po’ permaloso. Capitano tormentato, figlio di una Roma a metà strada tra quella di Falcao e quella di Totti.

 

Lei nel posto giusto ma nel momento sbagliato, no?

«In ritardo sulla prima Roma, troppo in anticipo sulla seconda, ma sono orgoglioso: nella mia vita ho fatto di tutto, però la prima parte della carriera è stata indimenticabile».

 

(...)

I “Migliori anni...” (la canzone di Renato Zero, una delle preferite di Peppe) erano altri.

«Quelli in cui giocavo: giovane, capelli lunghi. Ero il capitano della Roma, da sempre il mio biglietto da visita».

 

E adesso?

GIUSEPPE GIANNINI TOTTI

«Faccio il nonno. Ero il principe, venivo dopo il re Falcao, oggi io sono un re per mia nipote Nina. Non vivo di nostalgia».

 

Come festeggerà i 60?

«In Sardegna, ho aperto un ristorante in Costa Smeralda cinque anni fa, lo gestisce mia figlia. Stiamo in famiglia, con qualche amico e stop».

 

Nessuno del calcio?

No, nessun ex compagno, nessun dirigente, niente. Da queste parti c’è Urbano Cairo, magari farà un salto lui».

 

Parlava di capelli lunghi, era un belloccio. Ma è vero che non si sa vedere senza quella chioma fluente e che oggi non lo riconosce più nessuno?

«No, figuriamoci. Se avessi avuto bisogno di quello sarei andato in Turchia e con cinquemila euro, me li sarei fatti riattaccare. Fa strano essere senza capelli, ma non è un problema, lo garantisco».

giuseppe giannini francesco totti 3

 

E’ soddisfatto della carriera?

«È mancata qualche vittoria importante, la gloria personale. L’ho solo sfiorata. Per il calciatore che sono stato, per essermi confrontato con grandi campioni, forse me la sarei meritata. Ci voleva una consacrazione. Non dovevo chiudere con tre Coppe Italia, più una Supercoppa e una Coppa in Austria».

 

Metta nell’ordine le sue grandi delusioni.

«Roma-Lecce, ‘86, eravamo a un passo dallo scudetto dopo una rincorsa esaltante sulla Juve; poi la semifinale mondiale persa a Napoli contro l’Argentina nel ‘90 e infine la notte contro lo Slavia Praga, la mia ultima con la Roma. C’è anche Roma-Torino, finale di Coppa Italia del ‘93, ma mi consolo con il fatto di averlo vinto quel trofeo».

giuseppe giannini francesco totti 2

 

La partita con lo Slavia l’ha segnata: cosa fece quella notte, ricorda?

«Finì tutto nello spogliatoio, con le parole di Mazzone che, davanti a tutti, mi ha elogiato. Era la fine della mia avventura nella Roma, è stata una serata magica rovinata da un gol stupido nel finale, e Carletto, davanti ai compagni disse che era orgoglioso di me e che avrei potuto giocare ancora, con una gamba sola. «Me rompono er ca.. che non dovevo farti giocare, e invece...», disse. Parole che per me sono state come un successo».

 

Chi non voleva farla giocare?

«Non lo ha mai detto, ma penso si riferisse al presidente Sensi».

 

Rapporto mai decollato con lui.

«Quando ha acquistato la Roma, aveva un socio, Mezzaroma. Sensi pensava che io stessi più dalla parte sua, era prevenuto. Ma sbagliava. Poi abbiamo ricucito, mi ha anche chiamato per tornare come dirigente».

giuseppe giannini francesco totti 1

 

E lei?

«Mi fece parlare con Franco Baldini, che mi ricordava il mio legame con Fioranelli e Morabito perché all’epoca cercavo di fare il procuratore e avevo rapporti con loro. Un modo per farmi capire che non si fidava. Quella battuta mi diede molto fastidio, mi alzai e me ne andai. Io dovevo subito riferire tutto al presidente, invece il mio orgoglio mi ha spinto verso casa. Sbagliai. Dovevo tapparmi il naso e il mio futuro nella Roma avrebbe preso un’altra piega e oggi forse sarei a Trigoria con Bruno Conti».

 

(...)

giuseppe giannini 9

 

Ha vissuto più noie o privilegi da capitano della Roma?

«Dietro a quel pezzo di stoffa c’è una storia, una città, le sue tradizioni, le passioni di un popolo. La fascia è stata sul braccio di gente come Losi, Di Bartolomei e tanti altri. Sì, tante responsabilità, ma sempre un piacere».

 

(...)

Cosa non andò con Ottavio Bianchi?

«Eravamo a Bergamo, sul pullman, mi è scappata una battutaccia contro i bergamaschi, e lui, che è di Brescia, se l’è presa molto e da quel momento è sempre stato freddo con me. Parlava bene di tutti, mai di me. Una volta a Genova, contro la Samp, non mi fece giocare. Chiesi spiegazioni e mi respinse, mi snobbava, «ho altre cose a cui pensare», mi disse.

 

giuseppe giannini 6

Un’altra volta, durante un Anderlecth-Roma di Coppa Uefa, nel 91, stavo facendo una partita bellissima, un assist dietro l’altro, ma lui mi voleva sostituire. Lo mandai a quel paese e mi lascio in campo. A fine partita, quando ci aspettava nello spogliatoio per congratularsi, io ritirai la mano e lui si infuriò. Da lì abbiamo chiuso i rapporti, alla fine, la fascia me la tolse lui e la diede a Voeller».

 

Prova invidia per Totti e De Rossi?

«No, sono contento per Daniele, lui conosce le mura di Trigoria e basta quello per sapere cosa sia il meglio da fare, per questo è l’uomo giusto per la Roma. La storia della mancanza d’esperienza è una fesseria. Quando conosci a memoria quell’ambiente hai una marcia in più».

guido d ubaldo con ospiti giuseppe giannini

 

Il post calcio di Totti è un po’ come il suo: fuori dalla Roma.

«A me dicevano sempre «tu sei Giannini, non posso mica darti gli allievi nazionali». Con questa storia sono sempre rimasto fuori, e per lui è un po’ cosi. Tutte scuse».

 

Il problema è che lei non si è mai saputo vendere.

«Si, probabile. Sono sempre stato cosi, lo ha detto anche Pellegrini in una intervista a Il Messaggero: non c’è bisogno di fare il ruffiano. Io ho sempre fatto quello che sentivo, non studiavo a tavolino i miei comportamenti. Andavo a braccio».

 

Il calcio resta la sua vita.

giuseppe giannini 4

«Ho fatto esperienze in categorie minori, Gallipoli è stata una perla, sono stato in Libano, l’ho trovato interessante. In questi anni mi sono occupato dei giovani da ds del Monterosi, abbiamo formato tre squadre nazionali. Sto fondando un’Accademia a Marino. I ragazzi bravi, e italiani, ci sono in giro, non date retta a fesserie».

 

giuseppe giannini tottigiuseppe giannini 5giuseppe giannini 14

(...)

giuseppe giannini 13giuseppe giannini 11giuseppe giannini 1giuseppe giannini 12

 

Ultimi Dagoreport

nando pagnoncelli elly schlein giorgia meloni

DAGOREPORT - SE GIORGIA MELONI  HA UN GRADIMENTO COSÌ STABILE, DOPO TRE ANNI DI GOVERNO, NONOSTANTE L'INFLAZIONE E LE MOLTE PROMESSE NON MANTENUTE, È TUTTO MERITO DELLO SCARSISSIMO APPEAL DI ELLY SCHLEIN - IL SONDAGGIONE DI PAGNONCELLI CERTIFICA: MENTRE FRATELLI D'ITALIA TIENE, IL PD, PRINCIPALE PARTITO DI OPPOSIZIONE, CALA AL 21,3% - CON I SUOI BALLI SUL CARRO DEL GAYPRIDE E GLI SCIOPERI A TRAINO DELLA CGIL PER LA PALESTINA, LA MIRACOLATA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA FA SCAPPARE L'ELETTORATO MODERATO (IL 28,4% DI ITALIANI CHE VOTA FRATELLI D'ITALIA NON È FATTO SOLO DI NOSTALGICI DELLA FIAMMA COME LA RUSSA) - IN UN MONDO DOMINATO DALLA COMUNICAZIONE, "IO SO' GIORGIA", CHE CITA IL MERCANTE IN FIERA E INDOSSA MAGLIONI SIMPATICI PER NATALE, SEMBRA UNA "DER POPOLO", MENTRE ELLY RISULTA INDIGESTA COME UNA PEPERONATA - A PROPOSITO DI POPOLO: IL 41,8% DI CITTADINI CHE NON VA A VOTARE, COME SI COMPORTEREBBE CON UN LEADER DIVERSO ALL'OPPOSIZIONE?

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...