migranti albania giorgia meloni matteo salvini vignetta vukic

“I GIUDICI NON CI FERMERANNO” – DOPO CHE IL CASO ALBANIA E’ STATO RIMESSO ALLA CORTE UE, GIORGIA MELONI DIFENDE IL COSTOSISSIMO (E FINORA INUTILE) CENTRO PER MIGRANTI IN ALBANIA: “MEGLIO DIPENDERE DALLA CORTE DI GIUSTIZIA CHE DAI GIUDICI POLITICIZZATI ITALIANI” – SECONDO LA DUCETTA, DOVESSE ARRIVARE UNO STOP DEFINITIVO AI RIMPATRI, SI PARALIZZEREBBERO LE POLITICHE MIGRATORIE DEI 27: "NON È IMMAGINABILE, ESPLODEREBBE L’EUROPA" – SALVINI: “CHI DEVE RISPONDERE, SE UNO DI QUESTI SETTE EGIZIANI E BENGALESI COMPIE REATI, SCIPPA, STUPRA O AMMAZZA?"

Tommaso Ciriaco per “la Repubblica” - Estratti

https://www.repubblica.it/politica/2024/11/12/news/governo_scontro_magistratura_migranti-423611746/?ref=RHLF-BG-P1-S1-T1

migranti in albania - vignetta by vukic

 

 

Per come si è messa, non è neanche una pessima notizia. O così, almeno, sostiene Giorgia Meloni nel giorno in cui i magistrati le impongono una nuova, fragorosa bocciatura. «Meglio dipendere dalla Corte di giustizia — è il senso dei suoi ragionamenti — che dai giudici politicizzati italiani».

 

salvini meloni

La presidente del Consiglio sapeva, forse addirittura sperava che tutto sarebbe finito in Europa. E fa trapelare una cauta fiducia in una possibile soluzione. Perché è vero, tutto ora si gioca in una sentenza, il destino del costosissimo (e finora inutile) centro per migranti in Albania dipenderà dal pronunciamento delle toghe continentali.

 

salvini meloni

Ma perché è altrettanto probabile, almeno così sostengono a Palazzo Chigi, che sull’esito di questa sfida influirà l’obbligato pragmatismo delle istituzioni europee: dovesse infatti arrivare uno stop definitivo ai rimpatri, si paralizzerebbero le politiche migratorie dei Ventisette. «E questo — è la previsione riservata della premier — non è immaginabile, esploderebbe l’Europa».

 

Da giorni, il cerchio magico meloniano attendeva la nuova frenata imposta dai magistrati. La dava quasi per scontata. E preparava la reazione, che arriva appena diventa ufficiale il nuovo viaggio indietro della nave della marina: il Viminale si costituirà di fronte alla Corte per sostenere le proprie ragioni.

 

Informalmente, il ministero dell’Interno era già al lavoro da giorni con l’Avvocatura dello Stato per coordinarsi e mettere nero su bianco le controdeduzioni. Con una linea, sempre la stessa, che viene ripetuta allo sfinimento: la lista dei Paesi dove poter riportare indietro i migranti spetta allo Stato membro e, in ogni caso, non è necessario che tutte le porzioni del Paese in cui è previsto il rimpatrio siano sicure per permettere di rimandare indietro chi entra illegalmente.

migranti ALBANIA

 

 

Ma non basta. Meloni è decisa a rendere la sfida con i giudici un tema di campagna elettorale, un’arma per far dimenticare la penuria di risorse della legge di bilancio. Per questo, a Matteo Piantedosi impone di avanzare ancora, nonostante i fallimenti delle ultime settimane: «Non ci fermiamo». 

 

(...)

 

È uno schema che Meloni pensa possa comunque regalarle consenso, a patto che alla fine ottenga ragione dalla Corte di giustizia. E dunque, preme riservatamente per colpire ancora i giudici: «Sono politicizzati — è il senso dei ragionamenti, lasciati trapelare dai suoi — che contrastano i provvedimenti del governo». Peggio: «Impediscono di difendere i confini nazionali mantenendo nel Paese anche quelli che delinquono. E tutto a causa di una ideologia».

 

centro migranti DI GJADER IN ALBANIA

La battaglia è ormai politica, l’ostilità verso i giudici fuori controllo. La minaccia di una ritorsione non più un tabù. Viene resa pubblica da Matteo Salvini, durate il comizio a Bologna che Meloni onora soltanto con un videocollegamento. Il leghista parla della nuova sentenza e premette: «La stragrande maggioranza dei 9.300 giudici in Italia rischia la vita per compiere il proprio dovere. Il problema è che bastano quaranta o cinquanta che non vanno in tribunale per applicare leggi, ma per portare la loro ideologia — che è la bandiera rossa e la tessera del Pd — per causare tutto questo».

 

MEME GIORGIA MELONI MATTEO SALVINI

Poi attacca: «Chi deve rispondere, se uno di questi sette egiziani e bengalesi compie reati, scippa, stupra o ammazza? Ne dovete rispondere voi o chi li ha lasciati liberi? È il momento della separazione delle carriere e della responsabilità civile dei magistrati».

 

Meloni evita di intervenire pubblicamente sul tema durante l’incontro elettorale. Ma chiede ai suoi di continuare a tenere alta la tensione. Il problema, a questo punto, è soprattutto quello legato ai tempi: il confine tra fallimento e successo si sposta più avanti rispetto al 4 dicembre, quando è attesa la sentenza della suprema corte italiana. La partita si gioca infatti presso la Corte di giustizia europea e ci vorrà parecchio per arrivare a un pronunciamento. Lo scontro con le toghe è appena cominciato.

giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse IL DECRETO LEGGE SUI PAESI SICURI - VIGNETTA BY ELLEKAPPA vignetta sui migranti in albaniavignetta migranti in albania 1giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…