roberto mancini arabia saudita

“MI HANNO TRATTATO COME IL MOSTRO DI FIRENZE” – ROBERTO MANCINI, DOPO AVER ABBANDONATO LA NAZIONALE ITALIANA PER LA VAGONATA DI SOLDI SAUDITI, FA LA VITTIMA – OGGI POMERIGGIO A RIAD LA PRESENTAZIONE UFFICIALE DA CT E LA FIRMA DEL CONTRATTO DA 60 MILIONI DI EURO ESENTASSE (IN DUE ANNI E MEZZO) – CADE COSÌ LA “SCUSA” DEI DISSIDI CON GRAVINA PER LO STAFF. LA TRATTATIVA CON GLI ARABI, COME DAGO-DIXIT, ERA INIZIATA BEN PRIMA DELLE DIMISSIONI – IL RISCHIO DI UN CONTENZIOSO LEGALE CON LA FEDERCALCIO ITALIANA – TONY DAMASCELLI: “SI CHIUDE LA FARSA, MANCINI HA MACCHIATO LA PROPRIA IMMAGINE CON UNA MISERA BUGIA” – IL VIDEO: “HO FATTO LA STORIA IN EUROPA, ORA È IL MOMENTO DI FARLA IN ARABIA”

 

1 ­ MANCINI IL C.T. DA MILLE E UNA NOTTE. «NON SONO IL MOSTRO DI FIRENZE»

Estratto dell'articolo di Paolo Tomaselli per il “Corriere della Sera”

 

Un c.t. da mille e una notte, annunciato da un video sui social ieri alle 21: «Ho fatto la storia in Europa, ora è il momento di farla in Arabia». Dopo le dimissioni dall’Italia, Roberto Mancini oggi vola a Riad per la firma e la presentazione (alle 16 italiane) come tecnico dei «Falconi Verdi» che lo renderanno uno degli allenatori più pagati: l’accordo sarà fino al gennaio 2027, da trenta milioni all’anno esentasse, bonus compresi, secondo fonti arabe.

 

[…] «Mi hanno trattato come il mostro di Firenze, sì, Pacciani... » dice all’agenzia Italpress. Per poi aggiungere via Instagram un commento più istituzionale, nel quale l’interesse arabo sembra sopraggiunto dopo le dimissioni dall’Italia, anche se non è così: «In questi giorni ho ricevuto una manifestazione di piena fiducia sulla mia persona e di apprezzamento del mio lavoro dalla Federcalcio araba che mi ha scelto per il prestigioso incarico di Head Coach della National Team.

 

Sono entusiasta di aver accettato questo nuovo progetto che si fonda sulla condivisione della visione strategica di crescita del settore calcistico e in particolare del mondo dei giovani a cui tengo da sempre. Questo incarico è un riconoscimento del valore attribuito al calcio italiano e anche in questa esperienza porterò con orgoglio la nostra italianità nel mondo».

 

L’orizzonte contrattuale è quello della Coppa d’Asia 2027, che l’Arabia ospiterà e che non vince dal 1996. Ma gli obiettivi — dopo la clamorosa vittoria sull’Argentina al Mondiale in Qatar — sono tanti, anche a breve termine: Mancini e il suo mega staff di 9-10 persone (Oriali sta valutando, altri riflettono sui 183 giorni di residenza nel Paese per godere dei benefici fiscali), debutteranno l’8 settembre in amichevole a Newcastle con la Costa Rica, nello stadio del Public Investment Found (Pif) di Riad.

 

[…]

 

L’obiettivo di Riad, che sta costruendo un campionato miliardario, è quello di diventare i migliori nell’area: il primo mondiale di lingua araba organizzato da Doha deve diventare un pallido ricordo. E Mancini, primo tecnico del City emiratino e campione d’Europa con l’Italia è considerato l’uomo giusto, per esperienza e immagine.

 

Nei giorni scorsi, Mancini ha mandato un’altra Pec alla Figc per firmare la risoluzione del contratto, data la presenza di alcune opzioni per un nuovo impiego. La Figc non ha dato seguito alla comunicazione e il contratto resta da risolvere. Se ci sarà un contenzioso legale (ipotesi meno probabile), Mancini potrà puntare come motivazione per le dimissioni sui pezzi persi del suo staff (Evani, Sandreani) che porterà con sé in Arabia. Ma le trattative con Riad sono iniziate ben prima delle dimissioni del 13 agosto.

 

2 – IL TRADIMENTO COMPLETO E L’IMMAGINE MACCHIATA

Estratto dell'articolo di Tony Damascelli per “il Giornale”

 

Si scordi il ciauscolo e derivati dal suino, Roberto Mancini, il figlio delle Marche, oggi diventa il figlio del deserto, così viene chiamata la nazionale saudita di calcio, ecco la verità, nient’altro che la verità sulla famosa «scelta personale» esibita dall’ex commissario tecnico azzurro, già campione d’Europa ma entrato nella storia per la mancata qualificazione al mondiale in Qatar, addirittura premiata con il rinnovo dell’incarico e nuove gratificazioni professionali.

 

[…] Si chiude, per il momento, la farsa di questo bell’uomo e ottimo allenatore che ha interrotto la sua contraddittoria avventura azzurra macchiando la propria immagine più di quella della nostra nazionale. Una misera bugia, tipica della sua astuta arroganza, un tradimento dell’impegno che aveva assunto anche nei confronti dei ragazzi del gruppo azzurro, un comportamento capriccioso di un ragazzo viziato che da sempre ha approfittato, al di là dei propri effettivi meriti di campo, di cortigiani e violinisti a lui riverenti nel nome dell’amicizia goliardica.

 

[…]

 

Mancini viaggia su conti correnti diversi, la sua scelta è comprensibile, soltanto gli ipocriti si indignano per l’offerta clamorosa ma l’errore grossolano sta nella forma e nel comportamento, nessuna parola chiara, nessun ammissione di una svolta professionale anche comprensibile ma addirittura il vittimismo di chi presume di essere non soltanto più bravo ma anche più intelligente degli astanti.

 

Tradimento e fuga, accompagnato dalla folta corte di avidi collaboratori, evito l’accenno ad Ali Babà. Prevedo che nel bagaglio appresso ci sia comunque una lettera di dimissioni. Anche con gli emiri, meglio premunirsi.

 

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