sala salvini inter

“MILANO HA ANCORA UN SINDACO?” - SCONTRO TRA SALVINI E BEPPE SALA DOPO LA FESTA DELL'INTER - IL LEGHISTA INCALZA IL SINDACO: “NON POTEVA FAR ENTRARE 20 MILA TIFOSI IN UNO STADIO CHE NE CONTIENE 80 MILA, INVECE DI TACERE E SCAPPARE?” (IN MEZZO ALLA FOLLA ANCHE DIVERSI LEGHISTI) - LA REPLICA DI SALA -  IL PREFETTO DI MILANO: “CON PIAZZA DUOMO CHIUSA SAREBBE STATO PEGGIO” – IL COORDINATORE DEL CTS LOCATELLI: “COSÌ NON SI ONORANO I MORTI”

Chiara Baldi per "la Stampa"

 

salvini

Dopo la festa dei 30 mila tifosi dell' Inter, assembrati domenica in piazza Duomo per il 19° scudetto nerazzurro, a Milano scoppia la polemica, ci si interroga sulle conseguenze e si attendono con ansia i dati delle prossime settimane. Perché i festeggiamenti hanno provocato più di una reazione e seminato il panico tra chi ora teme un' impennata di positivi entro fine maggio.

 

E se per i virologi non sarà la sola festa in piazza a comportare una risalita dei contagi, visto che anche i luoghi della movida erano pieni - Massimo Galli, primario dell' ospedale Sacco, ha detto che «se dovessero aumentare, cosa che temo, andranno ben al di là della festa scudetto dell' Inter» - è per i politici che la festa nerazzurra è diventata terreno di scontro, soprattutto ora che la campagna elettorale scalda i motori.

 

«Sala non poteva far entrare 20 mila tifosi in uno stadio che ne contiene 80 mila, invece di tacere e scappare? Milano ha ancora un sindaco?», ha tuonato sui social l' ex ministro dell' Interno Matteo Salvini. Il diretto interessato si è fatto attendere qualche ora ma poi ha affidato - come Salvini - ai social la replica: «La risposta è no. Innanzitutto perché gli stadi sono chiusi. E poi, come entrano ed escono 20 mila tifosi senza assembrarsi?».

 

beppe sala

A chiarire, ci pensa la prefettura, cui è in capo l' ordine pubblico e quindi la gestione della piazza. Il prefetto Renato Saccone spiega perché non sia proceduto alla chiusura della piazza: «Abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stata occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti», ha detto, rimarcando che «di fronte a 30 mila tifosi esultanti non si usano idranti, né ha senso transennare una città. Si opera per evitare incidenti di qualsiasi natura, per ridurre nei tempi le manifestazioni di festa, con il rispetto del coprifuoco, per salvaguardare le tante attività commerciali e della ristorazione e il diffuso passeggio domenicale di un pomeriggio in zona gialla, così come è stato».

 

La conferma arriva dalla Questura, dove si fa notare che «la spontanea quanto incontenibile euforia collettiva», non ha provocato danni o ferimenti, se si esclude il lancio di alcune bottiglie e una piccola carica di alleggerimento durante la coda della festa che ha indotto la Digos a identificare otto ventenni che pare fossero soprattutto sbronzi più che ultras, sanzionati infine per non aver rispettato il coprifuoco.

 

BEPPE SALA

Ma le polemiche non si sono placate e, anzi, il centrodestra ha chiesto le dimissioni della vicesindaca Anna Scavuzzo, che ha la delega alla Sicurezza. «Dopo il rave party sulla Darsena e il video dei rapper di San Siro, per la terza volta in poche settimane Milano ha fatto parlare di sé per assembramenti pericolosi e non evitati. Ora basta, l' assessora Scavuzzo si dimetta», ha detto Stefano Bolognini, commissario provinciale della Lega. Parole condivise anche da Forza Italia, che con il consigliere regionale Gianluca Comazzi parla di «evento ampiamente prevedibile» e per questo «l' assenza di adeguate misure da parte del Comune è inaccettabile: Sala ha dato prova di inadeguatezza, sottovalutando il problema.

 

Mi auguro che Scavuzzo rassegni immediatamente le dimissioni». La vicesindaca, interista sfegatata tanto quanto il sindaco, non ci sta e non solo non risponde sulle «dimissioni», ma rincara la dose: «Io in piazza non c' ero.

 

OGGI CAMPIONI DOMANI TAMPONI - MEME SULLA FESTA SCUDETTO DEI TIFOSI DELL'INTER

Non sono andata a festeggiare. In piazza - rileva - c' erano però la consigliera leghista Silvia Sardone, il viceministro leghista Alessandro Morelli, il consigliere regionale leghista Massimiliano Bastoni. Loro hanno strizzato l' occhio alle tifoserie, non noi». E aggiunge: «Non trovo legittimo che si possa festeggiare in barba alle norme anti-Covid, tuttavia abbiamo lavorato perché ci fosse una mitigazione del danno, non ci sono stati momenti di tensione e abbiamo evitato che ci fossero concentrazioni critiche altrove».

 

 

 

 

FESTA INTER

Da ilmessaggero.it

 

Non è ancora il tempo dei festeggiamenti. Il Covid non è sparito. La festa dell'Inter? «L'imprudenza non ha colore, l'incoscienza ha tutti i colori dell'arcobaleno. È chiaro a tutti che questo tipo di manifestazioni sono pericolose». Il punto è che nel weekend «non ci sono state solo manifestazioni di una tifoseria, svolte con pericolosi assembramenti all'aperto. Ma c'è stata la perdita di controllo delle minime misure: ieri gli assembramenti erano ovunque».

scudetto inter 8

 

A dirlo all'Adnkronos Massimo Galli, direttore della clinica di Malattie Infettive dell'ospedale Sacco. E sul caso è intervenuto anche il prefetto del capoluogo lombardo. «Quando il popolo dei tifosi, in modo assolutamente spontaneo e non organizzato, scende in strada per festeggiare lo scudetto atteso da anni, bisogna necessariamente coniugare le ragioni della prevenzione del contagio con la gestione dell'ordine pubblico e con la tutela della incolumità delle persone. Abbiamo valutato che chiudere piazza Duomo, spazio urbano ampio e con numerose vie di esodo, sarebbe stato inevitabilmente occasione di ancora più densi e rischiosi assembramenti, sotto ogni profilo», sottolinea in una nota, Renato Saccone.

 

 

 

scudetto inter 7

Galli ricorda che abbiamo già sperimentato manifestazioni simili, «abbiamo visto lo scorso anno, quando è stato festeggiato un altro scudetto, in una situazione analoga a questa, nel senso che quando arriva un messaggio che può essere interpretato come 'liberi tuttì, le persone vanno oltre». Il problema dice Galli è che «la pandemia non è risolta. Il vaccino potrà contribuire in modo sostanziale a ridimensionare il problema ma la tranquillità è ancora lontana».

 

 

 

 

Locatelli - «La gioia la si può comprendere però credo che su di essa debba prevalere il senso di responsabilità: 121mila morti devono averci insegnato qualcosa. Onorare la loro morte vuol dire evitare assembramenti». Lo ha detto a Sky TG24 il Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e coordinatore del Comitato tecnico scientifico Franco Locatelli commentando sempre la festa dei tifosi dell'Inter. «Tutte le occasioni di assembramento - ha aggiunto - vanno assolutamente evitate, ivi compresi i festeggiamenti dei tifosi della squadra di calcio che ha vinto il campionato».

scudetto inter 4

 

Fontana - «Era probabile che eventi del genere si potessero verificare. L'importante è che non si verifichino più. Bisogna chiedere alle persone il rispetto delle misure di sicurezza. Mi auguro e spero che non aumentino i contagi, ma questo lo potremo dire tra due settimane». Così, a margine della visita al nuovo centro vaccinale della Multimedica, allo Spazio Mil di Sesto San Giovanni, il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana ha commentato gli assembramenti dei tifosi interisti.

 

 

 

 

 

scudetto inter 2

Pregliasco -  Gli effetti dei comportamenti troppo rilassati visti nel fine settimana appena trascorso, inclusi i festeggiamenti in piazza per lo scudetto, «li vedremo da metà maggio in poi, un possibile incremento di casi temo ci sarà, ma spero sia solo una leggera onda di risalita e non un'ondata vera e propria», ha detto invece ad Agorà su Rai 3, Fabrizio Pregliasco, virologo presso l'Università degli Studi di Milano, membro del Comitato tecnico-scientifico della Regione Lombardia, preoccupato dalle «situazioni che abbiamo visto, come feste in b&b, in casa, in affittacamere». Speriamo, ha precisato il direttore sanitario dell'Ircss Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, «che la velocità delle vaccinazioni ci aiuti e speriamo in una meteorologia clemente, senza sbalzi termici e con una buona insolazione che, come abbiamo visto lo scorso anno, aiuta. Ciò non significa che il virus in estate diventi più buono ma le condizioni di contagio si riducono».

franco locatelli

 

 

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