ulivieri gramellini ancelotti

“GRAMELLINI, SU ANCELOTTI LEI HA ESAGERATO” - LA LETTERA DEL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE DEGLI ALLENATORI RENZO ULIVIERI DOPO LA STAFFILATA DEL GIORNALISTA AL TECNICO DEL REAL MADRID (“LAMENTARSI E INDIGNARSI SENZA FARE MAI SEGUIRE ALLA DENUNCIA UN GESTO CONCRETO È L’ATTEGGIAMENTO TIPICO DELLE VITTIME”) - “CARLO ERA ONESTO QUANDO CONFESSAVA IL SUO LUTTO INTERIORE E LA SUA IMPOTENZA DOPO L'ALLUVIONE A VALENCIA. IL CALCIO DOVRÀ FARE LA SUA PARTE MA VEDO PRATERIE DI SEPOLCRI IMBIANCATI E FACCE GIRATE DALL’ALTRA PARTE…” - LA CONTROREPLICA DI GRAMELLINI

Lettera di Renzo Ulivieri al Corriere della Sera - Estratti

 

Carissimo Gramellini,

renzo ulivieri

quando si prende spunto dalle parole di qualcuno che ci induce a intervenire su un tema, è secondo me sempre buona abitudine valutare da quale pulpito arrivano. Questo per regolarsi nel «colore» e nel «calore» della replica eventuale. Siccome il suo è un pulpito che mi garba e che ascolto sempre volentieri, per scritto o in tv, mi ha colpito leggere le sue riflessioni a proposito di Carlo Ancelotti.

 

L’allenatore del Real Madrid, nella conferenza stampa della vigilia della partita di Champions League contro il Milan, ha espresso sincero imbarazzo per il fatto di dover giocare, mentre Valencia, straziata dal mare di fango che l’ha soffocata, conta i suoi morti, in una Spagna scioccata.

 

il monologo di massimo gramellini in altre parole 1

Aggiungendo poi che la scelta di far disputare l’incontro non è dipesa da lui o dai calciatori, che non avrebbero voluto giocare, ma da quelli «che stanno sopra» e che alla squadra non è rimasto altro che adeguarsi. A lei questa conclusione non è piaciuta, auspicando azioni concrete in linea con certe posizioni etiche, e non mere affermazioni di principio, chiosando alla fine, con durezza: «Lamentarsi e indignarsi senza fare mai seguire alla denuncia un gesto concreto è l’atteggiamento tipico delle vittime. Ci sono circostanze in cui bisogna anche saper tirar fuori "los cojones". Altrimenti è meglio stare zitti che belare».

 

renzo ulivieri

Ecco, questa chiusura da lei proprio non me l’aspettavo. Quanto sostenuto fin lì, ovvero l’importanza della disobbedienza all’ingiustizia, dell’interessarsi alle cose del mondo a me pareva musica, richiamando alla mente l’I care di Don Milani, che il prete di Barbiana opponeva pedagogicamente al «me ne frego» fascista. Mi sembrava persino «moderno» (e lei sa come l’ho sempre pensata e da che parte sto) il suo ragionamento sulla mobilitazione e sull’impegno di chi ha potere, soprattutto mediatico, per dar voce e per compiere gesti di rottura preclusi ai deboli.

 

Temo però che il genere di problemi, di egoismo, di indifferenza, di antipolitica, raggiunti in questi tempi agri riguardino ciascuno di noi e ci sia bisogno assai di più dei cojones di un allenatore, pure si tratti di Ancelotti.

carlo ancelotti

 

Glielo dico, Gramellini. Non è benaltrismo il mio, piuttosto un richiamo alla solidarietà fattiva e alla mobilitazione di ognuno. Il calcio dovrà fare la sua parte ma prima del calcio vedo praterie di sepolcri imbiancati e facce girate dall’altra parte… E davanti alle guerre, ai genocidi in atto, non dovrei avere bisogno di una chiamata alla mobilitazione di un asso del pallone. Credo che il rider che nella notte dell’ultima alluvione di Bologna ha consegnato pizze, senza per altro ricevere un euro di mancia, potrebbe contribuire bene al dibattito.

 

renzo ulivieri

Infine, per chi le usa per lavoro, le parole sono ancora più importanti. So che lei lo sa bene, per la cura e l’intelligenza con cui le adopera quotidianamente. Mi spiace in questo senso, che non abbia fatto sconti a un uomo come Ancelotti, pur avendo allargato il discorso. Quello di Carlo è sempre stato un pulpito da cui sono arrivate parole misurate e oneste, un esempio di umanità sempre mantenuta anche al livello professionale straordinario raggiunto. Come onesta era la sua faccia l’altro giorno quando confessava il suo lutto interiore e la sua impotenza. Certo, in questo mondo di lupi, meglio, di iene, non mi pareva belasse. Con immutata stima,

Renzo Ulivieri

Presidente dell'associazione Italiana allenatori calcio

renzo ulivieri

 

LA CONTROREPLICA DI GRAMELLINI

Caro Ulivieri,

la ringrazio per il garbo della sua replica e riconosco di essermi lasciato trascinare dalla passione e di avere infierito nelle ultime righe sul bersaglio forse meno colpevole, essendo Ancelotti un uomo mite e perbene.

 

il monologo di massimo gramellini in altre parole 2

Mi colpisce però che Lei mi abbia scritto per difendere un suo collega. Mi dirà che è un suo dovere, come presidente dell’Associazione allenatori, ma io ci vedo la conferma che anche i migliori, in questo Paese di corporazioni, si sentono chiamati in causa solo quando si tocca uno della loro tribù.

Con grande stima e simpatia,

carlo ancelotti

Massimo Gramellini

carlo ancelotti

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…